Duvan Zapata, ovvero come essere un trascinatore giocando da centravanti anche senza fare i gol. L’attaccante colombiano ha ormai conquistato il mondo granata nonostante sia fermo alla rete realizzata alla Roma il 24 settembre, che valse al Toro il punto del pari.
Perciò trascorrerà questa sosta allenandosi più del solito in maniera che alla ripresa possa rapidamente rimettersi al passo col suo obbiettivo dichiarato in estate: “La mia missione personale è tornare in doppia cifra dopo un’annata condizionata da noie muscolari. Adesso fisicamente sto bene, molto bene e perciò posso concentrarmi sul Toro con dedizione e convinzione”.
E difatti sta dando un apporto significativo e continuo. A Monza per la Gazzetta (e non solo) è stato il migliore in campo; nei giudizi vengono sottolineati gli assist dei gol di Rodriguez (erroneamente cancellato dall’arbitro) e Ilic, ma pure le tante palle difese dagli interventi degli avversari in maniera che la squadra potesse risalire il campo. E questa è probabilmente la qualità più apprezzata da Juric in quanto utilissima per i movimenti collettivi.
Del resto Zapata, nel presentarsi ai nuovi tifosi, lo aveva garantito: “Sono qui per trascinare il Toro il più in alto possibile. Me lo hanno chiesto un po’ tutti ed è un impegno che prendo volentieri, le pressioni non mi spaventano. Questo gruppo è ricco di qualità, ed è guidato da un allenatore che tramette un’idea precisa di gioco potendo contare su tanti calciatori di spessore, quindi possiamo e dobbiamo migliorare lo scorso campionato”.
CONTINUITÀ— Alla prima verifica autunnale quel proclama estivo è stato onorato. Zapata ha saltato solo una partita (Inter) a causa di un fastidio muscolare (una vecchia cicatrice dolente) che poi aveva indotto Juric a non schierarlo dall’inizio nella successiva trasferta di Lecce, riservandogli la mezzora conclusiva. Nei restanti otto match, cioè dall’esordio col Genoa del 3 settembre fino al Monza di sabato scorso, il colombiano è sempre partito titolare giocando cinque gare da 90’, una da 87’ (Salerno) e due da almeno un’ora. Una più eloquente dimostrazione di stima, Ivan Juric non avrebbe potuto inviargliela. “Zapata è splendido sia come uomo che come giocatore. Siamo contenti di averlo con noi, molto”, la caramella scartata dal tecnico al termine della sfida di Monza.
IL CAMBIO— Non è un caso che il timoniere granata abbia cambiato il suo amato 3-4-2-1 per dare vita al modulo col doppio centravanti. Dove i movimenti di Zapata e Sanabria sono fatti in funzione dell’altro: trovare le vie di fuga, aprire gli spazi al compagno per poi servirlo. Meccanismi da perfezionare, naturalmente, perché il cambio tattico è recente.
Però Juric ha capito già di poter insistere: “Vedo che Duvan e Tonny si cercano e spesso si trovano. Quindi non c’è motivo per tornare indietro, avanti così”.
Marco,11 anni
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