Dopo il successo nel derby contro il Torino, la Juventus torna in campo contro l’Empoli per dare seguito ai timidi segnali di risveglio mostrati nel corso della partita vinta in casa dei granata. Nell’anticipo del venerdì, messo in calendario, quando ancora le aspettative europee dei bianconeri non erano limitate al semplice approdo in Europa League, per permettere alla squadra di Allegri di preparare al meglio la ormai non più decisiva sfida di Lisbona in casa del Benfica, la Juventus è chiamata a rilanciare la corsa verso il quarto posto che, in questo momento della stagione, appare l’ultimo traguardo ancora raggiungibile.
Per la gara contro l’Empoli, Allegri, che in conferenza stampa ha evidenziato proprio la necessità di dare continuità alla vittoria nel derby, si affida a Szczesny tra i pali, protetto da una linea di difesa formata da Rugani, Bonucci e Danilo. Cuadrado e Kostic si muoveranno lungo le due fasce, mentre McKennie, Locatelli e Rabiot compongono il trio di centrocampo. In avanti, spazio alla coppia formata da Vlahovic e Kean.
Sulla panchina dei toscani, il tecnico Zanetti risponde con il consueto 4312 che accompagna l’Empoli ormai da diverse stagioni. Vicario; Stojanovic, De Winter, Luperto, Parisi; Haas, Marin, Bandinelli; Pjaca; Satriano, Destro; sono gli undici uomini scelti dall’allenatore per iniziare l’incontro.
Guidate in campo dall’arbitro Fabbri, le due formazioni vengono accolte da uno stadio che presenta ancora ampie porzioni di seggiolini bianchi e vuoti. Non è sufficiente una vittoria di misura contro il modesto Torino per riaccendere una passione che la società ha fatto di tutto per smorzare nel corso degli anni. 

L’incontro parte fin da subito su ritmi elevati. Nei primi minuti l’Empoli prova a prendere il controllo del pallone e tenta di proporre le trame palla a terra che da diverse stagioni caratterizzano il modo di giocare della squadra toscana. Le intenzioni della formazione ospite si scontrano però con la pressione molto determinata portata dai giocatori in maglia bianconera. La squadra di Allegri mantiene un baricentro decisamente alto e riesce a mettere in campo un’elevata carica di intensità. La linea dei cinque centrocampisti si riversa con grande continuità sul palleggio empolese, di fatto rendendolo nullo. La Juventus è rapida a sfruttare le veloci ripartenze che nascono dagli errori in appoggio cui induce i rivali grazie all’efficacia della pressione portata. Un retropassaggio sbagliato da parte di Pjaca innesca Kean, cui Allegri concede una nuova occasione di partire titolare dopo le buone impressioni destate di recente. L’attaccante sfida l’intera retroguardia avversaria e, appena dentro l’area, tenta una conclusione che si perde alta.
L’azione energica dei bianconeri viene premiata al settimo minuto. Rabiot con uno strappo poderoso percorre cinquanta metri di campo prima di scaricare su Kostic, largo a sinistra. Il serbo calibra un cross tagliato che cade nel cuore dell’area dove Kean brucia De Winter e Luperto e, con un tocco di prima intenzione, batte Vicario portando la Juventus immediatamente in vantaggio. Il giovane attaccante si ferma sotto la curva per ricevere l’abbraccio dei compagni e i primi applausi di una stagione fin qui avara di soddisfazioni per lui.
Passata in vantaggio, la squadra di Allegri continua a spingere, facendosi apprezzare per una condizione fisica che finalmente appare in crescita. La Juventus, in alcuni momenti, lascia invece ancora a desiderare per quanto riguarda la pulizia della manovra. Frequenti imprecisioni in appoggio ed errori di scelta intervengono infatti a sabotare l’azione dei bianconeri. La proposta offensiva passa prevalentemente dalle due fasce, in particolare la sinistra, tornata dopo tanti anni ad avere un padrone. Kostic si propone al cross con grande continuità, riuscendo a creare difficoltà alla coppia avversaria formata da De Winter e Luperto che spesso si lascia cogliere impreparata sui palloni tagliati del serbo verso il centro dell’area.
I bianconeri si rendono ancora pericolosi con Kean, il cui tiro viene ribattuto da Winter e poi con Locatelli. Anche la conclusione del centrocampista si infrange contro il muro di maglie azzurre eretto a protezione della porta di Vicario, ma la determinazione con la quale la squadra continua ad attaccare alla ricerca del secondo gol piace al tifoso davanti alla tv che osserva finalmente soddisfatto e partecipe.
Ancora Kean di testa va vicino al gol, sfiorando il palo alla destra di Vicario su cross proposto da McKennie.
Intorno alla mezz’ora iniziano ad affiorare quelli che sembrano i primi segnali di un calo dopo un avvio determinato ma comunque dispendioso sul piano fisico. La pressione in avanti adesso diventa meno efficace, il palleggio è meno lucido. L'Empoli trova ora maggiore libertà di azione nel proporre le sue trame.
La squadra di Zanetti trova il suo filone aureo sulla zona di destra dello schieramento bianconero, dove in fase difensiva Cuadrado e McKennie lasciano spesso Rugani scoperto. Da un pallone perso banalmente dal colombiano, Bandinelli trova la strada per mettere Destro, libero in area, in condizione di battere Szczesny. Il riflesso del portiere polacco evita il pareggio. L'Empoli vive in questa fase il momento migliore della sua partita. La squadra di Zanetti porta tanti uomini nella metà campo juventina. Parisi scende pericolosamente lungo la fascia sinistra. Una conclusione del terzino incontra la deviazione di Destro che per poco non spiazza Szczesny. La Juventus è comunque presente nella partita e risponde con una bella intuizione di Cuadrado che libera McKennie davanti alla porta. Vicario respinge la conclusione da distanza ravvicinata dell’americano. La partita si mantiene viva e sicuramente piacevole da seguire anche se, nella fase finale del primo tempo, è l’Empoli a presentarsi con maggiore continuità dalle parti di Szczesny, chiamato in più occasioni a mettere ordine sui palloni mandati in area dai giocatori di Zanetti.
Dopo un colpo di testa di Pjaca, terminato contro l’esterno della rete, e due minuti di recupero, il primo tempo si conclude.
Una Juventus che ha mostrato sicuramente buoni segnali di ripresa, soprattutto dal punto di vista fisico, ancora una volta ha avuto il torto di non riuscire a sfruttare fino in fondo il momento favorevole della partita, andando al riposo in vantaggio di una sola rete.
I pochi amici che, in questo periodo di grande disaffezione verso la squadra, ancora intervengono a commentare, si chiedono se anche in questa occasione la Juventus, a lungo andare, finirà per pagare l’incapacità di concretizzare quanto prodotto nei momenti di maggiore pressione. Desta preoccupazione la prestazione offerta da Vlahovic, sembrato quasi un corpo estraneo alla manovra, mentre viene ancora una volta evidenziato l’impatto di Rabiot in mezzo al campo. Esauriti i quindici minuti di intervallo, riposto lo smartphone, opportunamente silenziato, da qualche parte e ritrovata la solita scomoda sedia, il tifoso riprende il suo posto davanti alla tv per l’inizio del secondo tempo.

Le squadre tornano sul terreno di gioco con le stesse formazioni con le quali hanno iniziato l’incontro. I timori che possa andare in scena una ripresa di stenti, come troppe volte accaduto in questa prima parte di stagione, viene presto spazzata via.
La Juventus rientra in campo decisa ad archiviare la pratica Empoli e riesce nell’intento dopo soli dieci minuti. Da un calcio d’angolo battuto da Cuadrado, McKennie con un colpo di testa potente spedisce il pallone sotto la traversa, battendo un incolpevole Vicario. Le piccole nubi che si stavano addensando a ridosso dell'intervallo si diradano. Per una sera torna il sereno sopra lo Stadium, che celebra la rete del centrocampista americano. La rete del raddoppio inclina definitivamente la partita e i tre punti verso i bianconeri. La squadra di Allegri, forte del doppio vantaggio, si muove sul campo con grande leggerezza. Lo stadio si accende di un entusiasmo soffocato per troppo tempo. I leggeri malumori comparsi anche tra i membri del piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv sono definitivamente fugati. La scomoda sedia adesso somiglia quasi ad un divano. Finalmente, dopo tempo immemore, per il tifoso si presenta una partita da vivere con piacere, senza guardare ogni momento il cronometro nella speranza che acceleri il passo e giunga presto al novantesimo.

Zanetti tenta di cambiare la storia della partita ridisegnando il reparto offensivo dei toscani. Escono Pjaca e Satriano, entrano  Bajrami e Baldanzi. La parte restante di gara si svolge però sotto il controllo totale della Juventus che continua a spingere alla ricerca del terzo gol. Kostic dal limite tenta una conclusione che si perde di poco a lato. Arriva anche per Allegri il momento di proporre le prime variazioni alla sua formazione. Lasciano il campo Vlahovic e McKennie, rilevati da Milik e Paredes. Nonostante il risultato favorevole e la prestazione convincente offerta dalla squadra, Vlahovic non ha mostrato particolari segnali di ripresa. Forse poco favorito dalla contemporanea presenza in campo di Kean, attaccante con il quale condivide la grande capacità di puntare la porta e la poca propensione al dialogo ravvicinato, il serbo ha lanciato ancora una volta qualche segnale di nervosismo.
Il risultato non rischia in nessun momento di tornare in discussione. Allegri manda in campo anche Alex Sandro e Miretti. Lasciano il campo Rugani e Kean. Per quest’ultimo arrivano finalmente i meritati applausi da parte del pubblico. Non c’è nemmeno il tempo di riorganizzarsi che la Juventus segna ancora. Di nuovo di testa. Di nuovo da calcio d’angolo. Il cross di Cuadrado incontra all’altezza del secondo palo Rabiot, che devia verso la porta. La parata di Vicario, l’ennesima della serata, arriva quando il pallone ha appena superato la linea bianca. Un rapido sguardo al dispositivo e l’arbitro Fabbri concede la rete.
La Juventus non rallenta, nemmeno in vantaggio di tre gol. La squadra di Allegri continua a giocare e a proporre iniziative offensive con continuità, quasi a volersi scrollare definitivamente di dosso tutte le scorie accumulate dopo un avvio di stagione disastroso. I bianconeri esibiscono una netta supremazia sui palloni alti in ogni zona del campo. Milik va per due volte vicino alla rete con altrettanti colpi di testa. Il primo, da cross di Cuadrado, sfila a lato del palo più lontano. Il successivo, da una punizione battuta sempre dal colombiano, trova Vicario pronto alla respinta.
La partita scivola piacevole verso la sua conclusione. Allegri concede il debutto in serie A anche al giovane Iling che rileva Kostic. Il serbo lascia il campo salutato dall'applauso convinto del pubblico. La promettente ala inglese, prelevata dal Chelsea due anni fa, si mette immediatamente in evidenza con un’accelerazione sulla sinistra. Il cross basso incontra il tocco di prima intenzione di Locatelli per Miretti. In area, il giovane centrocampista con una finta sbilancia il difensore, ma trova Vicario a sbarrargli la strada verso il primo gol in serie A.
I cinque minuti di recupero concessi da Fabbri, servono per assistere alla seconda doppietta stagionale di Rabiot che appoggia in rete un comodo passaggio di Danilo. Per il francese è andata in scena l’ennesima prestazione convincente di un periodo che dura dalla scorsa primavera, da quando, cioè, Allegri lo ha tolto dalla fascia e lo ha riportato in mezzo al campo, nella posizione dove può far valere al meglio il suo fisico dominante. 
Esaurito il recupero, il direttore di gara Fabbri dichiara conclusa la sfida.
La notte dello Stadium regala una netta affermazione alla Juventus che, dopo il successo di misura contro il Torino, trova una vittoria decisamente convincente sotto il profilo della determinazione, della condizione fisica e, sotto vari aspetti, anche del gioco se consideriamo l’atteggiamento sempre propositivo mantenuto dai bianconeri nell’arco dei novanta minuti. 
Si è percepito un deciso segnale di rottura rispetto alla squadra spenta, fiacca e arrendevole che si è macchiata di disonore nelle prime gare stagionali, da Genova ad Haifa, passando per Monza. Quattro gol all’Empoli non possono però ancora bastare per affermare di aver finalmente ritrovato la Juventus dopo un anno e mezzo di vana ricerca.
La partita di martedì contro il Benfica, nonostante le scarse possibilità di superare il girone, diventa adesso una prova importante alla quale chiedere le prime conferme riguardo i progressi mostrati recentemente dalla squadra di Allegri.

PAGELLE
SZCZESNY 6,5
Si fa trovare pronto nel finale di primo tempo, quando Destro lo impegna in una difficile parata. Sorveglia l’area con sicurezza nel momento in cui l’Empoli tenta con maggiore convinzione di recuperare la partita.
RUGANI 6 Gioca con addosso la diffidenza del pubblico. Offre una prestazione concentrata e puntuale. Mantiene la rotta anche nel momento in cui dalla sua parte l’esile argine eretto da Cuadrado mostra crepe che aprono in diverse occasioni agli avversari la strada verso la porta.
(ALEX SANDRO SV Gioca i dieci minuti finali a gara decisa)  
BONUCCI 6 Dirige con sicurezza la linea difensiva. Offre una prestazione concentrata, parzialmente rovinata da alcune imprecisioni al lancio.
DANILO 7 Centrale di sinistra, si conferma giocatore di grande spessore. Solido e concentrato in difesa. Propone una marcatura aggressiva che permette alla squadra di mantenere un baricentro costantemente alto. Nel finale offre a Rabiot il pallone della doppietta.
CUADRADO 6 Primo tempo di grande difficoltà nel quale si rende protagonista di una serie di errori che aprono la fascia alle avanzate della squadra ospite. Perde il pallone da cui nasce l’occasione migliore dell’Empoli, con il tiro di Destro parato da Szczesny. Cresce nel secondo tempo, trovando con grande continuità il cross e alcune giocate degne del giocatore che fu. 
MCKENNIE 6,5 Una buona occasione nel primo tempo calciata addosso a Vicario, il gol nel secondo tempo che sigilla la sfida. In mezzo corre molto ma, in diversi momenti della partita, trasmette ancora la sensazione di girare un po’ a vuoto.
(PAREDES 6 Entra con la gara in comoda discesa. Mezz’ora di ordinaria amministrazione).
LOCATELLI 6,5 Conferma i piccoli segnali di crescita mostrati contro il Torino. Da regista lascia la sensazione di essere limitato soprattutto nei movimenti necessari per lo smarcamento e la gestione del pallone con il piede più debole. Offre comunque una prestazione all’altezza.
RABIOT 8 Due gol ma soprattutto una presenza dominante in mezzo al campo. I due gol sono il coronamento di una prestazione da assoluto padrone di casa. Si sta affermando come uno dei migliori centrocampisti dell’intero campionato. Peccato che, dopo averlo a lungo aspettato, la sua avventura in bianconero rischia di concludersi proprio sul più bello.
KOSTIC 7 Gioca in maniera semplice ma con grande efficacia. Propone con frequenza il cross dalla sinistra verso l’area di rigore, riscoprendo una precisione e una pulizia di calcio che a Torino ancora non eravamo riusciti ad apprezzare. Le cose si complicano quando gli viene chiesto qualcosa di diverso, come ad esempio giocare dentro al campo. Offre un notevole contributo anche in termini di corsa. Lascia il campo tra gli applausi convinti del pubblico che sembra apprezzare sicuramente la sua dedizione.
(ILING JR SV Si presenta con due accelerazioni degne del Bale del tempo che fu. Nessuna pretesa di fare paragoni ma un semplice augurio per un ragazzo che nella formazione Primavera ha mostrato qualità superiori alla media).
VLAHOVIC 5 Nota stonata in una serata positiva, il serbo continua a mostrare segnali di scarsa intesa con i compagni, rimanendo ai margini della partita. Sempre piuttosto nervoso, fatica ad intendersi con un compagno di reparto molto simile a lui per il modo di attaccare la porta.
(MILIK 6 Tra i centravanti a disposizione di Allegri è sicuramente quello maggiormente capace di legare il gioco d’attacco e che contribuisce in maniera determinante alla composizione di una coppia offensiva complementare. Entra con la partita decisamente in discesa per la Juventus. Va vicino per due volte al gol).
KEAN 7 I buoni segnali intravisti contro il Milan, ad Haifa e nel derby con il Torino, si concretizzano nella rete che apre la partita. Un gol meritato per un giocatore che troppo spesso si è messo nella condizione di ricevere critiche. Bravo per tutta la partita a sfruttare la sua migliore dote, l’attacco verticale verso la porta, mostra una naturale intesa con Kostic che lo cerca spesso con palloni tagliati al centro dell’area. Segna un gol e un altro, praticamente identico, gli viene annullato per questione di centimetri. Si guadagna i primi meritati applausi stagionali. 
(MIRETTI SV Entra per gli ultimi dieci minuti. Con una giocata pregevole si crea la possibilità di segnare il suo primo gol in serie A. Trova Vicario pronto alla respinta.)
ALLEGRI 6,5 Una prestazione finalmente continua per tutti i novanta minuti gli vale il primo voto della stagione. La Juventus, pur con tutti i limiti che ancora in certe situazioni rimangono evidenti, ha giocato a calcio e lo ha fatto bene. Rispetto alle vittorie ottenute contro Bologna e Maccabi, questa, pur considerando il valore dell’avversario, lascia la sensazione di un deciso passo in avanti, per il quale si attendono conferme nelle prossime gare.