120 anni di passione ed una festa in bianco

18/12/2019

Oggi inizio con qualche riflessione sparsa, una sorta di Zibaldone dei pensieri.
Vi risparmierò la mia opinione sull’opera d’arte di Maurizio Cattelan, ovvero la banana appesa al muro con del nastro adesivo. Parto subito forte con i 120 anni compiuti dal Milan. Sono arrabbiato, deluso, sorpreso, nostalgico e poco speranzoso. Con il Sassuolo era assolutamente necessario conquistare i tre punti; invece è stata gettata alle ortiche la possibilità di superare il Napoli in classifica e di chiudere il trittico di partite “alla portata” nel migliore dei modi. Da qui nascono la mia rabbia e la mia delusione perché, è brutto dirlo ma è così, la prossima partita con l’Atalanta (non l’Inter o la Juventus!) sarà proibitiva. Il tributo ai grandi ex rossoneri doveva essere spettacolare. Durante l’intervallo di Milan – Sassuolo avviene la sfilata di Leggende: ci sono ovviamente Boban e il grande Paolino Maldini, il “Milanista del Secolo”, Franco Baresi, il primo Pallone d’Oro italiano, Gianni Rivera; per me sarebbe già abbastanza così. Si prosegue con l’eroe di Wembley e della prima Coppa Campioni vinta da un’italiana, Josè Altafini, intravedo (non me ne voglia Bruno Conti) l’ala azzurra più forte di tutti i tempi, Roberto Donadoni e ci sono pure Billy Costacurta e Marco Simone. In pochi riconoscono Angelo Benedicto Sormani o Jean Pierre Papin, il Pallone d’Oro che rimaneva in panchina per far spazio al Cigno di Utrech.
A proposito, ma i Tre Olandesi? Kakà e Sheva? E King George? Tutti troppo impegnati.
Si passa agli allenatori: Sacchi, Capello e Massimiliano Allegri. Quest’ultimo poteva pure rimanere a casa visto che ha evitato di indossare la sciarpa rossonera celebrativa col numero “120”.
Sono deluso e al contempo sorpreso: iniziano a sfilare Zaccardo (con le sue misere diciassette presenze!), Antonini e Abate. Del primo ricordo solo un goal alla Juve e i tanti chilometri macinati inutilmente sulla corsia mancina; il secondo è rimasto famoso per la sua velocità e per tutti i goal regalati a Diego Milito nei Derby. Scusate, con tutto il rispetto per Luca ed Ignazio, ma non doveva essere un red carpet per Leggende Rossonere? Evidentemente no, perché c’è pure Marco Borriello: forse lo avranno chiamato per portare un po' di “gnocca” alla festa. L’effetto sorpresa lascia il posto alla nostalgia. Sono trascorsi vent’anni ma ricordo benissimo i festeggiamenti per il Centenario. A parte lo Scudetto vinto un po' inaspettatamente con Zaccheroni, anche allora era un periodo di vacche magre. In squadra però militavano tanti campioni e la rinascita era dietro l’angolo. Oggi è molto diverso: ho atteso fiducioso la notizia dell’ingaggio di Zlatan Ibrahimovic ed invece sembra che l’affare sia andato a farsi benedire. Le speranze di rivedere il trentottenne asso svedese in rossonero sono ridotte al lumicino. E’ l’unico Campione che potremmo permetterci e sarebbe il regalo, in ritardo ma perfetto, per festeggiare al meglio il traguardo dei 120 anni e chiudere un cerchio apertosi quasi otto anni fa.

All’appello mancavano Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso. Il buon Carletto, pur di non stare fermo con l’ansia di vedersi recapitare l’invito a sedere di nuovo sulla panchina del Diavolo, sta per firmare, manca solo l’ufficialità, per la squadra inglese dell’Everton che occupa il quintultimo posto in classifica. Prepariamoci a chiamarlo “Carlo d’Inghilterra”, considerata l’offerta shock di contratto: 27 milioni di euro fino al 2024. Niente male per un allenatore che è stato appena esonerato.

L’inizio di Gattuso sulla panchina del Napoli non è stato dei migliori. Il povero Gennaro ha una sfortuna incredibile visto che all’esordio in Serie A, nel Dicembre 2017, il suo Milan riuscì nell’impresa di far pareggiare al 95’ il Benevento con un goal del portiere Brignoli. Gattuso è sempre stato chiamato ad allenare in condizioni societarie non facili e sembra bravo a “cacciarsi” in situazioni “tortuose”: inizia la sua carriera da allenatore con il Palermo di Zamparini (che ha sempre fatto collezione di esoneri), va a finire all’Ofi Creta, dove non pagavano neppure gli stipendi, poi al Pisa, in piena crisi societaria, riparte dal Milan Primavera prima di essere scelto da Mirabelli per sostituire Montella. Vive in rossonero il traumatico passaggio di proprietà dai cinesi al Fondo Elliott ed il resto è storia recente. Accettare di sostituire Ancelotti alla guida del Napoli, tra ammutinamenti, multe e stipendi congelati, è stata davvero una scelta coraggiosa. Da uno soprannominato Ringhio c’era da aspettarselo. Auguri di cuore! Buona fortuna soprattutto per la Champions.
L’urna non è stata per niente benevola: Messi calcherà il campo del San Paolo per la prima volta in carriera. Il San Paolo, lo stadio di Diego Armando. Ed impazza subito il toto sondaggio: chi è il calciatore più forte di tutti i tempi? Messi o Maradona? Per tutti i Napoletani la domanda è retorica e non vedono l’ora di godersi dal vivo il pluri Pallone d’Oro per continuare a sostenere che esiste un solo D10S!

Mentre scrivo mi avvisano da Genova. Allo Stadio Marassi è stato avvistato un “alieno” che ha colpito di testa la palla a 2,56 metri di altezza. Indossa una maglia bianconera col numero “7” sulle spalle ed ha appena portato la Juventus in vantaggio sulla Samp. Rispondetemi adesso, chi è il miglior giocatore nella storia del calcio?


P.S.: Dal 1999 acquisto e conservo gelosamente “La Gazzetta dello Sport” che immortala un evento importante o una vittoria del Milan. Mi ritrovo dunque con la Gazzetta che celebra il “Centenario”, la storica finale di Manchester con la Juventus, i Palloni d’Oro di Kakà e Shevchenko, il cielo azzurro sopra Berlino, ecc… Giorno 16 Dicembre, non posso mancare all’appuntamento e penso: <<Diavolo, le cose vanno maluccio ma sono pur sempre 120 anni!>>.
Mi presento in edicola, mi avvicino ai quotidiani, tiro fuori dall’espositore il giornale in rosa. Uno sguardo furtivo alla prima pagina ed ho voglia di risistemarlo: il titolone a lettere cubitali recita: “Ti ho presa!”, riferendosi alla Juve e a Cristiano Ronaldo. Poco più sotto, sempre in evidenza: “Inter frenata, al 92’ la beffa e l’aggancio”. In basso, quasi ad occupare mezza pagina, la pubblicità di “fughe ibride a tecnologia Resina-cemento”. E l’articolo sui 120 anni del Diavolo? Nel taglio alto, una foto poco chiara con accanto uno “strillo” (“contornato” o “civetta”, chiamatelo come volete sembra un ritaglio minuscolo rimane!) recita tristemente così: “Festa in bianco: col Sassuolo… traversa, palo ed è solo 0-0”.
In un mondo che considera arte una banana appesa con lo scotch ed esiste qualcuno che spende centoventimila (120.000) dollari per acquistarla è facile non avere più rispetto di un “vecchietto”, neanche nel giorno della sua festa.   

Buon compleanno, 120 anni di Gloria non si possono dimenticare! Grazie di tutto!