Semplice, organizzato, aggressivo: anche nel 2021 ripartono così i soliti butei del Hellas, espugnando il Picco di La Spezia grazie ad una prodezza di Zaccagni, che va pian piano conquistandosi un posto in maglia azzurra.

Jurić continua con il suo 3-4-2-1 nonostante in estate gli si sia stata tolta parte dell’ossatura: Verre, Amrabat, Rrahmani, Pessina e Kumbulla volati verso altri lidi. Ha saputo ridisegnare i suoi scaligeri con innesti di giovani sconosciuti  Tameze,Ilic e Lovato su tutti o giocatori di talento in cerca di rilancio come Barak e Kalinić (vittima di noie muscolari). Molti lo paragonano a Giampiero Gasperini, dove è stato suo secondo con Inter e Palermo, spiccando poi il proprio volo acquisendo il patentino a Coverciano. Certo il modulo camaleontico è lo stesso, affidandosi a giocatori elastici che possono ricoprire più ruoli, ma l’impostazione del tecnico Croato è meno estetica, più pratica, ma mai noiosa nonostante si badi prima al non prenderle. Sarà per questo che i gialloblù sono la seconda difesa della Serie A con sole tredici reti subiti. 

Analisi tecnica
Davanti all’ottimo Silvestri entrato nel giro della nazionale in punta di piedi, la retroguardia a tre bada al sodo senza troppi isterismi tecnici e tende a fornire il pallone a uno dei due esterni di centrocampo per dare subito ampiezza alla manovra. Uomini di corsiafondamentali a tutto campo: li puoi trovare a fornire assist in area avversaria o in ripiegamento nelle vesti di terzini difensivi, permettendo al difensore centrale di uscire fuori ed andare a prendere il suo uomo, che in genere è il giocatore più pericoloso della squadra avversaria. In mediana un regista a dettare i tempi e un centrocampista tutto fosforo che corre, interrompe e si propone per tutti. Nel reparto avanzato i due trequartisti svariano su tutto il fronte d’attacco dando imprevedibilità e profondità alla manovra, con la partecipazione della prima punta che oltre ad essere mobile deve saper giocare di sponda, avere il guizzo e la spizzata per il goal, prototipo del attaccante moderno. In fase di non possesso il pressing alto parte proprio da loro andando a prendere i centrali avversari, mentre uno dei fantasisti in genere il più duttile tallona il play maker avverso.

Questo è il Verona del mago Jurić, la cui genialità si vede anche nelle intuizioni delle limature volte al perfezionamento e alla sicurezza dei meccanismi di gioco. Non ultima quello di prendere Di Marco esterno offensivo e arretrarlo nei tre dietro, garantendo velocità e progressione e rendendo dura la vita ad avversari dinamici che arrivano dalle sue parti...
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