Anche lo scoglio Verona è stato superato, non senza difficoltà visto che il risultato è stato in bilico fino alla metà del secondo tempo e con gli scaligeri in dieci dal 36° minuto. Le problematiche di questa squadra restano tutte, e non si capisce perché non riescono ad esprimersi con un gioco magari semplice ma da squadra. C'è sempre l'impressione che siano insieme da una settimana e che debbano ancora assimilare i desideri del mister, quel tale José Mourinho che ha vinto tutto quello che c'era da vincere e che di certo non si può accusare di non parlare con i suoi giocatori.
Certo, avrà il suo modo di comunicare, le sue preferenze e i suoi convincimenti, ma tutto questo non sembra tradursi in campo con la squadra convinta nei propri mezzi che appaiono maggiori di quelli visti finora. E non sarebbe corretto rifugiarsi dietro gli infortuni di Dybala e Wijnaldum che seppur pedine importanti sulle quali il portoghese contava dall'inizio stagione non possono rappresentare l'alibi di un attacco arido di reti e di un centrocampo che non riesce a dare equilibrio alla manovra.
Paradossalmente le prestazioni migliori si sono viste in Europa League, intendiamoci non a tal punto da far strabuzzare gli occhi ma a parte lo scivolone col Ludogorets la qualificazione alla fase di eliminazione diretta non sembrava impossibile, tolto il quesito di chi tra i giallorossi e il Betis si sarebbe qualificato come prima del rispettivo girone. Giovedì prossimo (3/11 per chi scrive) sarà match-point per la Roma in casa, e senza forse dirà molto del proseguo della competizione europea dei giallorossi, ma non solo.
Un risultato positivo porterebbe risvolti positivi anche in ambito nazionale, dove oltre alla parte di campionato che precede la sosta per il Mondiale in Qatar c'è ancora da giocare gli ottavi di Coppa Italia che nel bene o nel male assegna un posto in Europa League alla vincitrice. L'obiettivo dichiarato da Mourinho e Tiago Pinto a inizio stagione è stato quello del quarto posto, e quindi il ritorno in Champions; e a proposito di questo il Mister confida in una seconda parte di campionato con i suoi pupilli Dybala e Wijnaldum ritrovati e con un Abraham che ritrovi la via del gol.
Potremmo appunto parafrasare il momento con un "dolcetto o scherzetto" per la calda tifoseria giallorossa, che ha abbracciato il portoghese più titolato della storia del calcio come l'unico in grado di portare titoli in una piazza tra le più calde d'Italia, e in un certo senso c'è riuscito, ma che da lui e da Pinto ci si aspetta di più... quel desiderio non nascosto che si chiama Scudetto, prima che Mourinho venga rapito dalla prossima sfida impossibile; quella che è in grado di scatenare emozioni e voglia di stare sul campo anche a chi ha avuto tutto dal calcio girando l'Europa.
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