Roberto De Zerbi è questo qui: un allenatore giovane, preparato, che ha già giocato a calcio masticando i campi di Serie A e che, in questo momento, ha trovato la realtà che gli appartiene.
Il Sassuolo, dopo l’addio di Eusebio Di Francesco, ha rischiato di dire addio alla Serie A, ma alla fine è riuscito a conquistare sul campo la salvezza. Il progetto, totalmente rinnovato, è ambizioso: a dimostrarlo è l’acquisto di Kevin Prince Boateng, entrato già da subito nel cuore dei tifosi. Un rinnovato Domenico Berardi, la consacrazione di Federico Di Francesco, i centimetri di Gian Marco Ferrari in difesa.
Sette punti dopo tre giornate, tredici dopo altre tre. Terzo posto, virtuale Champions League: ai neroverdi si è già arresa l’Inter, al debutto stagionale. La Juventus ha vinto a fatica (2-1), si parla del miglior attacco della Serie A con 14 gol all’attivo.
I risultati, inoltre, sono accompagnati dal bel gioco: lo dimostra la vittoria ottenuta con convinzione a Ferrara per 2-0.
Perché De Zerbi funziona proprio a Reggio Emilia? Perché è la piazza che gli permette di esprimere al meglio il suo gioco: offensivo, con falso nueve, ma senza schemi di gioco fissi. Sfiorata la Serie B con il Foggia, è rimasto vittima del patron del Palermo Maurizio Zamparini, che lo ha esonerato dopo il brutto inizio di campionato. Il Benevento, poi, è stata una coraggiosa parentesi, una favola a cui non è riuscita a cambiare il finale, già scritto dopo le quindici sconfitte consecutive in Serie A (la retrocessione in Serie B)
La chiamata del Sassuolo è stata coraggiosa, poiché De Zerbi non ha mai avuto la possibilità, dopo Foggia, di accompagnare il bel gioco ai risultati. Adesso sembra tutto giusto, tutto quadrato: perché, in fondo, la piazza neroverde è stata la prima a far sognare i tifosi di tutta Italia dopo il raggiungimento dell’Europa League, ancor prima dell’Atalanta.
Adesso c’è il Milan al Mapei Stadium. Un diavolo in difficoltà contro chi ha la faccia da diavolo, senza pietà. Che poi, la prossima il Sassuolo può anche perderla: resterà, tuttavia, un inizio di stagione importante che, probabilmente, verrà seguito da numerose soddisfazioni. Con De Zerbi in panca, finalmente in Serie A, con risultati e bel gioco.
Una realtà che non somiglia al Napoli di Maurizio Sarri, che non incarra la grinta di Diego Pablo Simeone all’Atletico Madrid e che non trova analogie con la mentalità vincente della Juventus di Massimiliano Allegri: questo è tutto nuovo, tutto marca Roberto De Zerbi. Perché lui è questo Sassuolo qui.
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