Piccolo passo in avanti del Milan, molto debole e incerto, anche un poco fortunato in alcune occasioni, che permette di affrontare la sosta con serenità seppure le incognite rimangono tutte in campo.
Non era facile la partita con un Brescia che ben si conosce e che è partito con il piglio giusto andando a vincere a Cagliari nella prima di campionato, e non era facile aspettarsi la sorpresa Andrè Silva dall’inizio. Quando ne sono venuto a conoscenza mi sono premurato di scrivere sul mio profilo che la mossa mi convinceva sia perché ho ancora la convinzione che questo ragazzo abbia nelle corde buona qualità sia perché in questo modo si tutelava da un lato Piatek e dall’altra costruiva per entrambi i giocatori uno stimolo a far meglio.
Non è andata benissimo, i due attaccanti non hanno meritato la sufficienza, ma si è iniziato a vedere un gioco in attacco, anche se era difficile far peggio di Udine.
Ma veniamo alle incognite.
Giampaolo è abituato a lavorare bene dalla fase difensiva, ed io pensavo potesse essere molto più semplice visto che il reparto si conosce da anni. E invece si evidenziano troppe distrazioni, e meno male che abbiamo Donnarumma, e scarso appoggio alla fase offensiva. In particolare Calabria pare lontano dalla sua forma migliore e non mi avrebbe sorpreso l’innesto di Conti.
A centrocampo si sono visti invece miglioramenti ed è bastato poco: mettere i giocatori nel loro giusto ruolo. Siamo lontanissimi da dire che si fa un buon calcio, ma si capisce che il lavoro può evolvere positivamente. Bennacer è appena arrivato, Paqueta e Kessie arrivano (come il Franco algerino) dalle fatiche di una estate “giocata”.
In avanti abbiamo visto un Suso lavorare molti più palloni ma qui rimangono i nodi più importanti: quanto tempo per Piatek a tornare in forma? Ma arriverà la seconda punta e se si chi? Castillejo seguirà bene le indicazioni del mister, come ci racconta Giampaolo, ma non si vedono oggettivi risultati. Leao, visto lo sforzo economico della società, quando lo vedremo in campo?
E mi aspetto molto dal rientro di Caldara e Bonaventura.
Musacchio non mi ha mai pienamente soddisfatto, avrei tenuto Zapata che aveva uno spunto maggiore quando c’é bisogno di velocità. Ed anche in avanti raramente da un contributo in centimetri. Caldara a mio parere ha oggi anche più qualità rispetto a Duarte.
Insomma tanto lavoro, ma almeno oggi un flebile spiraglio di luce si è visto.
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