ANDIAMO A BERLINO, BEPPE! ANDIAMO A PRENDERCI LA COPPA!
Ancora oggi, 12 anni dopo, pensare a questa frase, a quel momento, mi mette i brividi. Non solo a me, lo so.
Quel momento forse è ancor più storico, ancor più significativo del rigore di Grosso che ci ha consegnato quella Coppa. Perchè lì, in quel preciso istante, ci abbiamo creduto tutti.
Tutti, ogni singolo italiano pensava che l'Italia in effetti avrebbe vinto il Mondiale. Momenti così non si scordano, restano indelebili nella memoria. Soprattutto se, 12 anni e 3 mondiali dopo, di momenti così ne abbiamo pochi, dato che siamo riusciti nella storica impresa di non passare i gironi due volte consecutive e dopo di che addirittura a non qualificarci.
Ritengo che non sia un caso che questo continuo calo della nazionale coincida con l'era calciopoli e con la profonda rivoluzione che essa ha portato. Ma non c'entrano i club, non c'entra la Juve o l'Inter.
La vera tragedia di calciopoli è stata che, in un momento di profondo cambiamento per il calcio mondiale, il calcio italiano è rimasto fermo su sè stesso. I prodromi sono ora evidenti, ma il calcio dei primi anni 2000 è ancora figlio degli anni '90, di un modello che cominciava a far vedere le sue ruggini. L'era social stava nascendo, la comunicazione e l'impatto mediatico hanno cambiato il calcio in modo impensabile. I calciatori di oggi sono Superstar al pari degli attori hollywoodiani, altro che Zidane o Figo 20 anni fa...
Ma l'Italia ha perso quel treno... la verità è che abbiamo perso appeal, non abbiamo riformato, siamo rimasti chiusi in noi stessi e Inghilterra, Spagna, Germania, Francia (e addirittura Cina e Stati Uniti) hanno fatto un salto, un salto enorme. Il calcio del futuro è oggi, multimediale, multinazionale. In una parola il calcio oggi è GLOBALE.
E l'Italia? No, l'Italia no. Da noi ancora ci si scandalizza per le seconde squadre e e quei pochi investitori stranieri che investono o sono avventurieri di terz'ordine o si pentono di essere venuti fin qui (Pallotta perdonaci).
Per questo una parte di me ha gioito davanti alla "Apocalisse calcistica" che in 60 anni nessuno aveva perpetrato. Seppur mi dispiaccia che Buffon non sia riuscito a diventare, meritatamente, l'unico calciatore della storia ad aver disputato 6 mondiali, questo è non solo ciò che meritava il calcio italiano, probabilmente è ciò che serviva. Perchè con una squadra così, un Ventura così, più delle 3 partite non avremmo giocato, rimanendo per l'ennesima volta impantanati in un torpore di cui l'allenatore sarebbe stato l'unico capro espiatorio.
Invece no, deve cambiare tutto.
E' giunto il momento di darsi una mossa! E allora benvenuta apocalisse! Che tu possa essere foriera di cambiamento e di speranza.
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