Spostiamoci idealmente nello spazio e nel tempo e ritroviamoci in Germania il 14 ottobre del 1944. Accusato di aver complottato per rovesciare il regime nazista, Erwin Rommel accettò di suicidarsi ingerendo una fiala di veleno offertagli dallo stesso Hitler tramite la Gestapo. In cambio la sua famiglia non sarebbe stata toccata e il generale sarebbe stato trattato come eroe di guerra.

Qualche giorno fa il Milan ha accettato di bere il veleno della fiala che gli veniva offerta dalla UEFA, sottoscrivendo un verbale di conciliazione (tale è il consent award) in base al quale accetta di essere escluso dall'Europa League in cambio di un colpo di spugna sugli sforamenti del break even dal 2014 al 2018. L'annuncio del suicidio rossonero è stato mestamente dato dal TAS sul suo sito ufficiale, anche se sarebbe stato più giusto e meno ipocrita, visto il tenore dell'accordo, accompagnarlo con un "non preghiere ma opere di bene". Alla fin fine, si è trattato di un atto di morte oppure di un necrologio, fate voi.

Facendo alcune considerazioni, mi viene da pensare che, se Urbano Cairo avesse atteso qualche ora, con ogni probabilità non avrebbe fatto la figura del primo della classe quando dice "Signora maestra, non vede che Pierino mi tira i pallini di carta?". Dal momento che l'accordo era già stato sottoscritto, avrebbe fatto miglior figura a lasciare i rossoneri agonizzare in pace. Ma probabilmente questo signore che, com'è mio sacrosanto diritto, non trovo affatto simpatico, non è interessato a certe cose. Auguro comunque alla sua squadra un lungo e glorioso cammino in Europa League. Un signore così se lo merita!

La UEFA aveva una gran paura di finire di fronte alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che in fatto di libertà di iniziativa economica non transige e avrebbe dichiarato gli obblighi relativi al break-even una compressione illegittima della libertà di impresa. Il going concern è legittimo, perchè tutela le aspettative dei creditori che contano sulla solvibilità della società debitrice, cosa che vale anche l'obbligo di fornire garanzie all'atto di iscriversi alle manifestazioni. Il break-even, che lo si condivida o meno, dal punto di vista dei principi comunitari è guano, decorazione per carta igienica.

Il problema è che Elliott, pur avendo legali e risorse tali da far saltare il banco, non è così coinvolto nel calcio e nel Milan da farsi nemici potenti. Ha solo in mano delle azioni che costituiscono voci del suo bilancio, ma che prima o poi finiranno ad altri,

Il Milan muore così per la quarta volta e, per quanto possa sembrare paradossale, nel peggiore dei modi. La prima volta accadde nel 1980, quando fu retrocesso in B per lo scandalo del Calcioscommesse, ma almeno battagliò fino alla fine, specie considerando che vi era implicato il presidente Colombo e quindi la sua responsabilità era diretta. La seconda volta accadde due anni dopo, quando retrocesse in serie B sul campo, con una squadra da zona UEFA, ma quando giochi male e perdi, devi accettare il risultato amaro. La terza volta fu quando Galliani si addossò tutte le colpe per la scriteriata mattana di Marsiglia e i rossoneri furono esclusi per un anno dalle coppe. Anche in quel caso, come nel 1980, il Milan battagliò prima di farsi escludere.

Quest'esclusione dall'Europa League, nonostante le condizioni di tutto favore ricevute dai rossoneri, appare come un regalone alla UEFA che così si  vede insperatamente legittimata. Da questo punto di vista, parafrasando Churchill dopo l'appeasement di Monaco, per evitare la guerra il Milan ha scelto il disonore, speriamo solo che non si ritrovino la guerra oltre al disonore. Dopo Monaco, Francia e Inghilterra, che avevano regalato la Cecoslovacchia a Hitler (sempre lui, come nel caso di Rommel), finirono per dover fare la guerra per salvare la Polonia. Qualora il Milan venisse premiato con un settlement agreement per aver ceduto, allora i rossoneri avrebbero guadagnato, evitando di dover giustificare il passivo che registreranno al 30 giugno di quest'anno. Altrimenti l'essersi calati le braghe servirà a poco l'anno prossimo.

Leonardo sperava di prendere il Milan per il collo comprando Donnarumma per soli 20 milioni di euro, dal momento che la quotazione di Areola era davvero comica e Areola non serviva a un Milan che prima o poi lancerà il promettente Plizzari. Kabak a 19 anni ha fatto il fenomeno preferendo andare allo Shalke 04, perchè gli dà un posto da titolare, però il Milan se ne farà una ragione e credo che Maldini e Boban abbiano lavorato bene in quest'occasione. Per il resto ha ragione Serafini nel dire che la dirigenza va lasciata lavorare senza che le si metta fretta, anche se non c'è nulla di male nel dire che è oggettivamente inesperta. Nella situazione del Milan, però, chi avrebbe accettato di venire in rossonero?

Non ha ragione Ordine quando ripropone quanto sostenuto da Pellegatti in precedenza ovvero che la presenza di Boban e Maldini è una garanzia per i tifosi. Neanche Rivera, persona molto intelligente oltre che uomo navigato di calcio, riuscì a evitare i guai del Milan fra il 1979 e il 1986. Lo stesso vale allora per Maldini e Boban.