"Il logorio della vita moderna" e  "L'uomo che non deve chiedere mai".
Erano due famosi slogan pubblicitari degli anni '70, il primo lanciato da una nota marca di aperitivi a base di carciofo interpretato da un noto attore di teatro italiano impegnato a sorseggiare il suo cordiale nel bel mezzo del caotico traffico cittadino, il secondo effigiato da un donatelliano attore che a petto nudo proclamava a tutto il mondo la sua eterna virilità, soprattutto dovuta all'uso di una seducente acqua di colonia maschile prodotta da un noto marchio molto in voga, specie nella platea giovanile, in quel ridisegnato periodo di storia pubblicitaria orfana del famoso e da poco destituito "Carosello" (simbolo per tanti bambini di allora....della buona notte!).
Il primo slogan sembra tutto scolpito nella maschera al volto di Maurizio Sarri, quelle rughe divenute in queste settimane sempre più marcate dato il finale thrilling del campionato con l'indomita Atalanta alle spalle a soli 6 punti, quando mancano 3 gare alla fine, Dea che a sua volta aveva sorpassato la rediviva Inter del vulcanico Conte di una sola lunghezza, bloccato in casa della Viola da un inutile 0 a 0.  Con la Lazio di Simone Inzaghi ferma a riallacciarsi gli scarpini, scioltisi da soli nell'umidità di tre ricordevoli serate di metà luglio, dopo l'ottimo girone di andata disputato da grande protagonista, solo con la gara vinta ieri sera all'Olimpico ai danni del Cagliari si riporta a 1 solo punto dall'Inter e quindi in lotta per il simbolico terzo posto.
Dunque quel noto aperitivo a base di carciofo, non gradito a tutti i palati, esattamente come non è da tutti amata la Juventus, che proprio questa sera se ne andrebbe al Dacia Arena a conquistare, in caso di vittoria sull'Udinese. Il suo nono scudetto di fila, che però non placherebbe la sua innata arsura di trofei, sarebbe solo l'ennesima vittoria di Pirro nell'attesa di quella vera che altri non potrebbe essere se non la conquista della Champions League, ragion per cui, inutile nasconderlo, è stato ingaggiato due anni fa il campionissimo miliardario portoghese Cristiano Ronaldo. A seguire due squadre lottano gomito a gomito e uno dei due allenatori, il primo un salentino purosangue con un parrucchino-trapianto ma con grinta da vendere, il secondo, un piemontese Doc nella piena maturità, con un cesto di capelli brizzolati e tanta, ma tanta voglia di vincere spinto dalla forsennata vigoria decantata dai sanguigni tifosi di una città che in questi mesi ha perso tanto, troppo, subendo un numero impressionante di lutti, lottano sul filo di lana per agguantare la capolista o in subordine la piazza d'onore. Uno dei due sarà il 3 Agosto sul podio dello Scudetto con al collo l'argento, lo sconfitto si contenterà della medaglia di bronzo ma i due contendenti hanno ben compreso la strada prossima da seguire, ovvero convincere continuando a vincere per riportare il ranking delle squadre italiane sul tetto dell'Europa. L'Inter, attualmente 3a con 73 punti, ricorsa più volte a massicce dosi di Aspirina sia in Campionato che in Coppa, viceversa l'Atalanta, attualmente 2a con 74 punti  ha solo fatto  il pieno di gasolio essendo la sua macchina un concentrato di ferro e magnesio, un Tir, un rullo compressore, un bitumatore di asfalto per tutti, solo lei stessa in un incontro amichevole con le sole pettorine di colore diverso giocando nel suo Centro di Zingonia potrebbe perdere, prediligendo di dare spazio ad una sola sconfitta pur di piazzare all'ingresso di casa un po' di erba fresca in luogo del grigio asfalto steso impietosamente sopra a tutte le sue rivali.
Insomma ormai in dirittura di arrivo ai Bianconeri, con il sindacale margine di vantaggio di 6 punti sulla Dea a tre incontri dal termine del campionato, servirebbe soltanto una vittoria per laurearsi scudettati per la nona volta di fila. Ma la dirigenza della Signora ben sa di aver raggiunto il suo minimo obiettivo stagionale. In cuor suo Agnelli con CR7 alla sua seconda stagione desidererebbe conquistare la Coppa con le grandi orecchie, da troppi lustri vanamente inseguita. Ma il motore messo a punto dal tecnico di Figline stenta a mantenere agli alti regimi le classiche performance cui la squadra di Allegriana mappatura ci aveva abituato, anzi a tratti  ha denotato preoccupanti cali di regime, nerastre scie di fumo, elevato consumo di combustibile tanto da scontare spesso, al traguardo, la rimonta di altre squadre di caratura e cilindrata decisamente inferiore a quella dei sabaudi. A queste perplessità si contrappone il pugnace tecnico di Grugliasco condottiero degli orobici riconfermando un impianto di squadra degno dei Rossoneri di Sacchiana memoria. 
Non mi stupirei se l'Atalanta riuscisse a superare in CL il PSG, la squadra e tutta l'intera città di Bergamo lo meriterebbe pienamente a suggello di un anno da dimenticare solo per la storia umana, ma non per quella sportiva. Ci sono alte percentuali nei pronostici degli scommettitori che contemplino che uno due team italiani possa arrivare a giocarsi la finale del 23 Agosto a Lisbona anche perchè le nostre rappresentanti troveranno, almeno sulla carta, un terreno più semplice dovendo affrontare Lione e PSG squadre ferme, per lo stop imposto alla Ligue oltre tre mesi fa, e quindi senza partite ufficiali nelle loro gambe. E così, semmai una delle due nostre squadre riuscisse a vincere la finale, uno dei due allenatori nel gesto di sollevare la Coppa al cielo sarà in quel preciso istante "L'uomo che non deve chiedere mai!"... Ma potrebbe essere il toscano con il mozzicone di sigaretta in bocca ed il taccuino alla Tenente Colombo in mano, oppure potrebbe essere la folta e composta capigliatura del Gasp nonostante l'aria smossa dai circensi voli del suo corpo più volte lanciato dall'incontenibile gioia dei suoi giocatori e del suo Presidente Percassi. Quello della Champions sollevata dai piemontesi o dai bergamaschi è un'evenienza che potrebbe verificarsi ma non rappresenta una sicura certezza di vittoria. Viceversa in Campionato la Juve sembra, nonostante i vari rumors, essere vincente in volata, magari al foto-finish, mentre per il secondo posto diventa una lotta ristretta a tre, intervallata da 1 solo punto tra Atalanta, Inter e Lazio. 
I rispettivi allenatori attribuiranno le maggiori cause e colpe al mancato aggancio con la capolista ai forsennati carichi di lavoro imposto dal ritmo del campionato post-Covid con una gara ogni 3 giorni in un clima africano al limite del crack fisico e mentale... insomma per buttarla in caciara la vera colpa sarebbe condensata in quel famoso e datato slogan pubblicitario: "Il logorio della vita moderna!".

Ma tra il battagliero allenatore piemontese e il sempre scontento trainer salentino, è spuntato due sere fa il nome del vincitore morale (almeno per il periodo post-Covid) di questo Campionato, si tratta del 55nne parmense Stefano Pioli. Durante la gara vinta contro il Sassuolo il suo Milan è come se avesse assistito in diretta al miracolo dello scioglimento del sangue teutonico, che sembrava già pronto in una vitale sacca di plasma per una imminente trasfusione all'ormai ex acciaccato Diavolo, quando proprio nel culmine del mistero il futuro e tanto sviolinato plenipotenziario del Baden sconsacrava la sua appena nata fede meneghina buttando alle ortiche un nuovo contratto milionario assieme ad un centinaio di ore vanamente trascorse ad apprendere la nostra lingua. Il dirigente sudafricano A.D. Rossonero Ivan Gazidis sarebbe stato visto a colloquio con il Priore  dell'Abazia di Chiaravalle, un monastero Cistercense alla periferia Sud-Est di Milano, al quale avrebbe confidato la celebre frase manzoniana, da lui riadattata per l'occasione: "questo matrimonio non s'ha più da fare!.. Informi per favore l'Arcivescovo della Diocesi di Costanza con sede presso il palazzo di Meersburg".
Quei 2 milioni di Euro che sarebbero dovuti essere versati dal Milan nelle casse del Lipsia per liberare Rangnick dalla clausola rescissoria, l'A.D. Gazidis, forse dietro consiglio del Priore Cistercense, lo userà in parte per adeguare il nuovo contratto al vero artefice della rinascita Rossonera: Stefano Pioli un parmense Doc degno di essere soprannominato "Il Parmigianino II".                                                                                                                   Parmigianino, pseudomino di Francesco Girolamo Maria Mazzola pittore nato a Parma nel 1503 e morto alla precoce età di 37 anni. Fu uno dei maggiori rappresentanti della corrente "Manierista" e della pittura rinascimentale emiliana del XVI Sec. Famosi i suoi dipinti come " Autoritratto"  "Carlo V" e la "Conversione di San Paolo" bell'olio su tela dove prevale il bagliore di luce sul cavallo bianco che disarciona il futuro Santo. La preziosa tela risalente al 1527 è custodita presso il Kunsthistorysches Museum di Vienna.  Durante la sua formazione amò molto oltre alla pittura e all'acquaforte, anche indottrinarsi agli studi alchemici ed interessarsi a quelli di magia.                                                                                                                                                                        Stefano Pioli anch'egli nato a Parma nel 1965, compirà 55 anni il prossimo 20 Ottobre, non so se anche lui ami la pittura, ma di sicuro ama l'alchimia ed esoteriche scienze occulte come il Parmigianino. Nel periodo del Covid il buon Stefano chiuso nel Centro di Milanello avrebbe trovato la formula segreta per far risorgere tutto il Milan con tutti i suoi ragazzi, prima bolzi brocchi, ora pimpanti e veloci purosangue. La trasformazione che percorre tutta la spina dorsale della squadra è più che evidente. La luce che la sua formula rinnovatrice ha saputo emanare è stata ben recepita da tutti i giocatori, i risultati parlano chiaro, 9 vittorie e 2 pareggi, bisogna inumidirsi le dita più volte per sfogliare all'indietro gli annuari e ritrovare simili prestazioni. Si vocifera che un emissario di Casa Milan stia parlando con il direttore del Museum di Vienna dove un pittore nostrano avrebbe chiesto l'autorizzazione a dipingere una copia della "Conversione di San Paolo" del Parmigianino. 
Nella prossima settimana il quadro arriverà a Casa Milan e verrà disposto sulla parete posteriore della scrivania dell'A.D. Ivan Gazidis, un quadro a immortalare una conversione, una copia a ricordare che esiste oggi, un Parmigianino II, ed il popolo Rossonero si augura che abbia il successo del suo predecessore.
Tanti auguri da tutti noi, Stefano Pioli, ormai detto "Parmigianino II"!

Un abbraccio.
Massimo 48