In questi giorni di calma piatta, dopo la conferma a parole di Marotta, nell'ambiente nerazzurro si accende il dibattito sul futuro della panchina.

Partimo da alcuni dati oggettivi e statistici, che ci riservano alcune sorprese. L'analisi su chi possa essere la scelta migliore tra i nomi proposti, dovrebbe essere però ponderata con il valore tecnico delle rose allestite per raggiungere quei numeri.

Iniziamo dal nome più chiacchierato: Antonio Conte. Statisticamente parlando, risulta essere il migliore, alla guida della squadra più chiacchierata d'Italia, con ben 2,28 punti di media nella sua esperienza a Torino.

Al secondo posto troviamo José Mourinho, che alla guida dell'Inter registrò una media di 2,12 punti, ma la sua migliore media è 2,30 a Madrid nella stagione post Triplete nerazzurro.

Al terzo posto troviamo lo Spalletti nerazzurro con 1,80 punti di media, ma ben 2,15 punti nell'ultima trionfale stagione a Roma (nonostante la polemica prolungata con il Pupone).

Ora, a fronte di questi numeri, Spalletti non sarebbe molto lontano dai sui possibili sostituti, tenendo conto che li stessi avevano organici più attrezzati dell'attuale.
L'ex tecnico del Chelsea non ha mai ripetuto le statistiche monstre del periodo torinese nelle altre esperienze, eppure ha avuto grandi giocatori a disposizione sia a Coverciano sia a Londra.
L'uomo di Setubal, tralasciando l'epica cavalcata trionfale del 2010, è stato il tecnico che ultimamente ha registrato più di qualche screzio con le società in cui è stato ingaggiato.

Il tecnico di Certaldo deve rinunciare alle sue mirabolanti ed allegoriche ricostruzioni, dando alla squadra concretezza come già dimostarto di saper fare a Roma due stagioni fa. Luciano Spalletti, se riuscisse a riprendere in mano il timone della squadra, potrebbe quindi ancora risultare la scelta migliore tra le proposte.

Gli obiettivi devo essere molto chiari: centrare l'Europa League ed il posto in Champions. Poi in seconda istanza valorizzare gli investimenti fatti dalla società quali Dalbert, Martinez e Nainggollan, come già fatto con Brozovic e Joao Mario (e pure aihmé Cancelo e Rafinha).

Spalletti ha dei meriti, ora deve dimostrare di essere pronto al salto di qualità: la vittoria.
I tempi ed i presupposti ci sono, la squadra allestita è in linea con gli obiettivi, ma deve metterci del suo facendo scelte rivoluzionarie. Nainggolan va fatto giocare per recuperarlo a pieno, Perisic va tenuto fuori fino a quando non si deciderà a tornare Ivan il Terribile.
La società dovrà creare intorno al proprio tecnico una corazza che possa permettergli di ritrovare autostima e autorevolezza nello spogliatoio (forse già proiettato alla nuova stagione).

Infine, un appello ad Icardi (e Wanda): impegnarsi e battagliare in campo è importante, ma il capitano deve farsi sentire sopratutto nello spogliatoio come un vero leader, anche a costo di risultare antipatico a qualche compagno di squadra.