Sinisa Mihajlovic è stato un calciatore fenomenale, uno di quelli di cui dici "non è un campione, ma se manca lui il senso del calcio è proprio tutta un'altra cosa".
Ho avuto la gioia di vederlo giocare nella squadra per la quale faccio il tifo e, seppure al termine della sua carriera calcistica, è un giocatore che non si può proprio dimenticare. Ruvido quanto basta, dotato di tecnica e di intelligenza sopraffina, capace di rapporti eccezionali in campo sia con compagni ed avversari (anche se non ha mai mandato a dire nulla e molte volte è stato coinvolto in controversie di vario tipo) e di un piede sinistro senza paragoni (è stato oggetto di studi universitari a causa della forza che riusciva ad imprimere al pallone).
Come allenatore ha portato la sua grinta in tutte le squadre che ha allenato ed è stato un vero in tutte le situazioni. Ha gridato (probabilmente anche tirato qualche sganassone a qualche giocatore), si è infervorato e ha dato tutto se stesso nel lavoro che stava facendo perchè il suo lavoro è sempre stato la sua vita.
Sinisa un grande del calcio!
Ma Sinisa lo stiamo conoscendo solo adesso, nel dolore, nella malattia, nello stop forzato a qual lavoro che stava compiendo tanto bene e vorrebbe concludere bene.
Il dramma umano di Mihajlovic lo conosciamo tutti e ci siamo commossi tutti, insieme a lui, quando ha raccontato della sua situazione. Ma, ancora una volta, Sinisa ha voluto farci vedere come si affrontano queste cose: da leoni, da guerrieri.
Bologna (la squadra e la città) si è stretta intorno a Mihajlovic e ha capito e aiutato il suo allenatore a vivere il dramma in un ambiente che possa farlo stare meglio possibile con la certezza di riavere presto al 100% il suo guerriero.
Sinisa merita il Bologna... una squadra capace di fare l'impresa di ribaltare il passivo di 3 gol a Brescia e poi, sulla via del ritorno, fermarsi a salutare ed incoraggiare il suo allenatore.
Ma il Bologna merita Sinisa... un allenatore che nel dolore di una terribile malattia non abbandona la squadra e si stringe a lei come ad una famiglia: prima, durante e dopo la partita.
Sono stato indeciso sul personaggio del "sommo poeta" da paragonare a Sinisa Mihajlovic. Ho pensato a Sinisa e il Bologna come Paolo e Francesca, ma poi ho bocciato questa idea... troppo romantica e poco adatta al serbo.
Poi mi sono venuti in mente gli "spiriti magni" che si trovano prima dell'ingresso nell'Inferno, nel Limbo: non degni di entrare nel Paradiso perchè nati troppo presto per conoscere Gesù.
Sinisa Mihajlovic è proprio questo: uno spirito magno non degno di entrare nel Paradiso ma cosi guerriero eroico da essere sempre presente nonostante uno spirito di altri tempi.
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