Ventiquattro risultati utili consecutivi non possono essere stati un caso. Sopratutto se questi ventiquattro risultati comprendono due volte la Juventus (una vittoria ed un pareggio), due volte la Roma (una vittoria ed un pareggio), l'Inter (vittoria), la Lazio (vittoria), il Napoli e l'Atalanta (pareggi). Sopratutto se il Milan procede ad un ritmo di quasi 3 gol segnati a partita e per 13 partite consecutive è andato almeno in doppia marcatura (record del secolo, per i rossoneri), se arriva alla sosta in testa alla classifica dopo 10 anni, con la miglior difesa del torneo (insieme alla Juve, che però ha giocato una partita "reale" in meno), col 39enne Ibrahimovic capocannoniere.
Tanti, troppi numeri per potersi fermare alla sacrosanta scoppola europea di giovedì: l'abbiamo vista, l'abbiamo analizzata. Andiamo avanti.
Mister Pioli deve rimettere insieme i cocci (semmai ci fossero) e proseguire sulla strada intrapresa ormai 5 mesi or sono: i limiti di questa squadra sono sempre là, inutile girarci intorno ed inutile abbozzare assurdi discorsi sfumati di tricolore.
La rosa è corta e lo sapevamo, i fuoriclasse scarseggiano ed era ben noto, la dipendenza da Ibra è nei fatti e nessuno ha mai provato a nasconderlo. Ma l'alchimia trovata in questi mesi, in queste ventiquattro partite, in questa stagione finora (quasi) perfetta, ha una sua ragion d'essere ben definita ed ancora valida.
Donnarumma, fuori dalle beghe contrattuali e da qualche distrazione (vedi rimbalzo di giovedì), dà ampie garanzie. Theo deve ritrovarsi, ma la potenzialità c'è e l'abbiamo vista tutta. Capitan Romagnoli è sotto tiro per qualche rigore di troppo: pensavamo fosse Nesta? Forse sì. Lo è davvero? No. E' un ottimo centrale? Sì e può ancora crescere, ma deve recuperare la condizione dopo un lungo stop. Calabria è galvanizzato dalla convocazione in azzurro e Conti scalpita dietro; Kjaer vuol dire fiducia. Bennacer e Kessie sono in stato di grazia, Tonali può solo crescere e crescerà. Calhanoglu ha dimostrato di poter essere fondamentale per questa squadra. Diaz e Saelemaekers, se usati al momento giusto ed al posto giusto, possono dare tanto. Rebic è rientrato ed è il cannoniere di squadra della passata stagione. Leao deve accendere più luci rispetto alle ombre: può farlo, ha i numeri e si vede. Ibra è sempre Ibra: supremazia allo stato puro. L'ambiente è sereno, finalmente in sintonia col nuovo corso tecnico e dirigenziale.
Tutto questo può bastare per battere il Verona, avversario ostico che ha fermato la Juve a domicilio. Tutto questo può bastare per mettere benzina nel motore del 4° posto, allungare in classifica sulle attuali inseguitrici e guardare alla sosta con tranquillità: dopo c'è il Napoli, ma quella sarà già un'altra storia.
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