PREMESSA
Questo pezzo è ispirato da una storia vera; Mattia (nome di fantasia) è un ragazzo di Roma, tra i miei contatti di Facebook. Non lo conosco, purtroppo, personalmente e non ricordo, nemmeno, il motivo per il quale Mattia è tra le mie amicizie. Fin dal primo giorno Mattia mi è apparso come un ragazzo brillante, pieno di vita, insomma il prototipo di un vincente. Dietro ogni grande uomo c'e sempre una storia da raccontare, spesso non è tutto oro quello che luccica.


NON CE LA PUOI FARE!
Non è stato per niente facile! Io non sono stato un bambino felice, almeno non del tutto!”.

Nel pieno dell’adolescenza, soltanto tre anni fa, pesavo più di cento chili. In una città come Roma, talvolta una giungla feroce, vi posso assicurare che non è facile, per niente, la vita per un ragazzino grasso. A essere realista per un quindicenne, obeso, l’esistenza non è agevole un po’ ovunque; ogni mondo è paese, così recita l’adagio: “Povero me, a soli diciott’anni, parlo già come mio nonno!”. Pensandoci su, non riesco a ricordare come sono arrivato a pesare più di un quintale! Lo sapete che un quintale equivale a cento chilogrammi e quest’ultimi corrispondono, addirittura, a centomila grammi? Numeri da pelle d’oca, non credete?

Sono passati, ormai, tre anni da quel triste me; oggi, per fortuna, non mi identifico quasi più in quel ragazzino triste e obeso: “Cosa c’è di peggio al mondo di un quindicenne con un quintale di peso addosso? Niente, ve lo assicuro!”. A causa del mio peso non avevo amici e, tanto meno, una vita sociale, al contrario dei miei coetanei compreso i bulli; loro, sì, erano fortunati perché dotati di un corpo tonico e asciutto! Invece, io, mi vergognavo delle mie forme abbondanti, nemmeno fossi stato un ladro di galline anche se, fino ad allora, non avevo rubato, lo giuro, nemmeno un pulcino.

Passavano, lente e tristi, le giornate in una stanza, comoda, che faceva, a volte, da rifugio e altre, da prigione.
Ci tengo a puntualizzare: la mia vita non è stata, solo, una montagna di m... a causa del mio enorme peso e del bullismo. Tra le mura domestiche vivevo, per inerzia, grazie all’affetto della mia splendida famiglia: “Mamma, papà io vi ringrazierò in eterno per il supporto e l’affetto ricevuto, soprattutto nei momenti più difficili e malinconici della mia vita”.

Genitori di tutto il mondo, scusatemi, non me ne volete a male per questa sincera confessione, vi autorizzo a darmi le spalle: a quindici anni un ragazzino adolescente ha bisogno, soprattutto, di amici con i quali condividere a pieno l’esperienza, complessa, dell’adolescenza.  Magari, perché no, avere la fortuna di conoscere la prima ragazzina alla quale dare il primo, sospirato, bacio.

Invece, io non avevo nulla di tutto questo a causa di quei, fottuti, cento chili di troppo!”.

A pensarci bene, una piccola soddisfazione l’aveva anche un povero obeso e depresso come il sottoscritto. Al sabato o alla domenica, dipendeva dalla giornata di calendario, giocava la mia squadra del cuore, la magica (con due g), e tra le sue fila militava l’idolo di sempre: Francesco Totti, il campione, per tutti i tifosi giallorossi l’unico e ineguagliabile, il Capitano.

Francè, ma che numeri impressionanti hai fatto durante la tua gloriosa carriera sportiva con un'unica casacca addosso? Da pauraaa, mostro!”.

Settecentoottantasei presenze con la maglia giallorossa, praticamente una seconda pelle cucita dentro, impreziosite da trecentosette marcature e, ben, centoventotto assist. Secondo marcatore, di sempre, nella storia della serie A, subito dopo Silvio Piola, con duecentocinquanta marcature in seicentodiciannove presenze. Campione del mondo nel 2006, in Germania, con la nazionale italiana”.  

Eppure, nonostante il campione, nell’ultima stagione sportiva del capitano giallorosso c’era chi, ingiustamente, aveva il coraggio di metterlo in discussione:

 “Sei finito, Francè ritirati! Ormai sei vecchio, non sei più buono a nulla! Appendi quelle scarpette al chiodo e goditi sti quattro soldi!”, sono alcune delle frasi che vociavano alle spalle del campione nonché prima uomo, nel momento più difficile della vita di un calciatore.

Al sottoscritto, Francè, un po’ come te nell’ultimo periodo della carriera e scusami per il paragone azzardato – “tu sei tu e io so io!”i bulli mi ricordavano, a ogni occasione, che valevo meno di nulla praticamente zero. Quei signorini da salotto dei Parioli, mi gridavano pieni di rabbia: “Sei inadatto, da dove sei scappato? Non vali niente, sei solo un fallito!”. 

Francè, non ti dico come ci restavo male per quelle frasi crude e ingiuste!” – “Ah Francè dimmi un po’ tu, a quindici anni noi ragazzetti di periferia non dovremmo pensare soltanto a divertici tirando due calci a un pallone, invece di covare dentro tutto questo odio?”.

Con il tempo, Francè, cominciai seriamente a credere che quelle frasi ingiuriose, rivolte al sottoscritto, potevano avere un fondo di verità e, di conseguenza, mi rimbalzavano, giorno e notte, nella testa:

“Sei inadatto, da dove sei scappato? Non vali niente, sei solo un fallito!”;

“Sei inadatto, da dove sei scappato? Non vali niente, sei solo un fallito!”;

“Sei inadatto, da dove sei scappato? Non vali niente, sei solo un fallito! -Francè e se davvero fosse stato vero? Tu ci sei rimasto male quando, ingiustamente, ti hanno costretto a smettere di giocare?”.

Francesco Totti: “Mi sono chiesto in questi mesi perché mi stiano svegliando da questo sogno. Avete presente quando siete bambini e state sognando qualcosa di bello… e vostra madre vi sveglia per andare a scuola mentre voi volete continuare a dormire…e provate a riprendere il filo di quella storia ma non ci si riesce mai… Stavolta non era un sogno ma la realtà”.

Eppure ti giuro, Francè, a quei ragazzetti non gli avevo fatto, proprio, nulla di male! Eppure quei quattro signori da salotto, a causa dei miei cento chili di troppo, non esitavano a umiliarmi: “Sei inadatto, da dove sei scappato? Non vali niente, sei solo un fallito!”.

Vivevo la mia adolescenza, ormai, con una fottuta paura addosso: quella di incrociare, malauguratamente, lo sguardo severo di uno di quei bulli. “Francè dimmi un po’ tu, campione, se quella era vita? Tu che sei stato amato e rispettato, nella tua vita hai mai avuto così tanta paura tirando un calcio di rigore?”. 

Francesco Totti:Scusatemi se in questo periodo non ho rilasciato interviste e chiarito i miei pensieri, ma spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura. E non è la stessa che si prova di fronte alla porta quando devi segnare un calcio di rigore. Questa volta non posso vedere attraverso i buchi della rete cosa ci sarà "dopo". Concedetemi un po' di paura. Questa volta sono io che ho bisogno di voi e del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato. Con il vostro affetto riuscirò a voltare pagina e a buttarmi in una nuova avventura”.

 

RIFLESSIONI
Questa storia, per fortuna, ha un lieto fine perché Mattia, grazie a una serie di duri allenamenti, è riuscito a perdere i chili in eccesso.
Oggi Mattia ha un fisico perfetto, tonico e muscoloso, da fare invidia soprattutto ai bulletti da salotto che lo prendevano, ingiustamente, di mira. Sul profilo Facebook, Mattia ama definirsi come un moderno Forrest Gump. Secondo il mio modesto parere è un po’ riduttivo come paragone: altro che Forrest, Mattia è un campione di livello mondiale. Per questo motivo ho voluto immaginarlo come protagonista in una storia parallela con il mito di tutti i romani, Francesco Totti. Il 20 ottobre 2019, sempre da Facebook, prendo atto piacevolmente che Mattia, il campione della corsa, ha aggiornato il suo stato mettendo in evidenza l’ennesimo traguardo raggiunto impreziosito con la conquista della quarantunesima medaglia.

Mattia, grazie al suo talento, è diventato un punto di riferimento e un esempio da seguire per tutti noi, compreso tutti quei ragazzi e ragazze vittime di bullismo.   

Prima di andare a letto, ho il piacere di condividere un suo post sperando di aiutarvi a comprendere, in maggior misura, la figura altamente educativa di questo ragazzo eccezionale:   

Credete sempre in voi stessi e non arrendetevi mai! Soprattutto quando sembra tutto in salita, ricordatevi amici che c’è sempre una soluzione!” - Mi ricordavano, i bulli - “E impossibile, non ce la farai mai!” - Ho preferito non ascoltarli per ascoltare solo me stesso.  Attraverso un enorme passione per la corsa, sono riuscito a perdere la bellezza di sessantaquattro chilogrammi – “Non male, vero?” -  Durante il mio percorso di guarigione fisica e psicologica, sono riuscito a vincere la bellezza di quarantuno medaglie. In base alla mia esperienza di vita, seppure breve, vi consiglio di non credere a quella gente cattiva che tenta, in un modo o in un altro, di destabilizzare il vostro cammino di vita.
Se ci sono riuscito io, ragazzi, potete tranquillamente farlo anche voi! Coraggio e non vi perdete d’animo perché tutti noi possediamo delle capacità eccezionali! Mi raccomando, non vivete la vostra vita con la paura di commettere possibili errori perché solo sbagliando s'impara; ce lo ripetono, da sempre, i nostri cari e amati genitori.  
Un piccolo errore oggi, domani può essere un grande successo. Mi raccomando siate sempre curiosi, coraggiosi e determinati ma allo stesso tempo consapevoli che solo attraverso il duro lavoro e il sacrificio si ottengono grandi risultati. Mai arrendersi, volere è potere! Coraggio!”.

 

#TUTTO SEMPLICEMENTE AL TOP

 

 

Dedicato a M.P. il campione!

 

Oronzo Canà