90. Nella Smorfia si dice che sia la paura. E la Serie A a girone unico il 6 ottobre compie la bellezza di 90 anni.
E ha ragione a vivere questo momento come un qualcosa di importante, ma anche con un po' di paura, visto che il futuro che si prospetta non pare essere roseo proprio per niente.
Era il 6 ottobre del 1929 quando prese il via, con il format tuttora in vigore, il primo Campionato di A, conclusosi il 13 luglio 1930 con la vittoria dell'Ambrosiana guidata da Arpad Weisz. Come si legge sul sito della Lega Serie A. 
Ci saranno eventi, iniziative e quant'altro per celebrare questo evento, per arrivare alle riproduzioni di un’opera realizzata da Paolo Todeschini, calciatore e allenatore in Serie A tra gli anni ’40 e ’80, e poi scultore, saranno dedicate alla formazione Top 11 degli ultimi 90 anni di storia del nostro Campionato.

Ma una riflessione sullo stato della nostra Serie A va fatta.

Il nuovo corso non è rivoluzionario, i cambiamenti attesi non ci sono, eppure era necessario un radicale cambio di passo, che non c'è stato anche se auspicato. Sembra quasi che si viva alla giornata. Lo shock vissuto con la mancata partecipazione ai Mondiali in Russia non ha insegnato nulla. Continua ad essere prevalente in modo potente la presenza di stranieri in Serie A, i giocatori che crescono nei nostri vivai trovano poco spazio. Si fatica a modernizzare il sistema degli stadi in Serie A, la maggior parte degli impianti sono vetusti, e quando dei progetti arrivano, come quello di Roma o Milano, si apre sempre, nel bene o nel male, un putiferio, per diverse ragioni. 

Manca una strategia organica per debellare in modo decisivo il razzismo e la delinquenza dagli spalti degli stadi, anche se qualche passo di cambiamento c'è stato, ma unicamente per iniziativa solitaria di alcune società, e sono una manciata. Una Serie A sempre più dipendente dai diritti TV ai quali non può dire no, mentre si discute se il futuro debba essere a 18 o 20 squadre, senza dimenticare che c'è chi sogna un campionato europeo solo per ricchi.

Insomma, di questo passo, siamo certi che ci arriviamo a festeggiare il secolo di vita della Serie A?