Non so dove, oggi, un giornalista ha attirato la mia attenzione definendo il Milan in modo da colpirmi: squadra femmina. Per il mio rispetto verso il gentil sesso, ho virato questa definizione azzeccatissima nei contenuti francobollando il Milan di questi anni come squadra Beta. Il maschio Beta è premurosino, sempre presente, mite, timido, una squadra con questa etichetta è quella scontata, banale, priva del guizzo geniale che sia in grado di cambiarne le sorti. Ieri ho visto qualcosa che mi lascia sperare, provenire dai nuovi, schierati insieme solo alla quinta di campionato, che potrebbe in parte supplire a questa caratteristica genetica che sembra etichettare anche la dirigenza: sempre impeccabile, mai sopra le righe, educata. Peccato che il calcio non sia il golf e che le squadre che vincono sono Alfa, cioè imprevedibili, rognose, dotate sia di potenza, sia dei venti minuti geniali in grado di cambiare le sorti di un incontro.
La storia della partita di ieri ci lascia a bocca aperta, ma lo fa perché siamo storditi da anni di umiliazioni, tanto da rimuovere il fatto che è una storia vista mille volte. Giocatori davvero forti che si perdono nella melma della mediocrità generale (Piatek), ma soprattutto intoccabili assolutamente ingiustificati. Conoscete perfettamente il mio odio (calcistico sia chiaro) nei riguardi di Biglia, Rodriguez e Borini: ieri la prova del nove; cambiati i tre horror, squadra trasfigurata in positivo fino a quando... Fino a quando altri intoccabili facevano sentire il loro peso negli ingranaggi di Hernandez, Bennacer e Leao che cominciavano a girare a meraviglia.
Sono datate le mie perplessità nei confronti di Kessié, Suso e Calhanoglu. Sono, siamo talmente abituati a vederli costantemente titolari che li scambiamo per l’ossatura della squadra: non è così. Kessié ieri ha palesato la sua partita tipo: un carro armato che non ha la minima idea di cosa sia un pallone. Esiste Krunic e all’ivoriano qualche mese di panchina non guasterebbe. Altro che premiazione per le 100 presenze inutili in rossonero! Il Rivera del Bosforo è un altro imprescindibile: peccato che in due anni di titolarità fissa abbia inciso zero. Anche nel suo caso ci sono Bonaventura e Paquetá pronti a farlo riflettere con tutta calma di fianco a Rodriguez (spero). Terzo untouchable: Suso. Altra partita horror e guai se ci stupiamo! Ne azzecca tre in tutto l’anno e la vera notizia è questa. Rebic da quella parte. Se questi tre, più i soliti tre da intoccabili venissero posti in discussione come meritano, con tanto di rientro nel numero delle riserve, ho la sensazione che il Milan almeno comincerebbe a giocare a calcio.
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