E' incredibile come nell'arco di tre mesi sia cambiato tutto.
Lo scorso 23 maggio, nella vittoria contro l'Udinese a San Siro, l'Inter e Antonio Conte festeggiavano assieme uno scudetto meritato, conquistato sul campo annientando ogni avversario, con una squadra forte, devastante e affascinante. Oggi, invece il rullino di marcia si è eclissato: Conte è tornato in Inghilterra e i nerazzurri, privati per espressa volontà di Zhang di due pedine importanti come Lukaku e Hakimi, si trovano a -7 dal Milan e dal Napoli, con un gruppo di ragazzi discreto ma non vincente. L'Inter, infatti, non è ancora stata in grado di vincere un big match. Ha perso (immeritatamente) con il Real Madrid, si è fatta rimontare dall'Atalanta, è andata k.o con la Lazio, non ha sconfitto la peggior Juve della stagione e non è stata neanche in grado di far girare a suo favore il derby col Milan (complice il rigore fallito da Lautaro). Mancano ancora Napoli e Roma alla lista. Insomma, qualcosa è oggettivamente cambiato.

Alcuni tifosi, però, non se ne sono accorti. Si tratta degli aziendalisti, coloro i quali difendono a spada tratta l'operato di Suning e il pugno duro mostrato nelle cessioni immediate di Lukaku e Hakimi, pur non essendo neanche stipendiati dalla società. A detta di costoro, il problema dei nerazzurri era Antonio Conte, un mercenario, traditore e assatanato dalla sete del soldo. Zhang si è dunque dimostrato un fenomeno nell'allontanarlo, ripiegando grazie a Marotta su un ottimo sostituto come Simone Inzaghi, che avrebbe continuato il ciclo appena iniziato. E allora spazio, giustamente, ai vari Dzeko (Lukaku al Chelsea si rovinerà), Calhanoglu (ha sposato la giusta causa), Dumfries e Correa. Il motto è chiaro: l'Inter è più sana, vende bene e compra bene. Sarà competitiva, questo è ciò che conta. 

Poi ci sono i tifosi, che pagano ogni settimana il biglietto e che vogliono continuare a vincere. A loro non interessa il bel gioco, essendo sostenitori sperano soltanto che il Milan non vinca il campionato (sarebbe uno smacco) e che la Juventus continui la sua parabola discendente. Non sono contenti del mercato operato da Marotta e hanno già pronto da ormai un bel po' di tempo lo striscione provocatorio "Zhang out". I social ne sanno qualcosa. Costoro dunque sperano che il giovane proprietario cinese venda al più presto la sua società al fondo Pif, che dovrebbe aumentare la liquidità e che, soprattutto, non avrebbe blocchi imposti dalla Cina. Su Inzaghi si esprimono con qualche dubbio e continuano a ringraziare Conte per i bei momenti trascorsi insieme.

Il punto è che al momento non sappiamo quale delle due fazioni interne alla tifoseria nerazzurra abbia ragione. Vero è che il campo parla però in una direzione molto chiara: l'Inter è una squadra importante, ma risente inevitabilmente delle mancanze di Lukaku e, soprattutto, di Hakimi. Se il primo è rimpiazzato da un consolatorio Edin Dzeko, è inammissibile pensare che Dumfries (sabotatore dei big match) possa sostituire a dovere il laterale marocchino. Perchè si trova in grande difficoltà e nonostante Inzaghi continui a mandarlo in campo, ogni qualvolta entra i tifosi tremano e non poco. Le mancanze sono anche a centrocampo e in panchina. Simone sta facendo un ottimo lavoro, è un tecnico giovane e avrà un'intera carriera davanti. Non è però un vincente, come lo era Conte. Probabilemente sa leggere le partite in maniera migliore rispetto al suo predecessore, ma se non riesci a trasmettere la continuità nella tigna messa in campo, il meccanismo si inceppa e i punti lasciati per strada si moltiplicano. Un po' quello che sta succedendo all'Inter. Perchè il bel gioco non fa la vittoria.
E' meglio vincere giocando male o vivere di rimpianti col tanto, acclamato, bel gioco?