现在够了!Xiànzài gòule! Ora basta!

Chi ha a cuore l'Inter non può più tollerare questo scempio!
E' giunto il momento di ribellarsi, il momento di svuotare San Siro, altro che 50.000 spettatori di media per partita! L'Inter attuale (e dei recenti anni post abbuffata) non merita tutto questo amore. I colori lo meritano, la tradizione lo merita, non la dirigenza e lo staff tecnico, identificabili da troppo tempo ormai con un solo lemma: mediocrità. L'Inter non merita tutto questo. Non merita questi giocatori, senza qualità e senza carattere, attaccati solo ai ritocchi d'ingaggio e non al club. Non merita questi allenatori, grigi, sparagnini e senza inventiva. Ma soprattutto (poiché una squadra la si costruisce dietro le scrivanie) non merita questi dirigenti, incompetenti, ottusi e recidivi nel fallimento.

Perciò Le scrivo questa lettera, egregio patron Zhang Jindong. Perché se è vero che la virtù principale che ha fatto del Suo grande paese ciò che è oggi è la pazienza, mi pare che Lei ne stia mostrando sin troppa... Tollerando l'oggettivamente intollerabile. Ecco allora qualche modesta proposta per risalire dall'Abisso (non quello col fischietto in bocca) nel quale ci crogioliamo, apprentemente rassegnati, da anni.

La situazione attuale è quantomai idonea per una vera Rivoluzione culturale (il concetto Le dovrebbe piacere). Finiamo prima possibile questa sciagurata stagione, che verrà ricordata come quella del Triplete a contrariis (tripla eliminazione dalle comptetizioni per mano d'avversari poco più che modesti), possibilmente con un piaazzamento non migliore del quinto posto (per non ingenerare pericolose illusioni) e RIFONDIAMO DA ZERO secondo le seguenti linee guida:

- Un dirigente davvero capace, con pieni poteri decisionali e che funga da raccordo fra proprietà e staff tecnico: probabilmente ce l'abbiamo già, nella persona di Marotta, quindi il primo mattoncino è già stato posto.

- Allontanamento dalla prima squadra, mandando a scadenza i contratti e vendendo il vendibile, di quasi tutti i presunti campioni, i mezzi campioni, i campionicchi e i quaqquaraquà (con relativi circhi mediatici, mediatori, truccatori e procuratori improvvisati: che se ne andassero a svolgere il loro mestiere altrove, possibilmente nel circo Barnum dello spettacolo, che maggiormente loro si confà).

- Sfruttando finalmente la vera miniera d'oro societaria (il settore giovanile), impostare la prima squadra sui giovani. Necessario corollario di questo new deal: assoluta onestà coi tifosi; per qualche anno probabilmente (il calcio non è scienza esatta) non si vincerà (perchè ora invece si vince?!), ma tenteremo di ri-costruire la squadra col meglio del nostro settore giovanile, da anni, per sentito dire, uno dei migliori in Europa (qualcuno mi può spiegare, please, perché allora non uno di questi giovani riesca ad arrivare stabilmente e affermarsi in prima squadra?) Investire sui giovani, formati nel settore giovanile del club, significa investire sul senso d'appartenenza, sullo spirito di squadra, sull'identità, tutte prerogative lontane anni luce da chi oggi indossa la nostra gloriosa maglia. Significa ritrovare quei valori identitari che hanno fatto grande e così amato questo sport, ormai scempiato dai soldi, dalle TV, dagli interessi economici e dalle scommesse.

- Per realizzare la politica di cui sopra, scegliere non un allenatore, ma un Maestro di calcio, uno che tracci un solco fresco, che segni una demarcazione netta col passato, anche recente: non un gestore di uomini, un condottiero, un calcolatore: ma un innovatore, un (insisto) Esteta del calcio, un cultore del bel gioco, dello spettacolo, del talento, che sono la vera essenza del calcio. Un forgiatore di giovani campioni. Forse uno così è già passato da Appiano, ma non ce ne siamo accorti: Gian Piero Gasperini (facile, ora saltar sul suo carro).

Ecco le mie modeste (o no?) proposte, per una vera Rivoluzione Interista. Perseverare nelle scelte attuali, che la recente storia ha già ampiamente dimostrato essere fallimentari, inseguendo vanamente un'irrealizzabile grandeur mediante interpreti inadeguati, significherebbe consegnarsi a parecchi anni ancora di questa grigia mediocrità.

Quindi, Mr. Zhang, abbia coraggio! Viva la Rivoluzione! Viva l'Inter!