Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha parlato, o per meglio dire pontificato, toccando vari temi a partire dal caso Juventus e non solo.
Una frase sibillina, che sembra far riferimento alla Fiorentina, mi ha mandato di traverso l'ennesima mentina "mariadefilippi" (anche lei mangiatrice incallita).
"Il caso Juve? Non faccio il magistrato. Tutti, quando vincono, salgono sul carro, poi scappano quando c'è qualche problema, scappando oltretutto dalle persone da cui tutti si sono abbeverati. Ci sono squadre che hanno guadagnato tanto dalla vendita di due giocatori, se non ci fosse stata la Juve non avrebbero incassato 160 milioni. Oggi tutti parlano male della Juve, ma ha contribuito al sostentamento del calcio italiano".

Il mercato ha un prezzo, come la vita del resto. Esiste un reato? Se voleva, o per meglio dire poteva, non glielo impediva nessuno di fare offerte per i nostri giocatori.
Per questo, sembra proprio che abbia guardato in casa nostra anche se i giocatori erano tre. Bernardeschi 40 milioni di euro nel 2017, Chiesa altrettanti nel 2020 e infine Vlahovic 80 milioni nel gennaio scorso. Il totale fa 160, proprio la cifra citata da Lotito. Quindi il presidente di calcio, e da poco senatore della Repubblica Italiana, ce l'ha con la Fiorentina? Sono forse da leggere in tal senso le notizie delle ultime ore in merito a rapporti sulla strada del congelamento tra il numero uno della Lazio e Joe Barone?
Ognuno ha la faccia che ha - diceva Totò - ma qualche volta si esagera...

Sull'emendamento al decreto legge Aiuti quater, che salva le società sportive, c'è la contrarietà del Ministero dell'Economia e delle finanze. Lo riporta I'Ansa, citando fonti del ministero. L'emendamento bipartisan proposto, firmato da Dario Damiani (Forza Italia), Matteo Gelmetti (Fdl), Mario Borghese (Misto), Daniele Manca (Pd), Pietro Patton (Autonomie) e Stefano Patuanelli (M5s), ma spinto da Claudio Lotito, andava a intervenire sul tema dei versamenti tributari e contributivi, ad oggi sospesi fino al 22 dicembre.
Ora è tutto molto chiaro. Tre giorni prima di Natale "c'è da frugassi" - si dice a Firenze - perché "senza lilleri non si lallera". O si paga, o si paga. Con questo governo non si dovrebbe spalmare più...

Come riferito dalla "Gazzetta dello Sport", ci sono altri cinque club di Serie A nel mirino dei Pm per l'Inchiesta Prisma. Si tratta di Atalanta, Sassuolo, Udinese, Empoli e Sampdoria che, con la Juve, avrebbero dato vita ad "operazioni di favore, con corrispettivi apparentemente lontani dal fair value", tali da mettere in pericolo "la lealtà della competizione sportiva". Le partnership nel calcio sono più che normali, ma con loro si ritiene si sia andati ben oltre.
Di certo, è un modus operandi utilizzato da altri club, tanto che la procura di Torino sta valutando se e quali atti trasmettere ai colleghi di altre città che potrebbero poi avviare a loro volta accertamenti. A breve formuleranno la richiesta di rinvio a giudizio per i vertici del club bianconero; l'impressione è che si stia soppesando l'esistenza di reati che quasi certamente siano configurabili come violazioni del codice di giustizia sportiva.

Secondo la tesi degli investigatori, coordinati dall'aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, tutti sapevano tutto, dal Presidente Andrea Agnelli ai manager. Una convinzione nata setacciando documenti scoperti nelle perquisizioni, analizzando mail, ascoltando telefonate. Del resto, in una chiacchierata intercettata dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Torino, l'allora capo dell'area tecnica così sintetizzava, in una battuta: "Erano tutti contenti quando Paratici veniva e portava plusvalenze". Un modo lecito di cui la Juve ha finito per abusare, se poi in maniera lecita o meno lo stabilirà un eventuale processo.
Secondo i Pm, dal tenore di alcune mail, su "debiti residui" con altri club, agenti e mensilità posticipate ai giocatori, il club potrebbe avere debiti fuori bilancio per circa 70 milioni di euro.
Secondo la ricostruzione del "Corriere della Sera", sono 22 le fatture «inesistenti» (dal 2018 al 2021) contestate per un valore fittizio di quasi 2 milioni di euro. "Sento Fede se ci fa mettere qualcosa, ma tu mi dici il totale per favore? Se ciò qualche operazione scarica...da recuperare... quanti sono?" - spiega un dirigente delle giovanili a un agente. Il quale, una ventina di giorni dopo, richiama: "Ti volevo ringraziare per avermi messo dentro a qualche operazione... che non abbiamo fatto nulla".
Il 16 agosto 2021, Stefano Bertola, capo dell'area business, commenta: "... questi rinnovano Chiellini e scopri che c'è... si parla di una procura a Lippi per 300 mila euro... non sapete che fatica si fa a far fare 300 mila euro di margine no? Non sapete la fatica che si fa e li volatilizzate così per uno che non... non ha fatto niente...". Rapporti «opachi» (ma non contestati) sia sotto "il profilo patrimoniale che sportivo", sarebbero stati ricostruiti negli accordi con vari agenti non indagati. Alcuni di loro avrebbe favorito acquisti e cessioni di calciatori minorenni per i quali la legge non prevede provvigioni. Da qui la necessità secondo i pm - di "scaricare" il debito su altre iniziative di mercato.
In un'altra intercettazione, Agnelli insiste che non si può inserire Lippi nel rinnovo di Chiellini: "... e di Giorgio non ha fatto un c....o Davide... le ultime due volte Giorgio l'ho fatto io... quindi non è che". Alla fine, i soldi sarebbero stati spalmati "fittiziamente" nella cessione di Hamza Rafia allo Standard Liegi. "Ho visto il mandato per Rafia, grazie... insomma si comincia a vedere qualcosa" commenta un dipendente della Reset. 
La prima ammissione è del ds Federico Cherubini: "Sì, sono a conoscenza di questa pratica". La "pratica" consisterebbe in "mandati artificiali" agli agenti per appianare debiti maturati in anni precedenti.
Sempre secondo il quotidiano di Milano, ci sarebbe una "Contabilità in nero della Juventus", scrivono i pm a commento di un documento excel (sequestrato negli uffici del club) dal quale emergerebbe in maniera plastica l'esposizione debitoria della società, al 25 gennaio 2020, per 8 milioni di euro a favore degli agenti. Denaro di cui non vi sarebbe traccia nei bilanci. Il file riporta le operazioni di mercato per cui sono maturati i crediti e la differente causale con i quali sarebbero stati onorati.

È di adesso la notizia, sull'edizione de "La Gazzetta dello Sport", di una inchiesta aperta dalla Uefa nei confronti della Juventus, per le possibili violazioni del fair play finanziario. A livello di sanzioni ci potrebbe essere una semplice multa ma, nel caso in cui a Nyon accertassero manovre portate avanti dal club bianconero con l'obiettivo di non far figurare passivi troppo alti e aggirare così il fari play finanziario, la pena massima potrebbe essere l'esclusione dalle coppe. Tutto dipenderà dal fascicolo che la Uefa riceverà dalla Procura di Torino: da lì le semplici ipotesi diventeranno più o meno concrete.

... e finalmente gli ottavi!
La Croazia supera il Giappone ai calci di rigore e approda ai quarti di finale del Mondiale dove incontrerà il Brasile. Decisiva la prova dell'estremo difensore Livakovic che para tre tiri dal dischetto ai nipponici. Sotto per il gol di Maeda, i croati pareggiano con Perisic e poi ringraziano anche Pasalic autore del rigore decisivo. Grandi rimpianti per i giapponesi autori.
Rispetto alle ultime formazioni nel Giappone ci sono le novità Tomiyasu in difesa, Endo in mezzo al campo e Doan nel tridente d'attacco; nella Croazia invece Barisic e Petkovic prendono il posto di Sosa e Livaja. 
La partita è equilibrata e godibile con brividi da entrambe le parti: la Croazia gestisce di più il pallone ma il Giappone in ripartenza è rapido e ficcante. Con il passare dei minuti il ritmo si abbassa, gli spazi si riducono e le occasioni latitano ma è la partita che vuole il Giappone che si trova infatti molto più a proprio agio. Per avere un episodio bisogna aspettare il 43°: sugli sviluppi di un calcio d'angolo palla vagante in area di rigore croata, Maeda è il più lesto di tutti a ribattere in rete per l'1-0. Il primo tempo si chiude così.
A inizio ripresa la Croazia prova subito a mettere pressione al Giappone ma è Kamada a rendersi pericoloso con un tiro da fuori area. La manovra croata resta lenta e prevedibile, Modric non si accende e il Giappone allora ha gioco facile nel controllare l'andamento della partita. Per la Croazia ci vorrebbe un lampo che arriva al 56°: cross di Lovren, Perisic anticipa nettamente Ito e di testa realizza l'1-1.
Il Giappone non si perde d'animo e risponde subito con una conclusione di Endo da fuori area che trova la risposta di Livakovic. Al minuto 63 è il turno di Modric che ci prova da lontano e Gonda si deve disimpegnare con una gran parata. Per dare forze fresche arrivano i primi cambi, visto che l'avvicinarsi del 90° fanno prevalere la stanchezza e la paura. Nei supplementari non succede niente per cui, prima volta in Qatar, si va ai rigori. Livakovic para quelli di Minamino, Mitoma e Yoshida; Pasalic segna il penalty decisivo.
Giappone-Croazia 2-4 (dcr)
Marcatori: 44' Maeda, 56' Perisic.
GIAPPONE (3-4-3) Gonda 6.5; Tomiyasu 6, Yoshida 5, Taniguchi 6; Ito 5.5, Endo 6.5, Morita 6 (105' Tanaka 6), Nagatomo 6 (64' Mitoma 5); Doan 6.5 (87' Minamino 5), Maeda 7 (64' Asano 6), Kamada 6 (75' Sakai 6).
Commissario tecnico: Moriyasu
CROAZIA (4-3-3) Livakovic 8.5; Juranovic 6, Lovren 6, Gvardiol 6, Barisic 5; Modric 5.5 (98' Vlasic 6), Brozovic 5, Kovacic 5 (98' Majer 6); Kramaric 5 (68' Pasalic 6), Petkovic 5.5 (62' Budimir 5.5, 105' Livaja 5), Perisic 7 (105' Orsic 6).
Commissario tecnico: Dalic


Il Brasile ha vinto in scioltezza (ad un certo punto sembrava la partitella del giovedì) contro la Corea del Sud imponendosi per 4-1 con un grande primo tempo in cui ha archiviato la pratica.
La Selecao chiude il match già nella prima frazione di gioco: al 7°, dopo un'ottima azione corale, la palla finisce sui piedi di Vinicius che non sbaglia e porta i suoi in vantaggio. Raddoppio al 13° con il rigore, modello PlayStation, di Neymar, causato da un intervento in ritardo di Woo-Young Jung. Nei minuti successivi la Corea prova a reagire, ma il Brasile fa sempre buona guardia in difesa e non rischia mai di subire il gol che accorcerebbe le distanze. Prima il tris con Richarlison, dopo una stupenda azione corale, su assist di Thiago Silva e poi il poker con Paqueta decretano il game over.
Nel secondo tempo la musica non cambia con il Brasile che gioca in scioltezza e rischia più volte di segnare ancora e la Corea del Sud che prova a reagire, ma senza particolari risultati anche grazie ad un grande Allisson sostituito addirittura dal terzo portiere.
Brasile-Corea del Sud 4-1
Marcatori: 7' Vinícius Jr, 13' Neymar, 29' Richarlison, 36' Paqueta, 76' Paik Seung-Ho. 
BRASILE (4-2-3-1) Alisson 7 (80' Weverton SV); Militao 6 (63' Dani Alves 6), Marquinhos 6, Thiago Silva 7, Danilo 6 (72' Bremer 6); Casemiro 6.5, Paqueta 7; Raphinha 7, Neymar 7 (80' Rodrygo SV), Vinicius 7.5 (72' Martinelli 6); Richarlison 7.5. 
Commissario tecnico: Tite
COREA DEL SUD (4-2-3-1) Kim Seung-Gyu 5; Kim Moon-Hwan 4, Kim Min-Jae 5, Kim Young-Gwon 4, Kim Jin-Su 5 (46' Hong Chul 5); Hwang In-Beom 5 (65' Paik Seung-Ho 6), Jung Woo Young 4 (46' Son Jun-Ho 5); Hwang Hee-Chan 5, Lee Jae-Sung 5 (75' Lee Kang-In 5), Son Heung-Min 5; Cho Gue-Sung 4 (80' Hwang Ui-Jo SV).
Commussario tecnico: Bento

 

"Stella d'argento che brilli lassù...".
E come d'incanto, fresche l'ova - come dicevano i contadini un tempo.
Infatti.
Mohammed Sinouh, agente di Sofyan Amrabat, ha parlato per commentare le voci dell'interesse di diversi club nei confronti del suo assistito: "Confermo che ogni giorno ricevo tante telefonate dai club per Sofyan. Tutto il mondo ha potuto osservare come lui sia il miglior centrocampista difensivo del torneo, è stato davvero eccellente. Amrabat è un professionista top e ora è focalizzato solo sul Mondiale".
Speriamo...
E' arrivata la prima sorpresa anche dagli ottavi di finale; il Marocco, dopo una grandissimo muro difensivo eretto al cospetto della Spagna, batte a sorpresa la squadra di Luis Enrique ai calci di rigore. 
Spagnoli che non sono riusciti a realizzare nemmeno un penalty: tre errori su tre. Il destino è davvero incredibile sparigliando le carte in tavola nel giro di un soffio di vento.
Sarabia è entrato in campo per tirare il calcio di rigore visto che è (era?) considerato uno specialista...
Vedremo poi.
Fin dai primi minuti il copione della partita è chiaro: la Spagna gestisce il possesso, cerca buchi nella difesa avversaria e crea la propria trama con pulizia e pazienza, mentre dall'altro lato si evidenza un Marocco fisico e pimpante, disposto a difendersi con ordine e ripartire in velocità mantenendo i consueti ritmi alti. La Spagna, d'altro canto, cerca di prendere campo con il solito possesso palla, non creando, però, grosse occasioni da rete. 
Al 42° è addirittura il Marocco ad andare vicino al gol del vantaggio con un colpo di testa di Aguerd su assist di Boufal. Il primo tempo termina dopo un minuto di recupero; la gara è più equilibrata di quello che ci si potesse aspettare alla vigilia. 
Stessi 22 in campo nella ripresa con la Spagna che pero' parte con un piglio diverso. Dani Olmo impegna Bonou su punizione, il possesso palla della squadra di Luis Enrique è più scorrevole e crea fastidi alla difesa marocchina.
I due allenatori provano a cambiare qualcosa: Luis Enrique mette dentro una punta di peso, Morata, al posto dello spento Asensio. Mentre nel Marocco entrano "gli italiani" Sabiri e Cheddira.
Morata ha un paio di occasioni, ma le spreca. In pieno recupero Bonou respinge una insidiosa punizione di Dani Olmo.
Non succede nulla più, la Spagna non riesce a scardinare la difesa marocchina e si va ai supplementari. 
La palla del clamoroso vantaggio finisce sui piedi di Cheddira al 103°: palla geniale di Ounahi che mette il calciatore del Bari solo davanti ad Unai Simon che lo ipnotizza e respinge di piede.
Nel secondo tempo supplementare non ci sono azioni da segnalare. Lo sterile possesso palla della Spagna continua ad infrangersi sul muro invalicabile del Marocco. 
Al 122° il fato si impossessa delle Furie Rosse. Incredibile occasione per Sarabia che, solo davanti all'estremo difensore marocchino, scheggia il palo con un destro al volo. Poco dopo fallirà anche il primo rigore che, come quattro anni fa in Russia, decreteranno la fine dell'avventura della squadra Iberica.
A decidere la contesa è stato Achraf Hakimi, che si è presentato sul dischetto degli undici metri con passo e sguardo deciso e, dopo aver atteso il fischio dell'arbitro argentino Rapallini, ha battuto Unai Simon con un tocco sotto che si è infilato al centro della porta. Subito dopo si è voltato verso i suoi compagni e ha esultato mimando la tipica camminata dei pinguini.
In molti hanno visto nell'esultanza del calciatore del Paris Saint-Germain un omaggio a Sergio Ramos, che non ha partecipato al Mondiale perché Luis Enrique lo ha lasciato fuori dalla lista dei convocati e non gli ha permesso di partecipare alla sua quinta Coppa del Mondo.
Marocco-Spagna 3-0 (dcr)
MAROCCO (4-3-3): Bonou 9, Hakimi 7, Aguerd 6.5 (84' El Yamiq 6), Saiss 7.5, Mazraoui 7 (82' Attiat-Allal 6); Ounahi 7 (120' Benoun SV), Amrabat 7.5, Amallah 6.5 (82' Cheddira 5); Ziyech 7, En Nesyri 6 (82' Sabiri 6.5), Boufal 6.5 (65' Ez Abde 6). 
Commissario Tecnico: Regragui.
SPAGNA (4-3-3): Unai Simon 6.5; Llorente 5, Laporte 6.5, Rodri 6, Alba 5 (97' Balde A. 6); Pedri 5, Busquets 5, Gavi 6 (63' Soler 5); Torres 5 (75' Williams 6 (119' Sarabia 5) ), Asensio 5 (63' Morata 5), Olmo 6 (97' Ansu Fati 6). 
Commissario Tecnico: Luis Enrique.


L'altro ottavo di... Coppa Davis, ha visto un Portogallo sublime e devastante umiliare la Svizzera per  6-1 (nel primo set) accedendo in pompa magna ai quarti. 
Spicca su tutti la prestazione di Gonçalo Ramos, schierato titolare al centro dell'attacco al posto di Cristiano Ronaldo, autore di tre gol e un assist. Una gara sontuosa del centravanti del Benfica e di tutti i lusitani, mentre gli elvetici tornano a casa mestamente al termine di una gara nella quale non hanno combinato nulla.
Sembra che sia stato il gruppo a "suggerire" al commissario tecnico Fernando Santos di tenere in panca CR7 in quanto non vengono più sopportate le bizze da primadonna. 
Aver platealmente mandato a quel paese, la partita precedente, il proprio allenatore per una sostituzione a pochi minuti dal termine, ha fatto traboccare il vaso della pazienza.
In fondo, non siamo costretti a sopportare tutto. La pazienza ha un limite e la vita è fatta per essere vissuta, non sopportata.
Alla prossima...