Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!, è questa la frase con cui Herbert Kilpin ha fondato il Milan il 16 dicembre 1899. Un anno e mezzo dopo, il Milan era già campione d'Italia, grazie alla Finale tricolore vinta 3-0 sul campo del Genoa a Ponte Carrega, il 5 maggio 1901. Questo quanto si può leggere sul sito del Milan non appena ti soffermi nella sezione storia. Poi, c'è la realtà di oggi. Con un Milan che lotta per non retrocedere, ad oggi, cosa che era del tutto imprevista ad inizio anno. I primi segnali c'erano già alla prima partita contro l'Udinese. In campo non c'era una squadra. Ognuno per la propria strada. E così è stato sino ad oggi. Ma Giampaolo è stata una scelta voluta da suo Boban-Maldini. Qui l'aspetto umano non c'entra niente. La simpatia che si può provare verso Giampaolo, verso Boban o Maldini, la cui carriera da calciatori merita rispetto assoluto, non c'entra niente con la situazione in cui si trova il Milan. Maldini ha il ruolo di direttore di sviluppo strategico area sport. Il presidente del Milan, Scaroni, chi l'ha visto? Sì, ha detto che stiamo riflettendo. Certo. Il Milan ha un capitale sociale: euro 113.443.200,00 i.s. e versato, costituito da n. 218.160.000 azioni del valore nominale di Euro 0,52 cad. Il fondo che gestisce il Milan è un qualcosa probabilmente di troppo astratto, viene percepito come entità assente. Il Milan era abituato al Presidente che entrava negli spogliatoi, che era presente. Quel Presidente che è stato ragione di successi del Milan degli olandesi ma anche del suo disastro nelle ultime stagioni che porteranno alla fine del diavolo. Un diavolo che non riesce ad intravedere la via d'uscita dall'inferno. 

Se salta Giampaolo è giusto che diano le proprie dimissioni anche Boban e Maldini. Hanno condiviso tutti insieme questo progetto fallimentare. E in tutto ciò, Scaroni, che fa? Stiamo riflettendo. Si è perso troppo tempo. Questa gestione non va. Serve una società più presente, non astratta, al Milan. Nel calcio italiano funziona così. Basta vedere con l'Inter, con la Juve, con il Napoli come funziona. Il nostro mondo del calcio funziona così.