God save the queen (dio salvi la regina) cantano fieri i sudditi britannici, devoti alla propria regina.
Decisamente in antitesi con il sentimento prevalente tra i tifosi Milanisti verso il proprio tecnico, dopo la delusione del derby, perso 1-0 domenica sera, al culmine di una partita che ha fatto infuriare i tifosi milanisti, a causa dell’atteggiamento rinunciatario e abulico della propria squadra.

Inevitabilmente, come spesso accade in questi casi, l’allenatore è il primo a finire sul banco degli imputati. Cosa che puntualmente è successa anche stavolta, con il povero Gattuso, preso di mira e identificato come il problema di questo Milan, dai milioni di tifosi-allenatori che, comodamente seduti sul proprio divano, hanno la soluzione per fare grande il Milan.

Ma è realmente Gattuso il problema di questo Milan?
Gattuso siede sulla panchina del Milan da quasi un anno, ereditando quella che era la squadra di Montella, esonerato dopo 14 giornate dello scorso campionato. Non certo una passeggiata di salute, perché Gattuso ereditò, cosa che probabilmente i tifosi hanno già dimenticato, una squadra allo sbando, senza né gioco né idee, portandola a ridosso della zona Champions, per poi assestarsi in Europa League, arrivandoci tramite prestazioni convincenti e giocandosela con tutti, a differenza del Milan di Montella, sconfitto in tutti gli scontri diretti. E anche quest’anno, dopo un inizio un po’ incerto, il Milan è sembrato venire fuori alla distanza, offrendo prestazioni convincenti anche dal punto di vista del gioco, almeno fino al derby, che sembra aver fatto ripiombare il Milan nel limbo di mediocrità, dal quale non riesce a venire fuori da ormai troppi anni.

Come detto, quando le cose non vanno bene, sull’allenatore vengono convogliate tutte le colpe, ma onestamente, non riesco a capire cosa si possa rimproverare a Gattuso, perché analizzando la rosa del Milan, si evince subito, come la cifra tecnica della rosa sia alquanto modesta, sia per quella che è la storia di questo club e sia per quello che è il raffronto con le altre big del campionato.
Mercato fatto male e frettolosamente, a causa delle vicissitudini societarie, e senza per altro interpellare l’allenatore che, ad oggi, si trova a poter contare su appena 12-13 elementi di discreta qualità, a fronte di una rosa di 20 e più elementi, decisamente modesti e di certo non da Milan. Infatti, con buona pace dei tifosi, le scelte di Gattuso sono sempre, o quasi, obbligate, partendo dalla porta, dove schierare un’incostante Donnarumma, sembra più un’imposizione societaria, timorosa di perdere un capitale. Al centro della difesa, Gattuso ha sempre schierato Romagnoli e Musacchio, tenendo in panchina l’oggetto misterioso Caldara e il perennemente “distratto” Zapata, cosa potrebbe fare di più? Situazione simile per gli esterni, con Calabria e Rodriguez sempre presenti, a discapito di Conti e Strinic indisponibili, Abate perennemente bersagliato dai tifosi, Laxalt, ottimo da subentrante, meno da titolare. Anche il centrocampo a tre, vede sempre presente il terzetto Kessie, Biglia e Bonaventura, con i panchinari Bertolacci, Montolivo e J. Mauri decisamente invisi ai tifosi, e Bakayoko, unico che ha visto il campo, ma che ha decisamente deluso sin qui, che potrebbe fare di diverso in un contesto del genere? L’attacco, il reparto meno in discussione, vede, come per il centrocampo, un terzetto onnipresente, ovvero Calhanoglu, Higuain e Suso, a discapito di Borini, Castillejo, l’ottimo Cutrone, che però con un Higuain in squadra, ci può stare che faccia panchina. Alla luce di ciò, cosa potrebbe fare di più Gattuso?

Trovo ingenerosi gli attacchi a Gattuso, sia per il materiale umano a disposizione e sia per la sua storia. Premetto, un allenatore non si tiene per riconoscenza, ma considerato che, chi l’ha preceduto, da Seedorf a Montella, passando per i vari Inzaghi, Mihajlovic, Brocchi, a parità di rosa mediocre, ha fatto decisamente peggio, con il solo Gattuso a far vedere qualcosa di interessante in termini di gioco, non sarebbe il caso di dare tranquillità e fiducia tutto l’ambiente, e in particolare al tecnico, che per questa maglia ha sempre dato tutto, sia da calciatore che da allenatore?