Dopo nemmeno un anno dal suo arrivo in rossonero il futuro dell'attaccante croato Nikola Kalinic sembra già essere segnato.
Doveva essere, a detta di Montella, l'attaccante in grado di prendersi tutto il peso dell'attacco sulle spalle, il bomber da venti o più gol a stagione di cui il Milan necessitava fortemente.
Peccato che trenta milioni di euro per accaparrarselo dalla Fiorentina non sono stati solo sprecati malamente dalla società, trenta milioni sono stati e sono tuttora anche i dubbi dei tifosi del Milan che aspettavano con ansia un attaccante in grado di far tremare San Siro, un campione di altri tempi e si sono dovuti ritrovare con Kalinic quando l'estate scorsa si erano fatti decisamente altri nomi: (Morata, Aubameyang). I numeri della sua stagione? Impietosi, a dir poco, sei gol in trentuno presenze con il Milan, alcuni errori clamorosi sotto porta, un autogol in finale di coppa Italia e un comportamento fuori dal campo non propriamente consono per un professionista.
Il mondiale di Russia 2018 doveva essere la sua occasione di riscatto immediato, si poteva sperare in una sua ripresa nella talentuosa Croazia e invece ancora una volta ha perso l'occasione di far ricredere i tifosi, non solo milanisti, ma anche croati.
Dopo essersi rifiutato di scendere in campo gli ultimi minuti di Croazia-Nigeria ha spazientito anche il ct Dalic che non ci ha pensato due volte a toglierlo dalla lista dei convocati per il resto della competizione.
Delle domande a questo punto sembrano spontanee: come può rifiutarsi di scendere in campo per la propria nazionale? Ma sopratutto, come può il Milan pensare di trattenere un giocatore che da discreto (in maglia viola) è diventato inaffidabile?
Non spetta di certo ai tifosi rispondere a queste domande, quel che è certo è che il Milan dovrà impegnarsi per trovargli una nuova squadra, del resto come si può pensare che una squadra decida di acquistare un giocatore che si è messo più in mostra per i suoi "capricci" e la sua insicurezza in attacco che per le sue qualità? Finisce nel peggiore dei modi l'avventura di Kalinic con il Milan, iniziata con non pochi dubbi e presumibilmente conclusa con delle certezze: non rivederlo a San Siro e sperare di vederlo con un'altra maglia.
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