La 15esima giornata mette in scena due big match uno a Milano e l'altro a Roma. Si parte venerdì sera a San Siro dove si affrontano la capolista Inter e la bella Roma di Paulo Fonseca. L'altro big match va in scena all'Olimpico di Roma dove i campioni d'Italia (non al meglio) saranno ospiti di una Lazio che non perde da due mesi e viene da sei vittorie consecutive. Di seguito analizziamo tutte le partite in programma.

SAMPDORIA - PARMA

La Sampdoria viene dalla rocambolesca sconfitta patita in Sardegna, venendo rimontata 2 volte per poi vedersi superare all’ultimo istante dal gol di Cerri. Un duro colpo per la squadra di Claudio Ranieri, che a livello psicologico dovrà esser bravo – come del resto ha sempre dimostrato di essere – nel ripristinare le energie psicofisiche dei suoi uomini. Se la classifica è sempre negativa e riporta i doriani al ben poco tranquillo 17° posto, il reparto offensivo ha iniziato a funzionare e può essere un buon motivo per sperare nella risalita. Infatti, mai prima d’ora, in questa stagione di Serie A, la Sampdoria aveva trovato 3 volte la via del gol nella stessa partita. Reti che seguono le 2 segnate all’Udinese una settimana prima: 5 gol in 2 partite non è uno score affidabile, ma è indicativo circa un cambiamento che sta prendendo sempre più piede e l’effetto Ranieri inizia a vedersi. Lo step successivo è quello dei punti, che finora mancano: solo 12 dopo 14 giornate. All’ex allenatore del Leicester il compito di registrare nuovamente la difesa mantenendo inalterata la pericolosità offensiva: trovato l’equilibrio, la Sampdoria potrà iniziare a vivere un campionato molto probabilmente più tranquillo.

La squadra di D’Aversa, invece, arriva alla trasferta genovese reduce da un buon momento di forma, seppur rovinato dal gol di Theo Hernandez segnato a 2 minuti dalla fine dalla sfida con il Milan. I punti in classifica, comunque, sono ben 18 (ex aequo con un sorprendente Hellas Verona) e una vittoria potrebbe insidiare il Napoli, ad oggi a +2 sui ducali. Gli emiliani, che vengono da 2 vittorie (di cui una contro Roma), 3 pareggi (con Inter, Bologna e Fiorentina) e 3 sconfitte (di cui una, come detto, contro i rossoneri). La squadra c’è ed ha intenzione di continuare a sorprendere, a maggior ragione ora che il bomber danese Cornelius è tornato a disposizione (ed ha giocato come subentrante contro il Milan).

BOLOGNA - MILAN 

I felsinei riceveranno un Milan che da tempo rimanda la propria rinascita, obiettivo che potrà essere raggiunto solo attraverso quella continuità di risultati che fino a oggi è mancata anche sotto la gestione di Stefano Pioli, chiamato a campionato già iniziato al posto di Marco Giampaolo e che fino a questo momento è riuscito solo in parte a risollevare una squadra che ancora cerca i gol del bomber Piatek e un preciso equilibrio tattico.

Ecco perché Bologna-Milan è una gara tanto interessante: entrambi i club cercano continuità di risultati, e un successo potrebbe portare nuove energie e una rinnovata fiducia nei propri mezzi. Viceversa una sconfitta potrebbe rimandare per l’ennesima volta questo discorso, complicando il percorso verso il raggiungimento dei rispettivi obiettivi. Il Bologna non batte il Milan dal 2016, ma al Dall’Ara il successo contro il Diavolo manca addirittura dal 10 marzo 2002, Bologna-Milan 2-0 con reti di Fresi e Cruz. Da allora lo stadio di casa degli emiliani ha accolto i rossoneri altre 13 volte, assistendo a 4 pareggi e 9 successi ospiti.

TORINO - FIORENTINA 

Il Torino, reduce dalla vittoria di misura della settimana scorsa, si trova 10° in classifica con 17 punti, ma è reduce da due mesi nei quali ha racimolato 2 vittorie (contro Genoa e Brescia), 2 pareggi e ben 4 sconfitte. Un ruolino di marcia non esattamente in linea con le aspettative di presidente e tifoseria, ma Urbano Cairo ha sempre confermato la stima e la fiducia nelle capacità tecnico-tattiche di Walter Mazzarri. Certamente, un altro risultato negativo farebbe ripiombare nel limbo delle domande da porsi il numero uno granata, ma l’intenzione della squadra è quella di fare bottino pieno contro un avversario in difficoltà e consolidare il posto in classifica (magari anche migliorandolo, dipenderà dalle altre) e consolidare il posto sulla panchina dell’ex allenatore di Inter, Napoli e Sampdoria (tra le altre). Impresa non facile senza il gallo Belotti, ma necessaria per non essere risucchiati dalla forza centrifuga di quel che potrebbe essere, altrimenti, un campionato anonimo e privo di ambizioni.

La Fiorentina, invece, reduce dalla vittoria in Coppa Italia contro il Cittadella, dovrà affrontare i granata dopo 3 sconfitte consecutive in Serie A: Lecce, Verona e Cagliari. Se si mettono a confronto i risultati dei viola a quelli del Torino, anche i toscani non se la sono passata troppo bene negli ultimi 2 mesi: 2 vittorie, 1 pareggio e ben 4 sconfitte. Per una squadra composta da un tasso tecnico così elevato è senz’altro un periodo di rendimento fortemente negativo, al quale si sommano le assenze per infortunio di Ribery e Pezzella. Dovrà essere bravo Vincenzo Montella nel saper imbrigliare un Toro probabilmente più in salute dal punto di vista psicofisico, ma che sul piano della qualità resta comunque un gradino sotto alla squadra di Rocco Commisso. Una vittoria, inoltre, non solo sarebbe una boccata d’ossigeno per l’ex tecnico del Milan, sul quale hanno già iniziato a circolare le voci di un possibile esonero, ma permetterebbe anche alla Fiorentina di superare in classifica proprio i granata di Torino. Motivo in più per aspettarci una partita intensa e giocata ad alti ritmi, anche senza gli infortunati illustri.

SPAL - BRESCIA 

La SPAL è reduce dalla sconfitta subita per mano dell’Inter (2-1) e non vive un buon momento di forma. Tutt’altro: negli ultimi 2 mesi di campionato, i biancoazzurri hanno conquistato 1 vittoria (contro il Parma, 5 ottobre), 3 pareggi e 4 sconfitte. Un ruolino di marcia preoccupante, così come preoccupante è la posizione in classifica: se l’anno scorso la squadra di mister Semplici ha stupito per solidità e pragmatismo, quest’anno si ritrova al penultimo posto con 9 punti e la situazione è tutt’altro che serena. Tuttavia, l’avversario di domenica è il meno temibile di questa Serie A, l’unica squadra con meno punti dei ferraresi: ecco, quindi, che vincere contro il Brescia del ritornato Corini sarà essenziale a livello di punti, di morale e di autostima, per recuperare quegli automatismi e quella consapevolezza che paiono minati in questa prima parte di stagione. La missione non sarà semplice, ma non è proibitiva. Non può esserlo per una squadra che ambisce a rimanere in Serie A.

Il Brescia, dall’altra parte, ha esonerato Fabio Grosso dopo il peggior debutto nella storia della Serie A: mai nessuno, in precedenza, nei primi 3 incontri aveva perso 3 partite subendo 10 gol e senza segnarne alcuno. Era evidente che il problema delle rondinelle non fosse Eugenio Corini, che è stato richiamato al compimento di una missione oggettivamente ai limiti dell’impossibile, salvo sorprese a gennaio. Il Brescia, che ha perso 3-0 in casa contro l’Atalanta, negli ultimi 2 mesi ha raccolto 1 pareggio e ben 6 sconfitte (rimandata al 18/12 la 7a giornata con il Sassuolo, a causa della dipartita del presidente Squinzi). Uno score non preoccupante, di più: i lombardi non vincono dal 21 settembre (contro l’Udinese) e pare difficile pensare che il buon Corini, allenatore senza particolari responsabilità nell’andamento di questa squadra in campionato, possa invertire il trend, nonostante l’ambiente bresciano speri in una scossa emotiva e nei lampi da fuoriclasse di quel genio e sregolatezza che è Mario Balotelli.

SASSUOLO - CAGLIARI 

Dopo aver frenato la corsa-Scudetto della Juventus con una splendida prestazione allo Stadium, dove a tratti avrebbe meritato persino la vittoria, il Sassuolo vuole proseguire nella sua risalita verso una posizione in classifica che ritiene più consona per le proprie ambizioni, lontano dalla zona retrocessione che non merita. I neroverdi infatti continuano a essere una squadra propositiva, votata al bel gioco e alla valorizzazione di numerosi talenti, e sono pronti a misurarsi contro la rivelazione assoluta della Serie A nella 15esima giornata.

Parliamo naturalmente del Cagliari di Rolando Maran, ancora al quarto posto in solitaria dopo un’ultima giornata che lo ha visto confermarsi a fatica con una rocambolesca vittoria per 4- 3 sulla Sampdoria. Partiti per ben figurare, i sardi nutrivano velate ambizioni europee grazie a un mercato estivo importante: nessuno avrebbe tuttavia immaginato che prossimi al giro di boa Joao Pedro e compagni sarebbero stati in corsa per un posto in Champions League che rimane difficile ma che non è più un sogno impossibile. Serviranno conferme continue, questo è certo, a partire dalla trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo: il Cagliari vuole i tre punti per non smettere di sognare.

LECCE - GENOA

Il Lecce è reduce dalla vittoria di misura ottenuta all’Artemio Franchi contro la Fiorentina, grazie alla quale è salito al 15° posto con 14 punti conquistati in altrettante partite. La squadra di Fabio Liverani vive, tra l’altro un buonissimo momento di forma, avendo raccolto negli ultimi 2 mesi 1 vittoria, 5 pareggi e 2 sconfitte. Punti importanti conquistati contro Milan, Juventus, Cagliari e (appunto) Fiorentina, tra le altre. Un altro risultato positivo, specie contro una diretta concorrente nella lotta salvezza, darebbe ulteriori stimoli e autostima ad una squadra, quella dell’ex centrocampista di Lazio e Perugia, che ha voglia di rimanere in Serie A predicando calcio e divertendo il proprio pubblico.

Il Genoa, invece, viene da un periodo negativo, come conferma anche la classifica di Serie A, che lo vede al 18° posto a soli 10 punti. Negli ultimi 2 mesi, il Grifone ha messo insieme 1 vittoria, 2 pareggi e ben 5 sconfitte. Thiago Motta, subentrato ad Aurelio Andreazzoli, da quando è arrivato sulla panchina del Genoa, ha raccolto 1 vittoria, 2 pareggi e 3 sconfitte. Un ruolino di marcia da cambiare quanto prima, per cercare di rendere meno impossibile una missione che facile, comunque, non è per niente. Una vittoria dei genovesi, tuttavia e tutt’altro che impronosticabile, porterebbe ad un virtuale sorpasso sulla Sampdoria e ad un -1 dal terzetto composto da Udinese, Sassuolo e proprio il Lecce che andrà ad affrontare nel weekend. Ecco, dunque, che a Genova la parola d’ordine è non mollare adesso.

UDINESE - NAPOLI 

L’Udinese, reduce dal 3-0 secco subito a Roma dalla Lazio, non vive eufemisticamente il periodo di forma più esaltante della stagione: nelle ultime 6 partite di campionato, infatti, i friulani hanno conquistato 1 vittoria ed 1 pareggio, mettendo insieme 4 sconfitte. In questo lasso di tempo, i bianconeri hanno subito ben 17 reti, palesando una forte carenza non solo sul piano tecnico della difesa, ma anche della fase difensiva intesa come solidità tra reparti ed applicazione dei principi tattici dettati da Tudor prima e da Gotti poi. La partita contro il Napoli è l’occasione ideale per rilanciarsi a livello di mentalità ed autostima, perché, sebbene quella contro la squadra di Ancelotti sulla carta sia una partita senza storia, nemmeno gli azzurri vivono un momento di grande serenità. Ed un buon risultato contro i più quotati partenopei potrebbe essere una grande iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione in Friuli.

Il Napoli, d’altra parte, arriva alla trasferta friulana a secco di vittorie da ben 6 giornate (4 pareggi e 2 sconfitte) ed in piena crisi tanto di prestazioni, quanto di risultati. Carlo Ancelotti lo aveva detto, nel dopogara contro il Bologna: si sarebbe confrontato con i giocatori affinché ognuno si assumesse delle responsabilità e ci mettesse di più per essere utili alla causa azzurra. Il dislivello tecnico dovrebbe indirizzare il risultato dalla parte degli ospiti, ma la componente umana è una variabile che non sempre numeri e statistiche riescono a prevedere. Anzi, quasi mai. Ecco, quindi, che per quanto sulla carta possa risultare una partita abbordabile per i partenopei, l’Udinese di Gotti sarà un avversario da non sottovalutare affatto. Il rischio, altrimenti, è quello di collezionare l’ennesimo risultato deludente, che si aggiungerebbe a tutti gli altri e potrebbe far fare ad Aurelio De Laurentiis qualche riflessione in merito alla permanenza di Carlo Ancelotti sulla panchina della squadra.

ATALANTA - VERONA 

Se consideriamo per buono l’antico detto che sostiene il fatto che raggiungere la vetta sia ben meno difficile che restarci, la stagione in corso è l’ennesima conferma sulla bravura di Gian Piero Gasperini, tecnico da anni tra i migliori d’Italia e artefice della prepotente ascesa al vertice dell’Atalanta. Un’ascesa inarrestabile e basata unicamente sul gioco e sulle idee, trasformate in realtà da una squadra che dopo aver centrato la scorsa stagione la prima storica qualificazione in Champions League è partita quest’anno senza nascondersi, decisa a trasformarsi da outsider in una vera e propria big.

Stanca anche a causa degli impegni europei e a causa di una rosa tutt’altro che chilometrica, la Dea ha leggermente frenato nelle ultime giornate in Serie A prima di tornare alla vittoria nel derby lombardo contro il Brescia. Il prossimo ostacolo per tornare con decisione in zona-Champions è però tutt’altro che facile, dato che a Bergamo arriva il Verona di Ivan Juric. L’ex tecnico del Genoa, dove ha studiato alla corte di Gasperini, ha idee simili al maestro ma che all’Hellas sono state applicate in fase difensiva con ottimi risultati, portando una squadra da molti data per retrocessa alla tranquillità della metà classifica.

INTER - ROMA

Anche se era stato chiamato per rendere nuovamente l’Inter una seria candidata allo Scudetto, in pochi si immaginavano che Antonio Conte sarebbe riuscito così prontamente a trasformare la realtà nerazzurra plasmandola alle proprie idee e al proprio desiderio di vittoria. L’allenatore pugliese è riuscito a creare un gruppo unito e compatto, capace con 12 vittorie in 14 giornate di mettersi alle spalle la Juventus da 8 anni campione d’Italia e che si è dimostrato forte anche dal punto di vista mentale, portando a casa gare nate male e che un tempo si sarebbero tradotte in punti persi.

Un gruppo, quello nerazzurro, di cui avrebbero potuto fare parte anche Kolarov e Dzeko, tra i migliori di una Roma che dopo essere riuscita a trattenere le proprie stelle ha affidato il proprio progetto di rinascita al portoghese Paulo Fonseca. Nello scetticismo generale il tecnico ex-Shakhtar è riuscito a far germogliare le proprie idee, e anche se protagonista di un rendimento con alti e bassi – anche a causa degli infortuni – la Roma è la quarta forza del campionato insieme al Cagliari e con 4 vittorie nelle ultime 5 giornate rappresenta un esame importante per i desideri di grandezza dell’Inter.

LAZIO - JUVENTUS 

La Lazio è reduce dalla netta vittoria contro l’Udinese (3-0) ed è più consapevole che mai: i biancocelesti, infatti, non perdono da 9 incontri (da Inter-Lazio), durante i quali ha raccolto 7 vittorie e 2 pareggi. Peraltro, la squadra di Simone Inzaghi ha una striscia vincente aperta di 6 vittorie consecutive e la fiducia de giocatori e l’autostima dei biancocelesti non avrebbe potuto essere più alta, condizione ideale per ospitare una compagine come quella juventina tra le mura amiche. La Lazio ha dalla sua parte il capocannoniere del campionato, Ciro Immobile, sempre più leader solitario nella classifica cannonieri (e sulla strada per battere il record di Higuain), gode di un Luis Alberto in versione assistman più ispirato che mai ed è, finalmente, una squadra spensierata e pericolosa. Fare un risultato positivo contro la Juventus non sarà facile, ma non ci sarebbe stato momento migliore per affrontare i bianconeri.

La Juventus, dall’altra parte, arriva alla trasferta romana reduce dal pareggio dello Stadium contro il Sassuolo, che è costato agli uomini di Sarri il primo posto in classifica. Difficile immaginare una Juventus non arrembante e desiderosa di “vendicare” il mezzo passo falso di Torino, ma se da una parte l’immenso talento della rosa bianconera è impareggiabile per qualsiasi squadra di Serie A, dall’altra la grande pressione data dall’avere una seria contendente per il titolo dopo anni (l’Inter) e l’ossessione di tornare in vetta senza perdere tempo, potrebbero giocare un ruolo non indifferente nella mente degli uomini di mister Sarri. La Juventus partirà favorita, ma portare a casa il risultato dall’Olimpico non sarà compito facile per nessuno quest’anno, bianconeri compresi