Il Presidente della Repubblica ha posto delle riflessioni importanti che hanno riguardato il mondo del calcio. L'occasione, come è noto, è stata data dalla cerimonia dei 120 anni della FIGC che appresta a rinnovarsi a breve. Sergio Mattarella ha sottolineato pensando ai giovani, ai vivai, "che non siano ambiti per ricercare guadagni finanziari futuri ma siano luoghi in cui si facciano emergere giovani talenti e si diffonda lo sport fra tutti i ragazzi".

E ha ragione da vendere. Perché il calcio moderno sta diventando per molti lo scopo della vita non per giocare a calcio, ma tentare quel terno al lotto che grazie ai guadagni notevoli ti consente di fare quel salto di qualità che solo il calcio può garantirti, pur non dimenticando che gli stipendi milionari non interessano tutti i giocatori ma una platea limitata. Certamente giocatori come Messi, Ronaldo, Neymar, Benzema, Aguero, Tourè, Pogba, Pellè guadagnano intorno o anche sopra i 200mila euro a settimana. Ma in Italia poco meno del 50% dei calciatori professionisti non superano i 50mila euro annui. Cifre in ogni caso notevoli e che fanno gola.

L'altro monito di Mattarella, rimanendo sempre in tema è stato il seguente: "Quella di cercare e individuare costantemente il punto di equilibrio tra interessi economici e sport perché i primi non prevalgano rischiando di soverchiare l'aspetto sportivo che è - e deve restare - prevalente". Questa l'esortazione del Presidente della Repubblica che non può lasciare indifferenti perché si sta oltrepassando ogni soglia e ogni limite di tolleranza ed il calcio rischia di auto-distruggersi a causa della voracità del sistema economico e finanziario.