Scandalo: un altro caso di malfunzionamento della giustizia sportiva nel mondo del calcio professionistico.
Dopo l'assenza di provvedimenti per gli episodi razzisti durante Cagliari-Juventus, il Giudice Sportivo non se l'è sentita di prendere provvedimenti neanche contro Kessié e Bakayoko, colpevoli di aver esibito a mo' di trofeo, sotto la curva dei propri tifosi alla fine della partita Milan-Lazio, la maglia di un avversario che era stata ottenuta in segno di amicizia a fine gara.

L'episodio segna una grave mancanza di rispetto dell'avversario e un possibile tentativo di aizzare i tifosi, spesso già teste calde di loro...
E' inaudito come la giustizia sportiva, ad esempio, punisca con un'ammonizione il fatto di togliersi la maglia in segno di giubilo dopo la realizzazione di un gol e non adotti nessun provvedimento nel caso in questione.

Qui non si vuole difendere il calciatore che si toglie la maglia dopo il gol, che va giustamente punito; si contesta il fatto che non si intervenga con sanzioni pesanti in caso di comportamenti irriguardosi nei confronti degli avversari e non rispettosi di un deontologia professionale che dovrebbe sempre guidare il comportamento di calciatori professionisti, che invece rivendicano la propria professionalità solo quando fa loro comodo e quando debbono sottoscrivere sontuosi contratti.

Si dovrebbe prendere esempio da sport più intransigenti nel richiedere il rispetto della professionalità ai propri tesserati.
Si ricorda, ad esempio, la severità tenuta dall'NBA nei confronti di Ron Artest, colpevole alcuni anni fa di una rissa con un tifoso. In quel caso è stata inflitta una lunga squalifica, che ha praticamente stroncato la carriera di un giocatore, all'epoca fra i più considerati, e pagati, di tutta l'NBA.
Anche l'Associazione calciatori dovrebbe intervenire  e condannare simili comportamenti.
Presidente Damiano Tommasi dove sei? Ti si vede solo quando si parla di elezioni e cariche da ricoprire in Federazione.
Patetico è stato anche il tentativo della Società Milan che, invece di punire i propri tesserati per un comportamento professionalmente inadeguato, ha cercato di giustificare il tutto, tentando di ricondurlo ad una semplice goliardata. 
Il comunicato del Milan è sembrato molto simile alle dichiarazione del Presidente del Cagliari che al termine di Cagliari-Juventus, tentava di derubricare i cori razzisti a semplici fischi all'avversario.

Finchè non si avrà il coraggio di guardare in faccia la realtà e di giudicarla per quello che è, e non per quel che conviene, sarà difficile migliorare il mondo del calcio e... la società.