Nel karma del Milan c'è sempre Scaroni. E parlo del karma, perché si tratta della legge cosmica che indirizza il futuro dell'anima dopo la morte, per cui a essa non si sfugge.

Poco più di un anno fa Scaroni entrò a far parte di un CDA milanista che, in regime di normalità, doveva essere riservato solo a uomini di fiducia di YongHong Li. Ma visto che YongHong Li aveva investito in gran parte soldi erogati Elliott, nel CDA entrò a far parte il rappresentante del soggetto veramente forte della situazione, quello da cui dipendeva ogni decisione importante. Parlo ovviamente di Elliott.

Di certo, non essendo uomo di calcio, Scaroni non ha partorito in prima persona le fantasiose idee di Fassone, né quelle del suo fedele e altrettanto fantasioso collaboratore Mirabelli. Però, dati gli equibri di potere in seno alla società, è evidente che le disastrose decisioni del duo Fassone/Mirabelli sono state avallate da Scaroni e da chi aveva imposto la sua presenza nel CDA. Pensare il contrario vuol dire cadere o far finta di cadere da un pero bello alto e frondoso.

Fassone si è esposto in prima persona ed è stato accompagnato alla porta, senza essere rimpianto da nessuno (non da me, quantomeno). Non so che senso abbia a questo punto tenere Mirabelli, che con l'operazione André Silva (flop anche al mondiale) ha dimostrato di non essere questo gran intenditore di giocatori, Però tant'è, dobbiamo tenercelo per sentirci dire che i calciatori guardano al Milan con simpatia, come se i rossoneri fossero il Frosinone (con tutto il rispetto per la squadra laziale, ovviamente, che tuttavia non ha mai vinto scudetti e coppe).

Il Milan resta comunque sempre quello di Scaroni, per cui non è iniziata alcuna nuova era, ma se mai una nuova fase di una stessa era, caratterizzata da qualche faccia nuova. Leonardo dicono, che tuttavia nella sua vita di dirigente al PSG ha dimostrato di essere più un uomo immagine che un costruttore di squadre. E forse arriva proprio in questa veste, per convincere la UEFA ad ammorbidire ulteriormente le sanzioni (inevitabili, in quanto il Milan, a differenza di quello che qualcuno ieri voleva far credere, rimane condannato, anche se a una pena minore).

L'esito del giudizio presso il TAS conferma a mio avviso una cosa, che Elliott non si è presentato di fronte all'Adjudicatory Chamber, per evitare che venisse chiesto un impegno formale (una lettera di patronage, ad esempio) a non vendere il club per un certo periodo di tempo. Il TAS, organo indipendente, non aveva motivo di chiedergliela per cui un rappresentante del fondo si è presentato a Losanna. Quando poi il Milan tornerà di fronte alla commissione disciplinare della UEFA, l'esclusione dalle coppe non potrà più essere comminata, quindi potrà presentarsi anche Singer in persona, senza rimetterci niente.

Ah... occhio però alle indagini sugli Affari del Signor Giulio Cesare (cioè YongHong Li, ma ho voluto riprendere il titolo di un romanzo di Brecht). Potrebbero portare il Milan, per responsabilità diretta del suo ex presidente cinese, di fronte aglio organi federali della FIGC. La responsabilità diretta può condurre anche alla B, anche se, essendo in Italia e non di fronte alla più severa UEFA, il Milan non dovrebbe rischiare nulla.