Nel pomeriggio della scorsa domenica ho visto in TV l'incontro Milan Frosinone mentre nella stanza attigua mio figlio seguiva su un emittente privata il vecchio film drammatico U-Boot 96.  
L'andamento della gara, soprattutto nel primo tempo, sembrava avere inciso come colonna sonora quella caratterizzata dal clima di "suspence"  che il sottomarino viveva nell'attesa che le bombe di profondità sganciate dal nemico lo colpissero o lo schivassero. Noi del Milan eravamo, tanti anni fa, una corazzata invincibile, ma poi a furia di navigare e combattere per mari, non solo italiani ma anche mediterranei ed oceanici, siamo andati lentamente ed inesorabilmente alla deriva e la nostra "Invincibile" (l'era Berlusconi) entrò purtroppo in darsena e venne demolita (l'era cinese), ne rimasero dai vari rottami (squadra, dirigenza, staff tecnico) i pezzi giusto necessari (nonostante la caterva di soldi spesi) per assemblare una sola parvenza di natante e così il nuovo proprietario (Elliott) pensò di realizzarne un "sommergibile" da affondare nelle acque putride del calcio italiano (i posteri diranno se sarà stato un bene o un male) con a capo un prode comandante (già reduce della sconsolata campagna cinese) e cercare con lui (il ns.Rino Gattuso) di riconquistare alla "Corsaro Nero" almeno uno dei mari perduti.  

Ma passiamo al secondo tempo del match!  Dopo aver schivato un siluro che ci avrebbe centrato in pieno, ma il nostro tecnico addetto alla rivelazione "Sonar" (il grande Gigio Donnarumma) riusciva con la punta delle dita della mano sinistra (il suo joystick) protesa a deviare verso il palo scagionando così la beffa di un momentaneo svantaggio.
Dopo aver tirato questo sospiro di sollievo, il nostro equipaggio, rinfrancato dallo scampato pericolo, si riversava in massa a pugnare col nemico e di lì a poco a piegarlo centrandolo con due siluri vincenti la cui balistica è degna della scuola sia di calcio che del corso accademico livornese degli allievi Marina Militare "Amerigo Vespucci", e così affondare l'indomito "dragamine Frosinone".
Il nostro U-Boot, fiero dell'esito della battaglia, riemergeva in acque più calme e con una precisa rotta attraccava al porto di San Siro dove sbarcava tutto il suo equipaggio applaudito da 65.000 tifosi festanti assiepati sul molo: in testa un certo Ignazio Abate da 10 anni imbarcato e sempre disposto a difendere e combattere con onore i nostri colori.  

E questo è il mio augurio finale, oltre che un ardente desiderio di vendetta e cioè che la nostra ultima battaglia debba essere obbligatoriamente vinta (è sufficiente un solo siluro: 1 a 0 a Ferrara) sempre che nel contempo il nemico non ci centrasse con le sue bombe antisommergibile!  Potremmo così tornare in darsena, dopo qualche anno, facendo il percorso inverso: smantellare il nostro strategico sommergibile e ricostruire finalmente la nostra Ammiraglia ammodernata e competitiva per poter rinavigare nuovamente i mari paradisiaci della Champions League!

Un abbraccio a tutti i tifosi RossoNeri!

MASSIMO da Roma