Ormai ci siamo abituati a questo rock&roll di successi del Napoli, i nuovi eroi del calcio italiano, i veri artefici della rinascita sportiva del paese, i nuovi maghi del tiki-taka. E' risaputo che se si dovesse scegliere tra l'azzurro e il bianconero si sceglierebbe l'azzurro, perché il bianconero stona, vince sempre, crea noia, è governato da famiglie autorevoli e si comporta da ''aristrocatico'', snob e antiquato.
La verità però, sta sempre nel mezzo; la Juve NON è una squadra di cattivi, di giocatori privi di fantasia e spirito di iniziativa. Fino a qualche anno fa Napoli e Juve erano pressocché identiche, pochi fenomeni in squadra e pochi milioni di bilancio, ma in grado di ottenere comunque grandi successi. Si faceva affidamento su pochi giocatori, che però erano affamati di vittorie, azioni ritagliate dai lanci di Bonucci e Pirlo, che facevano sembrare Drogba gente come Vucinic e Matri. Se l'attacco stellare del Napoli lo si equipara per peso in campo, alla triade Vidal, Pirlo, Pogba, il paragone è chiaro. Si giocava poche volte a settimana, ma si dava sempre il massimo, le partite si risolvevano all'ultimo, o comunque dopo tante azioni d'attacco sfumate. Era la Juve a dirigere il gioco, le altre si difendevano. Non è forse quello che il Napoli fa ora?
Però le cose cambiano. Ora la Juve è una squadra matura, che gioca per rimanere in tre competizioni e per arrivare infondo ad ognuna, mentre il Napoli è ancora alle prime armi e cerca di afferrare lo scudetto, concentrandoci tutti i suoi sforzi. A Sarri piace divertire la gente e la gente lo ama per questo. Ad Allegri importa vincere e soprattutto, andare avanti. Sarri ha creato entusiasmo nella piazza grazie al suo gioco, permettendo alla gente di credere davvero nel sogno scudetto; Allegri invece non ha bisogno di fare questo perché la Juve ci crede sempre nel sogno scudetto ed infatti è passata dal San Paolo con un cinismo da prima in classifica. Al contrario, il sogno Champions, ben più difficile da realizzare, richiede sacrifici e scelte, spesso discutibili.
Non credo che Marotta si dia troppi crucci per uno scudetto perso, non è nelle abitudini della Juve lamentarsi e fare polemiche inutili, altro errore da correggere a Castel Volturno. Il Napoli corre veloce, contro una Juve che porta pazienza, sicura dei propri mezzi, che colpisce in silenzio e non fa rumore, quindi non fa urlare di gioia. In Italia evidentemente essere una grande squadra come la Juve, cresciuta e maturata nel corso degli anni, è considerato oggetto di tedio.
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