Un calciomercato, nella sua finestra estiva, sfavillante tra acquisti di giovani promettenti e giocatori esperti a colpi di milioni. Tanti campioni, anche non giovanissimi, che hanno cambiato casacca anche a parametro zero. Un colpo a mio avviso sottovalutato, anche per rapporto qualità/prezzo, è Marco Borriello che, nel neo-promosso Cagliari, può risultare fondamentale grazie al suo apporto di esperienza nella massima serie italiana. Esperienza che non hanno in molti da quelle parti. Parliamo di una prima punta di peso, un mancino per caratteristiche in grado di fare reparto da solo, un califfo della serie A che, salvo una breve parentesi inglese, ha girato quasi per intero la penisola da nord a sud, uno zingaro del calcio, un "bello" che ha saputo coniugare divertimento e professionismo. Raramente in doppia cifra, ha saputo conquistare la stima degli addetti ai lavori di mezza serie A, da gran faticatore e lottatore nelle aree avversarie quale è. Un ragazzo che ha saputo distinguersi per impegno e voglia di arrivare e, dopo aver terminato la sua trafila nelle giovanili del Milan, si mise in luce a Trieste prima e Treviso poi grazie ad una tecnica individuale di buon livello e tanta tanta grinta e "cattiveria" agonistica supportata allora da un fisico longilineo potente ma non ancora da granatiere com'è adesso. Poi la meritata promozione in A, anche nel Milan ma con pochissimo spazio, e la successiva girandola tra club di "provincia" nei quali seppe affermarsi e accreditarsi l'attenzione della Roma che lo fece suo. Anche nella sua esperienza in giallorosso, come precedentemente in rossonero, si ritrovò a dover sgomitare con attaccanti di grande fama e, fin troppo sfortunato, nei momenti in cui avrebbe potuto affermarsi definitivamente, infortuni di ogni genere lo hanno costretto a lunghi stop che lo hanno sempre costretto a ripartire dal basso per poi tentare di scalare le gerarchie dei club. Arrivò a vestire la maglia della Nazionale ma fu una parentesi lunga quanto la sua titolarità nei top club italiani. A Cagliari il suo contributo può risultare essenziale sia in campo, per l'abilità nel gioco aereo, per la facilità di dialogo con i compagni, per le doti acrobatiche, per l'essenzialità nella giocata, per la capacità di far salire la squadra e proteggere la palla oltre alla sua naturale predisposizione a rinculare fino alla propria area, che nello spogliatoio per la sua personalità leader. Un centravanti assist-man come pochi. Una punta moderna in grado di leggere i movimenti della squadra con anticipo e aiutare nella crescita alcuni compagni ancora giovani e promettenti. Un giocatore essenziale, il napoletano, per mister Rastelli. Un usato sicuro.
23 Novembre 1980
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