Vincere a Milano e contro la squadra prima in classifica è qualcosa di più di una vittoria.
Parlo di contenuti emozionali.
Il calcio, del resto, non è solo numeri, ma è sangue che pulsa forte nelle arterie dei tifosi, è farfalle nello stomaco.
Vincere ieri sera a Milano e contro la squadra prima in classifica, per la Juventus era una necessità.
Il calcio non è solo numeri, certo, ma quelli, intesi come punti in classifica, dicevano che in caso di mancata vittoria la Juventus poteva ritenersi fuori dalla lotta - scudetto.

La Juve invece il "tricolore" può e deve giocarselo.
In campionato mancava quella vittoria che fa crescere l'autostima: da ieri c'è! 
Se batti il Milan, fanno meno paura anche Inter e Napoli.
Fosse giunta oggi la decisione del Collegio di garanzia del CONI in merito a Juve - Napoli, avrebbe avuto un impatto diverso sulla psiche di Bonucci e compagni. 
La Juve di oggi ha maggiore fiducia in se stessa rispetto a qualche settimana fa.
La notizia della decisione dei giudici del CONI compromise la gara con la Fiorentina. Da allora la Juventus ha vinto entrambe le partite disputate: domenica scorsa in casa contro l'Udinese e ieri contro il Milan. Se la vittoria contro i friulani aveva lasciato molti dubbi sul gioco espresso, quella di ieri in parte li ha fugati.
Avevamo il sentore che gli uomini di Pirlo si trovassero meglio ad affrontare le grandi squadre (basti ricordare  la gara del Camp Nou), ieri ne abbiamo avuto la conferma.
Certo, il Milan nemmeno lontanamente può essere paragonato al Barcellona, ma se dopo 16 giornate di campionato sei in testa alla classifica, di pregi ne hai. La gara di ieri sera vedeva entrambe le squadre rimaneggiate a causa dei giocatori indisponibili per contagio da Covid 19.
Un vantaggio per la Juve che dispone di una rosa più ampia rispetto al Milan?
Forse, ma a risolvere la partita sono stati il "panchinaro" Dybala e soprattutto Federico Chiesa schierato sulla destra dove solitamente gioca Cuadrado, ieri assente.

Una curiosità, a fronte di una buona prestazione del collettivo, c'è da registrare la prova opaca del suo condottiero, CR7.
Nulla di particolarmente negativo, s'intende, il "Fenomeno" è rimasto ai margini del gioco toccando meno palloni del solito.
Ad accendere le luci a S. Siro, almeno questa volta, hanno provveduto i suoi compagni.