Contro la Namibia, l'Italia doveva vincere a tutti i costi. Per il modesto livello dell'avversario e per iniziare con il piede giusto un Mondiale che la vede inserita, vittima sacrificale, nel "girone della morte" con Nuova Zelanda e Sudafrica. Se l'Italia lo sarà davvero, lo dirà il match del 4 ottobre. Nel frattempo, gli Azzurri si portano a casa una vittoria larga, ma tutt'altro che convincente.
A far storcere il naso è soprattutto il primo tempo. Non solo perché, pronti via, è la Namibia a portarsi avanti, ma perché l'Italia impiega tanto, troppo tempo per reagire, commettendo errori su errori in fase di possesso, tra indisciplina, eccessi di confidenza, imprecisioni e ingenuità anche molto gravi. Sarà l'emozione dell'esordio, sarà la consapevolezza di avere di fronte una squadra nettamente inferiore, fatto sta che l'Italia sbaglia tutto o quasi, riuscendo a marcare tre mete più per demeriti africani che per meriti propri. Che, a ben guardare, si riducono sostanzialmente alla maggiore qualità tecnica.
Non che vada molto meglio nel secondo tempo. Se gli Azzurri impiegano una manciata di minuti a mettere al sicuro il risultato e il punto bonus offensivo, mettono in mostra tutti i propri limiti difensivi subendo due mete che gridano vendetta, non fosse altro per la totale mancanza di volontà nell'aggredire un avversario più che morbido. Nella seconda frazione i ritmi si abbassano fin troppo, facendo assomigliare un match di Coppa del Mondo a una sgambata di allenamento. Semplicemente inaccettabile per una squadra come l'Italia, attesa a uno scontro da dentro o fuori contro il Sudafrica.
L'Italia vista oggi non sarà l'Italia che vedremo contro gli Springboks: basta il nome dei due volte Campioni del Mondo a preparare la partita, ma ci sarà bisogno di tutt'altra prestazione. Non certo l'imbarazzante superficialità con cui gli Azzurri hanno affrontato la Namibia, pensando che bastasse qualche impatto e un paio di spostamenti al largo per battere senza troppi patemi la squadra africana, che, con tutta probabilità, sarà sepolta da valanghe di mete dalle seconde linee di All Blacks e Springboks.
Del match contro la Namibia, a salvarsi è solamente il risultato: un 47-22 che, considerato il gap con l'avversario, si potrebbe certamente definire bugiardo. Un favore fin troppo grande, alla luce della prestazione degli Azzurri. Perché il match di oggi poteva essere vinto con uno scarto molto più largo, ma soprattutto con una prestazione decisamente più consistente sotto il profilo dell'atteggiamento. Vedere la Namibia segnare tre mete senza incontrare opposizione, figurarsi un placcaggio, è troppo anche per una squadra di secondo rango come l'Italia.
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