La Cassazione ha chiuso tutte le porte della giurisdizione interna e questa partita, andata ben oltre i tempi supplementari e durata 12 anni, è giunta alla sua conclusione. Gli scudetti della Juventus sono 34.  Cassazione  che riconoscendo il "principio di autonomia dell’ordinamento sportivo nazionale" che "costituisce l’articolazione italiana di un più ampio ordinamento autonomo avente una dimensione internazionale" ha confermato i pronunciamenti della giustizia sportiva che hanno assegnato lo scudetto della contesa all'Inter. Deve essere una scelta dell'Inter  decidere se rinunciare o meno  allo scudetto della contesa, assegnato in base alle regole della giustizia sportiva, il precedente, stagione 2014/2005, invece, venne revocato alla Juve senza che fosse assegnato a nessuna squadra. L'Inter ha il diritto di riconoscere nella propria bacheca 18 scudetti. La Juve, invece, ha il diritto ed il dovere di esporne "solo" 34. Che li abbia vinti sul campo, a detta loro, non significa niente.  E ora con la Cassazione e con il principio di diritto espresso che riconosce valenza fondamentale alla giustizia sportiva si chiude una pagina indecente. Certo, qualcuno potrebbe dire, allora se non sono 36, sono 35. Perchè si terrebbero quello revocato. Anche no.

E comunque lo stile di una società lo si inquadra anche da questi comportamenti. E' interessante notare come questo pronunciamento della Cassazione sia arrivato casualmente proprio nel giorno in cui Marotta è stato annunciato formalmente all'Inter. Si chiuderà una pagina di "guerre", si aprirà un fronte di collaborazione in vista della futura Super League oppure Juve e Inter continueranno ad essere come il Barcellona e il Real in Spagna? Rivali dentro e fuori dal campo in perenne stato di "guerra".