Quando arrivano le partite che contano, l'Italia c'è sempre. Quando si entra nelle fasi finali in una competizione europea, le squadre italiane sono sempre rispettate, se non addirittura temute.
Frasi dette e ridette, sottolineate, riportate, ribadite, scritte, sentite. Eppure, al di là delle parole, guardando la storia, spesso è andata davvero così.
Cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno, lasciando alle spalle l'aurea di negatività che permane attorno al nostro movimento, abbiamo alcuni esempi recenti e convincenti. E' il caso del Sassuolo, l'anno scorso alla sua prima esperienza internazionale, dove ha cercato di andare oltre le sue possibilità e si è fatta valere; non da meno l'Atalanta che disputa questa edizione di Europa League, capace di compiere qualcosa di straordinario, impensabile alla vigilia.
Si sente parlare di ricambio generazionale - in primis il ct azzurro Giampiero Ventura batte su questo tasto - e sarà il tempo a decidere se il lavoro in Nazionale riuscirà a portare i suoi frutti.
L'erba del vicino solitamente è sempre più verde: il sorpasso nel ranking alla Germania, seppur risicato, è un segnale che può far piacere. Tuttavia, la strada è ancora lunga per competere stabilmente nel podio con Inghilterra e Spagna, realtà collaudate che riescono a ben figurare anche nel caso di una Premier League sempre più aperta ai giocatori stranieri, con un numero sempre più esiguo di giocatori inglesi. Ci vorrà del tempo: la creazione e sviluppo di un ciclo non è immediato ma è frutto di programmazione in concomitanza con un terreno socio-culturale fertile. In un calcio dove gli interessi economici sono di grande rilevanza, non bisogna perdere di vista la pura essenza del gioco e la passione, elementi che muovono la gente in maniera fisica e spirituale. La voglia di lottare e competere unita ad un percorso sano, corretto, volto al raggiungimento dei risultati e soddisfazioni sportive passa dalle fondamenta: come in molti settori e nella vita in generale, tutto parte dalla scuola, dall'educazione in famiglia e da insegnamenti, comportamenti trasmessi.
Sacrificio, rispetto e lealtà, valori spesso persi nelle nuove generazioni, valori che mancano sempre più nella nostra società, imprescindibili per formare giovani di successo. Qualità umane e tecniche, costruzione di un gruppo e di una identità oltre ad un pizzico di fortuna che non guasta mai, anche se quasi nulla arriva per caso: tutte le componenti devono unirsi per creare la giusta miscela alla base di ogni vittoria. Nello sport, nella vita.
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