Era un sabato mattina del 22 maggio 2010, mia madre mi svegliò dal letto per accompagnarmi a scuola, mancava poco alla fine della quarta elementare e un'altra promozione verso la quinta era in procinto di arrivare. La mia testa però, era rivolta alla mia squadra del cuore, infatti si giocò la finale di Champions League tra Bayern Monaco e Inter. Una settimana fa, avevamo vinto lo scudetto numero 18. Il campionato di quella stagione è stato pazzesco, la Roma ci aveva messo il bastone tra le ruote e a fine aprile la Sampdoria, grazie al goal di Giampaolo Pazzini ci consegnò il tricolore. La mattina di quel giorno, a scuola si parlò della finalissima e i miei amici iniziarono a prendermi in giro, speravano in una sconfitta dell'Inter, erano le ore cruciali, stavo per vedere per la prima volta nella storia la mia squadra del cuore che si giocava la coppa dalle grandi orecchie.

In città si parlava soltanto di quella finale, nella nostra famiglia, tutti quanti eravamo in ansia compreso mio zio. Tantissimi tifosi dell'Inter erano partiti per Madrid allo stadio Santiago Bernabeu, l'ansia era mille e molti si ricordarono quando i neroazzurri stavano per uscire dalla fase a gironi. C'erano Barcellona, Rubin Kazan e Dinamo Kiev. I neroazzurri partirono in salita, arrivarono tre pareggi in tre partite. Alla quarta giornata ci giocavamo la qualificazione contro la Dinamo Kiev, lì c'era una bestia nera, colui che ci segnò per ben sedici volte e divenne una leggenda milanista: Andrij Shevchenko. L'attaccante ucraino segnò un goal pazzesco, l'Inter vede un incubo, l'eliminazione si avvicinava, Mourinho non si arrende. Nella ripresa i nerazzurri ci provano in tutti i modi per pareggiarla e al minuto '86, Diego Milito trova la rete dell'1-1, in casa mia esplodeva la festa, il miracolo poteva essere realtà e incrociavamo le dita. L'Inter ci crede e prova a vincerla, Sneijder si avventò su un pallone non trattenuto del difensore di casa e regala ai neroazzurri una vittoria fondamentale che vale la testa del girone. A casa mia, tutti i miei festeggiarono compreso io, una serata che era iniziata male e che si è trasformato in una gioia all'ultimo sangue. Per ora, l'eliminazione sembra scampata. Dopo la sconfitta in casa del Barcellona, l'Inter si giocò tutto all'ultima giornata contro il Rubin Kazan, Samuel Eto'ò porto in vantaggio la squadra nerazzurra, ma il protagonista assoluto sarà Mario Balotelli che segna un super goal su calcio di punizione e certifica la qualificazione agli ottavi con un bottino di nove punti.

Agli ottavi l'Inter sfidava un'altro fantasma del passato, era anch'esso una leggenda milanista, colui che fece vincere due Champions League col Milan nelle due notti di Manchester ed Atene: Carlo Ancelotti. L'ex tecnico rossonero allenava il Chelsea, l'esperienza è tutt'altro che positiva, alla fine della stagione vincerà il double campionato-coppa. Mio padre, a sopresa prese il biglietto per andare a vedere Inter-Chelsea allo stadio San Siro, era la quarta volta che andava a vedere una partita dell'Inter. All'andata, i neroazzurri vinsero per due a uno con i goal di Diego Milito e di Esteban Cambiasso mentre per i Blues, andarono a segno Kalou. Al ritorno, dopo un match combattuto, Samuel Eto'ò segnò il goal definitivo che ci porta ai quarti di finale. La gioia era incontenibile, tutti noi festeggiavamo questa vittoria e la corsa verso la finale si faceva sempre più in salita.

Ai quarti, l'Inter trovò il CSKA Mosca e i tifosi volevano un'altra impresa. I neroazzurri al match di andata hanno la meglio, dove vincono per uno a zero grazie al Principe Milito. Stessa cosa accadrà, nella partita di ritorno che grazie al goal su punizione di Sneijder, vale l'accesso dopo sette anni alle semifinali, l'ultima era contro il Milan nella stagione 2002-2003. Per la prima volta, avevo visto l'Inter arrivare in una semifinale di Champions League e stavo per vedere un sogno quasi annunciato. Al penultimo atto, l'Inter si apprestava ad affrontare il Barcellona di Pep Guardiola campione in carica, una squadra ricca di grandi campioni.

Il 20 aprile 2010, partivo per la gita e la mia testa era rivolta alla partita e non sapevo nemmeno che quella sera si giocò la prima semifinale. Quel giorno, lo stadio San Siro si presentò stracolmo, era uno scontro tra titani come il titolo del film. Zlatan Ibrahimovic sfidò il suo passato, vuole segnare davanti ai suoi ex tifosi neroazzurri in una serata fondamentale. I Blaugrana passarono in vantaggio con Pedro, noi della classe stavamo tornando dalla gita scolastica e appena avevamo sentito in radio la rete del Barcellona, noi tifosi interisti eravamo arrabbiati. Al 30esimo minuto arriva il pareggio dell'Inter con Sneijder e nel pullman tutti quanti noi esplodevamo di gioia, le maestre ci fecero una domanda particolare: "Perchè state esultando?" Noi alunni rispondemmo: "Ha segnato l'Inter". Nella ripresa, la squadra di Josè Mourinho passò in vantaggio con Maicon e la gioia tra noi alunni era pazzesca, stavamo vivendo un sogno assurdo, i miei pensarono subito a me. Nei minuti successivi, Diego Milito firma il 3-1 definitivo e noi tifosi interisti non ci stavamo credere, l'Inter stava per battere la corazzata Blaugrana, una notte che passerà alla storia. Il Barcellona prova a segnare in tutti i modi il 3-2, ma si deve arrendere al muro neroazzurro; Gerard Piquè stava per segnare questo goal e un difensore dell'Inter salva la palla sulla linea. Al fischio finale, la festa poteva cominciare, io ero felicissimo e stavo per vedere veramente un sogno assurdo e appena arrivai a San Severo, corsi ad abbracciare mia madre e gli raccontai l'esperienza della gita scolastica e subito dopo andai al bar dove mio padre stava sistemando le ultime cose e abbracciai anche lui per questa partita pazzesca. Era felicissimo e non c'era modo migliore per concludere una bellissima giornata.

Una settimana dopo, l'Inter si appresta a giocare la partita di ritorno contro il Barcellona. Il Camp Nou era una bolgia, i catalani vogliono la seconda finale consecutiva di Champions. Mourinho è tranquillo, vuole dai suoi una partita perfetta. I Blaugrana sono subito pericolosi, ci sono falli ovunque e aggiungeteci anche che Thiago Motta viene pure espulso per aver dato una manata a Pedro. Lionel Messi nel frattempo, prova un tiro dalla distanza e Julio Cesar compie una parata strepitosa, Ibrahimovic prova un tiro pericoloso su calcio di punizione e la palla finì fuori. Nella ripresa succede di tutto, l'Inter continua a resistere, ma il Barcellona era dietro l'angolo; eravamo nei minuti finali e il clima era sempre più teso, Bojan Krkic colpisce di testa e manca di pochi millimetri la porta. Pochi istanti dopo, Gerard Piquè porta in vantaggio i catalani, serve un'altro goal per andare in finale. Xavi ci prova e Julio Cesar tiene in vita l'Inter, erano le ore cruciali e poco dopo arriva il 2-0 del Barcellona che quest'ultimo viene annullato per un presunto fallo di mano. All'ultimo minuto arriva il calcio d'angolo per il Barcellona, i catalani provano a segnare, ma Lucio butta il pallone fuori e al fischio finale può partire la festa interista. Mourinho in campo esulta come un pazzo, i giocatori dell'Inter avevano conquistato una finale che mancava da 38 anni. A casa mia la festa era stupenda, io scoppiai dalle lacrime perchè era tutto vero, mio padre mi abbracciò così forte per questa notte magica. 

Arrivamo infine al quel giorno tanto atteso, il 22 maggio 2010. Si fece sera, era l'ora decisiva per tutti i tifosi neroazzurri, scendevano in campo il Bayern Monaco di Louis Van Gaal e appunto l'Inter. I Bavaresi erano anche loro in cerca del triplete, la squadra era stellare, c'erano: Philippe Lahm, Arjen Robben, Mark van Bommel, Bastian Schweinsteiger, Ivica Olic, Thomas Müller, Mario Gomez e infine Miroslav Klose. Le due squadre creano subito occasioni, al 35esimo minuto Julio Cesar compie un lancio lungo, sponda di testa di Milito per Sneijder che restituisce la palla all'argentino e porta subito in vantaggio l'Inter. Nella ripresa, il Bayern Monaco non ci sta e va subito all'attacco con Müller, ci vuole un super intervento di Julio Cesar. Ci prova poi Arjen Robben e anche quì Julio Cesar ci mette la manona. Al 70esimo minuto arriva il colpaccio tanto atteso; Eto'ò serve Diego Milito fuori dall'area con l'argentino che avanza in avanti, salta Van Buyten con una finta e calcia di destro mandano il pallone all'angolino basso. Al fischio finale, l'Inter conquista uno storico treble, dopo 45 anni siamo campioni d'Europa, Mourinho ha fatto come con Helenio Herrera. I tifosi sono increduli, hanno visto l'Inter vincere la Coppa dei Campioni, tra le lacrime di gioia, in una notte che passerà alla storia.

Prima del fischio finale, io, mio padre e mia madre avevamo preso la bandiera neroazzurra e ci stavamo dirigendo per Piazza Incoronazione. C'erano tantissimi tifosi dell'Inter che festeggiavano con grande gioia attraverso le loro macchine e i loro motorini, nel viale della stazione venne allestita una batteria (tipica tradizione della nostra festa patronale) e quando capitan Javier Zanetti alzò al cielo la coppa dalle grandi orecchie, i tifosi impazzirono nel vedere il capitano argentino alzare quel trofeo prestigioso. Subito dopo, partì la batteria e la festa continuò fino a tardi, c'erano con noi anche i miei zii e alcuni amici di mio padre, era un momento storico che lo porterò per tutta la mia vita. Mio padre, non ci stava a credere, aveva visto con i suoi occhi un trionfo inaspettato, nemmeno io ci stavo a credere, perchè è stata una stagione storica, la gioia più bella in quel decennio appena iniziato.

Un giorno racconterò ai miei figli questa Grande Inter di Josè Mourinho. Il 2010 per me è stato l'anno più bello e me lo ricordo come se fosse ancora oggi.

Un abbraccio Il Tifosino