Come tifoso della Roma sono piú che contento dell'incorporazione di Mkhitaryan, giocatore con un tasso tecnico di provato valore che puó contribuire molto ad aiutare la squadra.

Riflettendo peró piú profondamente e lasciando per un momento la dimensione sportiva, penso che se gestita in maniera seria e consapevole, la opportunitá (forse) unica di avere 2 calciatori turchi insieme a un armeno in una squadra di calcio di primo livello, puó essere trasformata in una opportunitá per mandare un forte messaggio di distensione fra 2 Paesi storicamente in conflitto.

I Social Media Manager della Roma, non solo bravissimi nella gestione dell'immagine della squadra ma anche per iniziative sociali di innegabile spessore, come quella di utilizzare la Pagina Ufficiale per pubblicare foto di  ragazzi/e scomparsi insieme alle foto dei neoacqusti romanisti, potrebbero utilizzare questa coincidenza per lanciare un bellissimo messaggio: attraverso lo sport è possibile veramente superare conflitti e divisioni.

Mkhitaryan giá nell'Arsenal ha giocato con Mesut Özil (giocatore di origine turca) pero Ozil, como quasi tutti gli immigrati di seconda o terza generazione si sente molto piú tedesco che turco e di fatto gioca nella nazionale tedesca. Al contrario Mkhitaryan é la stella della nazionale Armena come Under e Cetin sono giá da tempo orgogliosamente nel giro della nazionale turca.

Per far capire a chi non conosce la storia delle Relazioni internazionali la portata di questo evento potremmo dire che la "coinvivenza" di  Mkhitaryan, Under e Cetin é paragonabile a che una squadra di calcio di primo livello abbia fra i suoi titolari un Israeliano e un Palestinese.

In Turchia non é stato mai riconoscituo ufficalemnte lo sterminio armeno (1915 - 1917) che ha portato alla morte di 1,5 milioni di persone. Ancora oggi il governo di Ankara esercita pressioni a tutti i livelli perché questo sterminio non venga riconosciuto da altri Paesi. Cuiando quest'anno il Parlamento italiano lo ha fatto, Erdogan ha prontamente chiamato a rapporto l'ambasciatore italiano per far conoscere il proprio disappunto.

La tensione fra Armenia e Turchia non è però solo una questione del passato. La Turchia appoggia militarmente l'Azerbaigian nel conflitto con Armenia per i territori del Nagorno Karabaj, conflitto que nel 2016 ha causato decine di morti nei 2 fronti. Questo conflitto adesso é congelato da una tregua molto fragile giá che non c´é stato ancora nessun accordo di pace fra i 2 Paesi. E il passato si mischia un altra volta al presente quando scopriamo per esempio l'assurdo che Israele non ha mai riconosciuto lo sterminio armeno. Farlo significherebbe incrinare le relazioni con la Turchia (alleato storico) e privarsi degli ingressi della vendita di armi all'Azerbaigian.

Tornando alla dimensione sportiva, questo conflitto é stato la causa di che quest'anno Mkhitaryan non potesse scendere in campo nella la finale di Europa League che si é giocata a Baku, capitale dell'Azerbaigian. 

Non conosco le opinioni politiche di Mkhitaryan, Under e Cetin pero sono sicuro che Petrachi, da persona intelligente, si sia cautelato nell'informarsi se questa convivenza avrebbe urtato fortemente la sensibilitá di uno dei 3 giocatori, quindi già il fatto che questa "convivenza" si possa fare é un buon segnale.

Da dire poi c'é che i 3 giocatori avrebbero ragionavolmente tutto il diritto di schivare questo argomento "politicamente pericoloso", peró giá che si sono create le opportunitá per questo evento, perché non prendere coscienza, positivamente per una volta, del potere mediatico che hanno gli sportivi di primo livello e fare una bella dichiarazione congiunta per far capire che una convivenza dettata dal caso puó essere trasformata in un bel messaggio di pace e rispetto.