Lo Spezia ancora una volta ci ha fatto disperare.
Cominciò nel periodo bellico (1944):
la squadra dei Pompieri di La Spezia fu rinforzata da giocatori dello Spezia, arruolatisi nei pompieri dopo l’ 8/9/1943, per evitare di combattere per i tedeschi o per la RSI. Questa squadra soffiò uno scudetto al Grande Torino battendolo per 2 – 1 nella partita di finale del Campionato Alta Italia. In quell’occasione Valentino Mazzola colse una traversa a pochi minuti dalla fine. Il Torino era già Grande e difatti aveva già vinto il torneo 1942, l’ultimo a paese unificato prima della fine della II Guerra Mondiale. Nonostante quella sconfitta il Grande Torino proseguì come sappiamo.
L’anno scorso questa squadra ci mortificò con un 4 a 1 che permise allo Spezia di salvarsi, mentre ieri ecco un’altra sconfitta cocente che interrompe lo slancio recentemente acquisito dal Torino.
Già, questa partita era da vincere. Purtroppo il Torino non ha potuto affrontarla nel migliore dei modi, perdendola, a mio avviso, per i motivi che cercherò di esporre.
Sguarnita di numerosi titolari per infortunio o squalifiche, sono scesi in campo parecchi sostituti sottotono che non hanno permesso al Torino di esprimersi al meglio. Si giustificano così numerosi errori ed imprecisioni, una compattezza di squadra inferiore alle previsioni ed insufficiente a contenere una compagine che aveva anche lei la necessità di vincere non per rilanciarsi, ma per prendere una boccata di ossigeno nella lotta contro la retrocessione. Tra l’altro lo Spezia di oggi presenta un organico ed un allenatore di tutto rispetto che devono ancora assestarsi.
Proprio quando Juric decideva di provare a vincere, effettuando tre sostituzioni contemporaneamente, pochi secondi dopo Lo Spezia segnava un magnifico e raro goal con un tiro preciso da fuori area. Ed ecco che per il Torino, improvvisamente, cambiava ogni prospettiva: prima assorbiva il colpo, poi si buttava in avanti, collezionando falli, rimesse in zona d’attacco e corner, senza riuscire a penetrare quella difesa che lo Spezia opponeva a pieno organico talvolta in circostanze fortunose.
Mestamente il Torino lasciava a La Spezia parte del suo ardore e della sua voglia di vincere e dovrà attendere fino a fine mese il momento di rifarsi anche di questi tre punti persi che vanno a sommarsi ad altri mancanti per errori altrui. Anche questa volta ai granata manca un rigore non assegnato per fallo di mano negli ultimi minuti del primo tempo, come ammesso dal giocatore interessato nell’intervallo, ma non rilevato né dal VAR né dall’arbitro.
Alcuni giocatori del Torino hanno confermato la verve agonistica di sempre, molti altri hanno palesato limiti fisici dovuti alla lunga assenza dal campo da gioco. Peccato, un Torino in salute avrebbe sicuramente conseguito, sono convinto, una vittoria su di una squadra determinata ma con limiti tecnici abbastanza evidenti.
Una battuta d’arresto ci può anche stare ed è rimediabile, non sono giustificabili, invece, a mio avviso, rimpianti verso allenatori passati, verso carenze nella campagna acquisti e critiche nei confronti dell’attuale allenatore. Forse sarebbero da smorzare un poco i toni trionfalistici che venivano usati prima di questa gara, per non caricare di troppe responsabilità allenatore e giocatori, rendendo, in caso di risultato negativo, piu fragile l’autostima di chi non ce l’ha molto pronunciata.
Con Juric si sono fatti dei passi in avanti significativi in ogni settore del campo, ogni giocatore è più consapevole del proprio ruolo, sia da un punto di vista tattico che strategico. Questa squadra deve poter lavorare tranquilla, senza patemi d’animo, senza rischiare altri passi indietro, sperando che gli infortuni si risolvano  e non si ripetano e che a Gennaio qualche rinforzo di spessore venga preso in società.

Questo è il Toro che ha fatto vedere le cose migliori degli ultimi anni, deve consolidarsi, i carichi di lavoro devono essere assorbiti e il modo di giocare di Juric deve essere assimilato. Tutto questo con una tensione agonistica in gara ed in allenamento, migliorando ancora dove si può.
Una partita storta non può cambiare il clima attorno alla squadra, ma deve compattare tutti nel sostenerla, aiutarla a reagire, per recuperare e tornare a vincere.