Primi giorni di maggio ed impazza il toto-mercato.
Quest'estate tutti i grandi club sono alla ricerca di un allenatore dal PSG all'Arsenal, con Juventus e Napoli indirettamente in mezzo a questo "tornado". Se per Allegri non è una novità l'accostamento alla Premier, nello specifico l'Arsenal, anche Maurizio Sarri fa gola ad un club londinese. Si tratta del Chelsea di Abramovich che si appresta a scaricare il vulcanico Conte, per fare una corte serrata ad un altro vulcanico che di "British" ha poco o forse nulla.
Nessuno mette in dubbio le qualità di Sarri, è riuscito a rigenerare un Napoli, uscito con le ossa rotte dal ciclo Benitez. E' ripartito dalla basi tattiche e ha costruito attorno agli azzurri il tanto osannato "Sarrismo" bello, ma che non balla di fatti, sono più le delusioni che le gioie raccolte fino ad oggi, con un'altra batosta all'orizzonte che sarà difficile da digerire. E proprio per questo motivo, Sarri a Stanford Bridge non è una fantasia, ma potrebbe essere una trattativa molto concreta, agevolata oltretutto dal decadimento della clausola rescissoria, che lega il toscano ai partenopei, tra meno di 30 giorni.
La domanda sorge spontanea: Sarri è un allenatore da Premier?
In Inghilterra viene privilegiata la fase offensiva a quella difensiva (nella maggior parte delle partite ci sono minimo 3 reti cosa che in Italia accade di rado se non si tratta di Juventus o Napoli) per cui l'ex Empoli si troverebbe a suo agio nell'impostare le macchinose tattiche per arrivare al gol con un pizzico di equilibrio che non basta, ma per un lato positivo ce ne sono altri negativi.
Pressione mediatica. Sarri è un tipo "mediaticamente scorretto". Soffre la pressione che comporta un duello a distanza e soffre la pressione dell'ambiente stesso e questo lo porta, a volte (in questa stagione troppe), a cercare qualsiasi tipo di scusa come può essere il fatturato oppure l'orario di una partita (la Premier è la patria del "luch match" tanto indigesto). In casa Chelsea, dopo il mezzo flop di Conte, vorranno tornare a dominare all'interno del confine ed anche in Coppa per cui, mediaticamente sarebbero sottoposto al triplo delle pressioni che ha adesso in quel di Castel Volturno.
Rosa. Il tallone d'Achille di Sarri è la gestione della rosa. Dati alla mano, il Napoli è la squadra che ha cambiato meno giocatori in tutto l'anno e infatti, soprattutto in quest'ultimo mese, il contraccolpo fisico è evidente. Ma se in Italia c'è solo da pensare al campionato e alla Champions (la Coppa Italia entra nel vivo da febbraio), in Inghilterra da luglio prende il via la Coppa di Lega, molto più lunga in termini di durata rispetto al trofeo nostrano. Dovrebbe cambiare più frequentemente gli 11 titolari, per cui potrebbe venire a mancare il "gioco a memoria" tanto desiderato.
Sarri con la tuta alla conquista d'Inghilterra? Il tempo ce lo dirà...
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