"Ma sei sicuro Massimo... che poi si apra il paracadute!?"  "Certo Franco... hai visto bene come lo abbiamo riarrotolato, esattamente come dicono le istruzioni... dai ora fatti da una parte che lo debbo lanciare e bisogna tendere con forza gli elastici della fionda". Era il missile giocattolo Thor prodotto dall'azienda italiana Quercetti verso la metà degli anni '60 che riscosse un enorme successo nei ragazzi di quel periodo. Sul mio modello c'era un paracadutino a strisce bianche e rosse dove campeggiava un numero 8 e quando il razzo lanciato dal trampolino a fionda raggiungeva dopo diverse diecine di metri il suo culmine ascensionale, si apriva come un ombrello e per caduta naturale fuoriusciva il paracadute che librandosi nell'aria si adagiava lentamente sul prato con il suo piccolo soldatino imbracato. Felice e spensierato correvo, andavo a recuperare la carcassa in plastica del mio razzo Thor ed il paracadute N° 8 e lo riallotolavo per un nuovo lancio... l'8... il numero 8... un numero molto di moda in queste ultime ore in Casa Milan! 

Una famosa canzone di Roberto Vecchioni recitava "Luci a San Siro" ma se fosse stato un cantautore tifoso dell'altra sponda, la sua presenza non sarebbe di certo mancata domenica 13 maggio 2012 tra gli spalti di San Siro e sicuramente dopo quella partita avrebbe scritto un nuovo pezzo magari dal titolo: "Lacrime e brividi". Si affrontavano nell'ultima partita di campionato il Milan di Max Allegri, che finì secondo a 4 punti dalla Juventus (fu la stagione del famoso gol annullato a Muntari), ed il Novara, già retrocesso, di Attilio Tesser. Forse fu l'emozione a tradire il Milan nella prima mezz'ora di gioco, ma ben 4 nostre bandiere quella domenica avrebbero giocato la loro ultima partita con la casacca rossonera: Gennaro Gattuso, Alessandro Nesta, Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi....e scusate se è poco! Tra gli spettatori circolavano più venditori di fazzolettini di carta che i soliti venditori dello sportivo Caffè Borghetti e digestivi vari. La gara si mise in salita dopo il vantaggio siglato al 20' dal novarese Garcia. Nella ripresa sarà Flamini al 56' a siglare il pareggio e, dopo pochi minuti dal suo ingresso contornato da una storica e scenografica ovazione, sarà Pippo Inzaghi a dare la vittoria al Milan realizzando la sua 73ma rete di campionato nelle sue 202 presenze in maglia rossonera. Al termine della gara tutta la squadra si riunirà a centro campo per ricevere gli applausi di tutti i tifosi a San Siro. Ma le lacrime saranno molte: il contemporaneo addio di 4 colonne, vera spina dorsale della squadra, costituirà, con il senno di poi, una sorta di autentico terremoto calcistico subito dal Diavolo e come in tutti i terremoti alla devastazione seguirà la relativa ricostruzione ed il popolo milanista la sta attendendo da ben 8 anni per il concernente la nostra Italia, e da 6 per quel che riguarda l'Europa, con una sola eccezione, la Supercoppa Italiana di Doha vinta contro la Juventus nel dicembre 2016. Direi troppo poco... per continuare a chiamarci MILAN! 

Ma sugli spalti del secondo anello di San Siro quella domenica c'era un ragazzetto di 12 anni accompagnato da suo padre. Indossava la maglia rossonera con il numero 8 sulle spalle, quella del suo idolo Gennaro Gattuso. Quel giovincello già promettente allievo di una scuola calcio lodigiana si chiama Sandro Tonali, nemmeno immaginava in quel momento che avrebbe chiesto, a distanza di 8 anni, il permesso al suo proprietario-idolo di poterla indossare, esattamente la stessa maglia con quel mitico n. 8 e ricoprendo il suo stesso ruolo in campo e quasi alla stessa età, Ringhio aveva 21 anni, Sandro ne ha uno in meno. E' la mattina del 9 settembre, ricorrenza del 57mo compleanno di Roberto Donadoni, altro storico n. 8 Rossonero, quando il neo acquisto, ventenne centrocampista ex Brescia, Sandro Tonali, al termine delle visite mediche presso la clinica Madonnina, si recherà poi a Casa Milan per la firma sul contratto e la scelta del numero di maglia cui seguirà la presentazione in sala stampa. Molto gentilmente Sandro chiederà di contattare Gattuso per volerne indossare il suo numero di maglia. Un addetto gli farà notare che i numeri di maglie ritirate sono solo due, il 3 ed il 6, quelle degli storici capitani Paolo Maldini e Franco Baresi.... e dunque la scelta risulterebbe a proprio piacimento (ce ne sarebbe teoricamente un terzo, multiplo dei precedenti, e sarebbe il 9... ma c'è dietro tutta una complicata quanto... iettatoria storiella!)  Comunque Sandro vuol essere un ragazzo rispettoso ed educato e si mette in contatto telefonico con Ringhio che in risposta è di poche parole: "...non dovevi nemmeno chiedermelo... tu farai certamente meglio di me... ma ricordati che questa maglia è pesante, molto pesante! Ti consiglio di essere antico! Dunque indossala... e spacca tutto!" 

Tra le più importanti maglie Rossonere n. 8 indossate spiccano 4 nomi del recente passato dei quali risulti quanto meno doveroso accennare sinteticamente alle loro significative presenze. Marcel Desailly, classe '68, ghanese, alto 1,85mt. 80kg., la famiglia si stabilì a Nantes nel '72. Lui assieme al fratello più anziano di 7 anni entrarono nelle giovanili della squadra locale, ma all'età di 23 anni il fratello maggiore perì in un incidente stradale, e fu dedicato alla sua memoria il grande impegno che Marcel volle dedicare al calcio. Verrà in breve premiato passando nel '92 all'Olympique Marsiglia vincitore della prima rinnovata edizione della ex Coppa dei Campioni e conquisterà la Champions League proprio battendo il Milan, sua prossima squadra, nella finale di Monaco di Baviera. L'anno successivo verrà ingaggiato dai rossoneri per la cifra di 10,7 miliardi di lire. Il suo esordio avvenne il 21.11.93 battendo il Napoli per 2-1. Fabio Capello aveva a quel tempo la già collaudata difesa composta da Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini, e così Desally fu avanzato a centrocampo conquistando rapidamente il ruolo di uno dei migliori interpreti in quel reparto. Nella stagione '93/-94 il Milan si aggiudicò lo scudetto e la Champions League battendo in finale il Barcellona 4-0, ed una delle reti la siglò appunto Marcel che divenne così uno dei pochi calciatori ad aver vinto 2 Champions consecutivamente! Giocò nel Milan fino al '98 totalizzando 186 presenze con 7 gol.  Successivamente passò al Chelsea con 222 partite giocate di cui 94 con la fascia di capitano, lasciò gli inglesi nel 2004 proprio all'arrivo di Josè Mourinho per terminare la sua carriera nel Qatar. Nella Nazionale francese se ne ricorda il biennio '98-2000 allorchè i Blues batterono nel campionato mondiale casalingo il Brasile per 3-0 e poi bissarono il successo nel campionato d'Europa nel 2000 dove nella finale di Rotterdam batterono i nostri Azzurri per 2 a 1 al Golden Gol. Nel 2003 battè con 116 presenze il record nella sua Nazionale. Il suo Palmares nel Milan conta 2 Scudetti, 1 Supercoppa Italiana, 1 Champions League, 1 Supercoppa Uefa.

Roberto Donadoni, bergamasco, classe '63, al Milan dall'86 al '96 con 263 presenze e 18 gol, tornato poi dal '97 al '99 con sole 24 presenze. Dal 2006 allenò per due stagioni la nostra Nazionale per poi passare al  Napoli, Cagliari, Parma, Bologna e nel 2019 allo Shenzhen in Cina. Giudicato punto di forza tanto al Milan quanto alla Nazionale, anche Michel Platinì lo definì il miglior giocatore degli anni 90, come del resto tutta la stampa che l'appellerà un eccellente interprete nel ruolo di vera ala.  La sua ultima gara nelle fila del Milan risale al 28.4.1996 in una sfida casalinga contro la Fiorentina battuta per 3-1 e siglando anche la sua ultima rete, regalando così il 15° Scudetto al Milan allenato da Fabio Capello e con George Weah in campo, prima di convolare negli States alla corte degli allora New York Metrostars. Negli States il nostro Roberto troverà altri giocatori italiani che vorranno tentare l'avventura oltre oceano, tra di loro il difensore Nicola Caricola, l'attaccante Giuseppe Galderisi ed il portier Walter Zenga. Il suo Palmares al Milan sarà: 6 Scudetti, 4 Supercoppe Italiane, 3 Champions League, 3 Supercoppe Uefa, 2 Coppe Intercontinentali.

 Antonio Nocerino, napoletano, classe '85, al Milan dal 2011 al '14 ha totalizzato 72 presenze con 12 gol, tornerà al Milan nel '15/'16 con sole 2 presenze. Poi andrà negli USA all'Orlando City con 52 presenze ed 1 gol. Finirà la sua carriera da calciatore nel 2018 nelle fila del Benevento. Affinerà le sue doti di assist man prima nella Juventus e poi nel Palermo. in qualità di centrocampista incontrista, per poi essere ingaggiato al Milan, dove con il supporto  e la maestria di Ibrahimovic realizzerà preziosi e pesanti gol utilissimi alla nostra causa.

Gennaro Gattuso, detto Rino, soprannominato "Ringhio" per la sua cattiveria espressa in campo. Nasce il 9.1.1978 a Corigliano Calabro, al Milan dal '99 al 2012, vanta 335 presenze con 9 gol. Passerà nel '12/'13 al Sion (Svizzera) con 27 presenze ed 1 gol per concludere la sua carriera di giocatore ed iniziare quella di allenatore. Sarà prima al Palermo, poi in Grecia all'OFI Creta, per poi tornare in Italia al Pisa. Ben conosciamo i suoi 2 anni trascorsi al Milan tra alti e bassi nelle stagioni '17/'18 e '18/'19 e su quest'ultima impera il ricordo dolce-amaro del 5° posto in classifica... che valse una sbattuta di porta (a detta di alcuni)... o al reinizio di una seconda vita (a detta di altri) ... all'ombra del Vesuvio in una casa con vista sul... San Paolo! Il suo Palmares vanta: 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane, 2 Champions League, 2 Supercoppe Uefa, 1 Coppa del mondo. Inoltre nel 2012 si aggiudicò il Premio Nazionale "Carriera Esemplare" in memoria di "Gaetano Scirea".

Due giorni fa il giornalista di fede Rossonera Carlo Pellegatti, solito affibbiare a ciascun nostro giocatore un soprannome di battaglia, avrebbe battezzato il neo acquisto Sandro Tonali con un preistorico "Bagliore di fiamma" quasi a significare un incitamento per scaldare con il calore il cuore dei tifosi, e quasi un monito, per gli avversari, ad incutergli, con le punte della fiamma infuocata, timore ad ogni sua mossa, ad ogni suo attacco. Un giorno di alcuni anni fa, sui prati di Milanello, dopo ore di ininterrotti temporali, erano comparse numerose lumache e Rino Gattuso, per vincere una scommessa con i suoi compagni si mangiò una lumaca viva con tanto di guscio presa con le due dita dall'erba ancora umida. Tra lo stupore generale creatosi a causa della sua tribolata deglutizione, fecero seguito tante pacche sulle spalle per il coraggio e la spavalderia di quel suo goliardico gesto che terminò senza ricorso all'infermeria del Centro Sportivo... e soprattutto senza marcare visita al match del giorno appresso! Ed eccoci... caro Sandro, tu hai coronato il tuo desiderio, covato sin da piccolo, quello d'indossare la maglia rossonera n. 8 e con educazione l'hai chiesta a Rino che in risposta non ha battuto ciglio, anzi ti ha esortato ad indossarla... a giocare meglio di lui... e con quel numero sulle spalle... a spaccare tutto! Così anche il popolo dei tuoi futuri tifosi ti esorta a correre e a bruciare tutti gli avversari ed arrivare, ahimè... con la colpevole mancanza di stagioni ormai andate, a riassaporare il profumo dell'erba fresca, appena tagliata, pettinata, innaffiata ad hoc per ospitare la gran finale con un bel tavolino imbandito al centro del prato con, esposta in bella vista, la Coppa dalle Grandi Orecchie... e per una volta, prima che Zlatan appenda gli scarpini al chiodo, vorremmo vederti sollevarla assieme a lui e a tutto il nostro Milan!

Saranno gli avversari sconfitti, a questo giro toccherà a loro diventare fachiri per tentare di mangiare le lumache, tipiche per coloro che restano indietro, e qualora non riuscissero nell'impresa potrebbero pur sempre raccoglierle, tenerle ben bene a spurgo per poi cucinarle... e il saggio Ringhio, proprietario di un famoso ristorante a Gallarate, le consiglierebbe cucinate con una sua prelibata ricetta: "Escargot alla Borgognese" accompagnate da un buon vinello Doc di annata, e lo chef consiglia... un bel Trentino Sauvignon Vendemmia Tardiva... augurando a tutti... buon appetito!

Un abbraccio.

Massimo 48