"Massimo, ti consiglio le pellicole Agfa-Gevaert, per ritrarre diapositive sono tra le più performanti, hanno una buona risoluzione e mantengono inalterati i colori anche a distanza di tanti anni!"  "...Ok...grazie Roberto...mi hai convinto... dammene pure 10 rulli...grazie!".
Mi trovavo in un negozio di cine-foto-ottica alle 9 del mattino nel quartiere Ostiense di Roma. Roberto, uno dei commessi del negozio, mi conosceva bene, ogni 15/20 giorni ero ad acquistare fogli di carta fotografica, dato che mi dilettavo in casa a sviluppare e stampare le mie fotografie in bianco e nero, una volta che la sera, quando si erano coricati i miei genitori, trasformavo l'unico bagno di casa in una improvvisata camera oscura ed i risultati, dopo i primi immancabili flop, furono veramente esaltanti.

Dopo una mezz'oretta entro con la mia nuova 500 color aragosta nel parco condominiale di una tranquilla stradina adiacente il trafficato Viale Marconi. L'area era tutta inghirlandata a festa con variopinti addobbi floreali e varie piante in vaso ornavano la scalinata dell'androne del palazzo e mentre mi accingevo lestamente a salire tre rampe di scale  per salutare la mia amata avverto una mano sulla mia spalla destra che frena il mio slancio. Si trattava di Corrado il portiere dello stabile della mia fidanzata Angela che mi diceva: "...Noo ..Massimo...dove vai?!...porta male!!...non andare!!....porta male veder la sposa prima della cerimonia!!". Quel seppur sommesso trapestio venne udito da Angela che si affacciò per un attimo all'uscio della porta mentre io ero rimasto nel pianerottolo sottostante ed osservavo quell'unico, raro quadro cinematografico ancora impresso nella mia mente... la novella sposa aveva già indossato l'abito nuziale bianco impreziosito da filari di ricami, dietro di lei c'era la parrucchiera che stava dando gli ultimi ritocchi all'acconciatura...
Angela era semplicemente stupenda!
Ma mi dovetti fare da una parte, stavano salendo i fotografi con tutte le loro attrezzature ed il fioraio con il bouquet per la sposa. Mi resi conto che era piuttosto tardi, dovevo correre a casa per indossare l'abito da sposo... lanciai l'ultimo bacio da scapolo ad Angela e lei contraccambiò subito. Fra due ore due anelli ci avrebbero congiunto per molti anni, quanti fate voi, non sono mai stato bravo in matematica. Ricordo soltanto che era un sabato mattina, il sole era già splendente. Era appena iniziato il mese di Giugno, correva l'anno di grazia 1974.
Alle 13.30 uscimmo dalla Basilica di San Paolo Fuori Le Mura, io ed Angela eravamo marito e moglie.
Foto, pioggia di chili di riso e confetti, sorrisi, abbracci, lacrime, pacche sulle spalle, risa e battute a non finire e poi tutti, di corsa e con molto appettito al ristorante presso l'Abbazia delle Tre Fontane nel quartiere Eur.
Gesù...quanti bei ricordi...!!
La nostra prima notte di nozze la vivemmo nel nostro piccolo appartamento preso in affitto a Monte Sacro a pochi passi dal mio lavoro, un centro assistenza elettrodomestici, mentre Angela, disegnatrice di arredamenti, doveva prendere due autobus per raggiungere lo studio di architettura presso cui operava. Il giorno appresso, anniversario della Repubblica, assistemmo alla parata militare, tutti i mezzi della sfilata del 2 Giugno provenienti dalle caserme della Cecchignola, transitavano allora lungo Viale Marconi per raggiungere Via dei Fori Imperiali luogo dell'evento. In quella zona abitavono le due nostre famiglie, e per non far torto a nessuna, pranzammo presso i miei e cenammo presso i suoi.  L'indomani partimmo con la nostra 500 alla volta del porto di Genova, ove la motonave Cabo San Sebastian avrebbe dato il via al nostro lungo viaggio di nozze e alla nostra indimenticabile luna di miele, sbarcandoci al mattino seguente al porto di Barcellona.
Rimanemmo per quattro giorni a Barcellona, visitando di tutto, dalla Sagrada Familia alle Ramblas, da casa Battlò al Parc Guell, dalla Pedrera alla Plaza de Toros con la cruenta Corrida ( folkloristica ma proppo disumana), per poi proseguire il nostro tour in aereo alla volta di Palma de Majorca ed il suo splendido mare. 
Dopo una decina di giorni in terra di Catalogna tornammo verso casa attraversando, sempre con la mitica 500, la Francia, passando per la Camargue, il golfo di Marsiglia, la Costa Azzurra, il Principato di Monaco, Montecarlo per poi sconfinare in Italia,  attraversare le riviere di Ponente e Levante, pernottare in un ridente paesino delle Cinque Terre, ed il giorno appresso dopo un'immancabile sosta con tanto di foto-simbolo a "sorreggere" la Torre di Pisa il ritorno nella Capitale e la ripresa dei frenetici ritmi del lavoro. Ma il ricordo di quelle indimenticabili settimane è ancora vivo dentro di noi, e per rigoderne al meglio tutto il suo antico sapore, mia moglie Angela mi chiede di poter rivedere proiettate le diapositive di allora.

Lessi dalla Spagna e poi dalla Francia le novità del calcio mercato estivo operato dalla squadra Rossonera all'inizio di quel nuovo campionato '74/'75. Il Milan cambia parecchi elementi della sua rosa, tra gli arrivi di grido spicca quello del portiere Ricky Albertosi, a lungo estremo difensore della nostra Nazionale, proveniente dal Cagliari di Scopigno e Gigi Riva, vincitore dello scudetto nel 1970 dopo un secondo posto nella stagione precedente, inoltre arrivò il difensore Aldo Bet e l'attaccante del Varese Egidio Calloni, soprannominato il "Bomber imperfetto" (bello invece ricordarlo nella sua mitica rovesciata che diede la vittoria al Milan ospite in casa della Roma nel campionato '74/'75).   Invece dopo 9 anni di luminosa carriera saluta le fila del Milan il difensore Karl Schnellinger  e così la squadra in quel campionato avrà una rosa completamente italiana.   
Alla guida viene chiamato Gustavo Giagnoni dopo le positive esperienze granata. Nonostante tutti i cambiamenti il campionato del Milan sarà modesto e a complicare la situazione ci sarà anche il capitano Gianni Rivera che entrerà in conflitto con il Presidente Albino Buticchi.  L'allenatore Giagnoni si schiererà dalla parte della Società ed il "golden boy" rimarrà fuori squadra. E così i rossoneri privi del suo capitano ammirarono da lontano la lotta per il primato, un discorso che si consumò tra Napoli e Juventus, vedendo quest'ultima alla fine fregiarsi del suo 16° scudetto. Per il Milan ci sarà solo un 5° posto, dietro alla Roma 3°, alla Lazio 4°, e davanti al Torino 6°. Potrebbe consolarsi con la Coppa Italia arrivando in finale contro la Fiorentina, ma che purtroppo, nonostante un'avvincente rimonta, perderà per 3 reti a 2. 
Il campionato ebbe un inizio non esaltante, nella 1ma giornata il Milan pareggiò a Marassi contro la Sampdoria per poi essere battuto la domenica successiva a San Siro contro la Juventus. Ma seguì un filotto di ben 9 risultati utili consecutivi, 4 vittorie e 5 pareggi che portarono il Milannelle zone alte della classifica. Al giro di boa del campionato i rossoneri avranno 18 punti (non c'erano ancora i 3 punti per la vittoria) e manterranno lo stesso ritmo anche nel girone di ritorno chiudendo appunto al 5° posto co 36 punti (in totale 12 vittorie, 12 pareggi e 6 sconfitte di cui una sola subita in casa ad opera della Juve). Quella quinta posizione in classifica gli varrà la partecipazione alla Coppa Uefa '75/'76 dove verrà eliminato ai quarti di finale dai belgi del Bruges.

L'atmosfera che aleggia in salotto per la visione delle diapositive mi riporta al ricordo di una delle sale dell'oratorio dove proiettavano un film nei pomeriggi dopo la lezione di catechismo, ma parlo della fine degli anni '50, ormai queste cose non esistono più. Comunque il vecchio dia-proiettore sistemato sull'ormai inusato tavolino da fumo, il treppiedi con il telo srotolato per la visione delle foto, le tapparelle abbassate per la visione con il sottofondo del sibilo della ventola di raffreddamento mi riconduceva mentalmente a quella stanza e a quel lontano periodo. Una decina di caricatori scorrono nel proiettore tra i nostri più disparati commenti... per lo più comici!!  Rivederci a distanza di quasi mezzo secolo è molto diverso dalla realtà, a parte qualche rotoletto in più e molti capelli in meno... ma le vicissitudini in questi lunghi, ma nello stesso tempo brevi decenni, sono state tante, spesso sofferte e variegate. Però eccoci tutti qui, con le nostre famiglie, i nostri nipotini, la nostra salute e di tutto ciò dobbiamo certamente render grazie al Buon Dio. Ci facciamo un bel brindisi sopra, prendiamo un caffè e saliamo in macchina per recarci a far visita al nostro amato San Paolo.

Si avvicina l'ora del tramonto, io ed Angela entriamo nella Basilica di San Paolo, attraversiamo l'imponente chiostro-giardino al suo ingresso con 4 palme secolari ai suoi lati e con la statua di San Paolo al centro che guarda in alto con la sua spada ancora legata al suo fianco.  Percorriamo, dopo aver attraversato la Porta Santa la lunga navata centrale della Basilica (ben oltre 100mt.) fino ad arrivare all'altare principale sotto un imponente mosaico ad abside di fronte alla Porziuncola dove vengono esposte le catene che condussero il Santo al martirio nella vicina località delle Tre Fontane. Ai lati dell'altare maggiore ci sono 4 cappelle. Noi ci sposammo alla prima a destra, San Lorenzo. Vi entrammo, assistemmo alla Messa vespertina e poi, quasi in memoria di quel giorno ci recammo in Sacrestia chiedendo di Padre Antonio. Ci rispose un altro Sacerdote dicendoci che Don Antonio era venuto a mancare lo scorso anno. Pregammo per lui ed il Sacerdote ci impartì una Benedizione particolare con l'augurio di un futuro sempre più sereno e l'auspicio che venga posta la parola fine a questa angosciosa pandemia.
Facciamo due passi fuori della Basilica lungo i giardinetti dove c'è un bel chiosco credo ormai prossimo al secolo, lo ricordo quando tutti i giorni ci passavo davanti per andare a scuola accompagnato da mia madre. La mia scuola è lì in fondo al viale dei giardinetti, era la Niccolò Tommaseo, ora da una decina di anni è stata trasformata nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Università Roma Tre, ma nel restauro è stato mantenuto il suo stile "liberty" con i suoi stucchi, i suoi decori, le stesse tinte.
Mi accosto all'atrio con Angela stretta nella mia mano... mi sembrava per un attimo di riavvertire il calore di mia madre... la porta d'ingresso è aperta... avverto come un suono di campanella... lascio la mano di Angela... corro su per le scale... la 4a B era al primo piano in fondo a destra... sento Angela che mi chiama... ma io corro sempre di più... non voglio far tardi all'appello, la campanella è già suonata... la maestra Emma Del Pozzo ci attende...! 
Entro col fiatone in quella vecchia aula... trovo due persone sedute a prendersi un caffè...!  Ora c'era un bar ristoro dell'Università. Entra e mi raggiunge Angela... io l'abbraccio... commuovendomi... i ricordi... quei bei ricordi!!...
Ma non feci tardi a quell'appello, la povera maestra Emma Del Pozzo ci lasciò nell'estate del '57 e voglio ricordarla per il semplice fatto che oltre ad essere una donna e maestra esemplare... è stata Lei che mi ha insegnato a scrivere, con penna, inchiostro e calamaio!

Grazie Signora Maestra Emma, grazie per sempre!
Un suo vecchio allievo della 3° B della Niccolò Tommaseo.
Massimo B.

"Grata superveniet que non sperabitur, hora!"
L'ora della felicità arriverà, più benvenuta quando non è aspettata!
(Orazio)

Un abbraccio
Massimo 48