Casa Udinese: dopo 8 punti conquistati nelle prime cinque sono arrivate le 4 sconfitte in fila con Lazio, Bologna, Juve e Napoli. Analizzandola forse non era così imprevedibile la striscia negativa, ma sicuramente non perdonabile.
La squadra è arrivata alla gara della prima sconfitta con la Lazio molta carica, ma non è riuscita ad agguantare un pareggio che sarebbe stato più che meritato. La gara a Bologna un misto tra sfortuna e inesperienza, i bianconeri dopo aver dominato il primo tempo ed essere passati in vantaggio si sono fatti recuperare e sorpassare da una squadra abbordabile: una sconfitta figlia di un gioco forse troppo teorico e che manca di pragmatismo. Poi arrivano i due mostri sacri Juventus e Napoli con cui sicuramente potevano starci due sconfitte… ma fino a un certo punto. Dopo due disfatte i tifosi si aspettano che la voglia di rivalsa nei loro 11 prevalga sulla superiorità avversaria, soprattutto se davanti a loro si presenta una curva del genere, sempre pronta a sostenerli, nel bene e nel male. Squadra a tratti svogliata.
Vederli camminare in campo quando sugli spalti si dà l’anima è uno smacco. La grinta, quella che è mancata per gran parte delle scorse annate sta tornando ad essere un limite in Friuli. Le conseguenze sono intuitive, iniziano a bussare i fantasmi più temuti. E il più temuto a Udine è Guidolin, ricordando i suoi successi in terra friulana sarebbe lui la figura giusta quando si parla di pragmatismo. Ai suoi tempi anche con una cattiva prestazione l’1-0 si portava a casa, e purtroppo in questo sport il risultato è l’unica cosa che conta. Quando c’era il Guido non si parlava di serie negative, ma di 8-10 vittorie consecutive, ovviamente anche grazie a campioni del calibro di Sanchez e Totò (non serve specificare nome e cognome). Negli scorsi anni l’allenatore di Castelfranco Veneto ha sempre detto no alle avance di Pozzo, dicendosi soddisfatto del rapporto con cui si era conclusa la sua avventura a Udine. Ma chissà che non gli abbia fatto male assistere da commentatore alla gara di sabato alla Dacia Arena, senza poter muovere i giocatori, dandogli una strigliata a modo suo negli spogliatoi per rovesciare le sorti della gara. Per ora resta salda la fiducia a Velazquez, ma la pazienza è poca.
Occhio: gli amori fanno giri immensi ma poi ritornano, e Guido non è ancora tornato.
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