Da Castellamare di Stabia fino alle stelle: un cammino così lungo e pieno di ostacoli per Fabio Quagliarella che fin da piccolo ha dovuto rimboccarsi le maniche per dire la sua con il pallone fra i piedi.

CORSA AD OSTACOLI - Fa tutta la trafila nelle giovanili del Torino, fino all’esordio in Serie A all’età di 17 anni, ma non è ancora maturo e viene mandato in prestito in serie C.  Prima nella Fiorentia Viola, poi al Chieti, ma il bottino è misero: solo 3 gol in due stagioni, dov’è il Fabio che conosciamo? Ecco che lo si intravede nella stagione successiva, dove sigla 17 gol in 32 partite. Così il Torino lo richiama e inizia da titolare la stagione successiva, portando la squadra in A: tutto bene quello che finisce bene direte, no? Ma è sempre in quell’estate che la squadra granata dichiara il fallimento e lui si trova svincolato, sono settimane dure e il suo futuro è così incerto.

FINALMENTE IN A - L’Ascoli, che quell’anno era salito nella massima serie, punta sul campano, in panchina siede un giovane Giampaolo, e lui in una fredda giornata di dicembre sigla il suo primo gol in A, il gol vittoria. A fine campionato passa alla Sampdoria, resterà un solo anno perché riceverà la chiamata del Presidente Pozzo e si trasferirà ad Udine, dove con Totò Di Natale e un giovane Alexis Sanchez formerà un tridente di livello europeo tale da meritare di arrivare fino ai quarti di finale di Coppa Uefa ed essere eliminato da un altrettanto grande Werder Brema, nel quale figurano giocatori come il brasiliano Diego e un promettente Mezut Ozil.

GUAI A NAPOLI - Il ragazzo è ormai grande, pronto per una sfida più importante e così accetta la proposta dalla città partenopea. Ma a Napoli resterà solo una stagione, infatti dopo un avvio scoppiettante, qualcosa s’inceppa: c’è un blackout, Quagliarella scompare. Rompe con la dirigenza e i suoi compagni: è un mistero, sarà diventato una testa calda? Seguono le accuse di essere implicato nella camorra, nel calcioscommesse, in reati di pedofilia. Ma non è solo un grande calciatore, è soprattutto un grande uomo e vince anche nelle aule giudiziali, superando le vicende che lo legano ad uno stalker.

IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO - In estate riparte per Torino Caselle, questa volta sponda Juve, dove vincerà 3 campionati e 2 supercoppe da protagonista. Si appresta a spegnere 31 candeline quando, però, decide di far ritorno nella squadra granata, quella che gli ha dato i natali, è lecito allora pensare: ‘’chiuderà qui la carriera?’’ Forse non lo conoscete, perché Fabio con un bottino di 23 gol tra serie A ed Europa League, chiude le valigie e va alla Samp ed è qui che il tempo si ferma, non invecchierà più. Merito forse di Giampaolo? L’allenatore gli disegna su misura una squadra che ne esalta le doti, il gioco si catalizza attorno a lui che non delude mai squadra e tifosi.

CHIAMATA AZZURRA - Gli anni passano, ma lui migliora stagione dopo stagione, mostrando sempre nuovi colpi da maestro come grandi rovesciate, gol di tacco o dalla lunga distanza: è un vero bomber, attacca la profondità come nessun altro e non molla mai. Ma è questa la sua stagione perché continua a bruciare qualsiasi record: prima va a segno per ben 11 partite di fila (eguagliando Batistuta), poi supera Cristiano Ronaldo nella classifica marcatori, salendo sul gradino più alto, e infine diventa il marcatore della Nazionale più anziano: ah è vero, dimenticavo quasi che abbia superato i 36 anni. Ora gli tocca l’impresa più ardua: manca circa un anno per il prossimo europeo e lui dovrà stringere i denti per conquistare una maglia da titolare perché la concorrenza è forte e i giovani cercano spazio, riuscirà l’eterno giovane?