Splendida cornice per una partita che si preannuncia splendida!
E’ proprio girato il vento - ed era ora - la Juventus sceglie un’insolita divisa, pantaloncini bianchi e maglietta rosso fuoco, come il fuoco che evidentemente scorre nelle vene degli 11 gladiatori scesi in campo.
Erano anni, ma che dico anni, decenni, ma che dico decenni, ventenni che non vedevamo una squadra così… così… concentrata, ben disposta in campo, riconoscibile per lo stile definito del gioco, finalmente ben organizzata, ogni pedina al suo posto, scelte coraggiose, chiare e ponderate, e si vede: pronti via, tutti ad occupare gli spazi, manco fosse una partita da dentro o fuori, sempre primi sulle seconde palle, sempre un secondo di vantaggio sugli avversari, e quel sottile filo di bava che scende dalle bocche fameliche dei nostri, risponde al carattere che ci ha da sempre contraddistinto: combattenti fino alla fine, perché l’unica cosa che conta è vincere.

Un tocco, due tocchi, un tacco, una giravolta, un giro veloce della palla, una palla sempre in movimento che cerca i nostri, sempre in movimento, che rientrano, vengono incontro, allungano, allargano, si sbracciano, minacciano, seminano il panico con giocate deliziose e con recuperi aggressivi ma puliti, veloci e imprevedibili. Guardarli dall’alto è pura armonia, appena un bianconero, vabbè un biancorosso oggi, prende palla, non sai mai cosa farà, l’imprevedibilità è un’arma in più e si capisce da subito che il nostro allenatore ha studiato la partita nei minimi particolari, infatti con suggerimenti consapevoli è lì che indica, propone, non ha nemmeno bisogno di urlare, tanto le azioni scivolano via che è una bellezza, a destra, a sinistra, al centro.
Certo, la fase difensiva non è impeccabile, per uscire impieghiamo anche 4 o 5 passaggi, si potrebbe fare meglio, ma in fondo non rischiamo quasi nulla.
E poi  – finalmente – andiamo a prenderli alti, e ancora triangolazioni veloci, uno-due e via, tre-quattro e vai, basta poco che ce vo’, basta un niente e… GOL! Ce lo siamo strameritato!
D’accordo, hanno sculato il pareggio, ma noi siamo la Juve, ricominciamo, pressiamo ancora più alto, ancora con maggiore veemenza, con 5,6 uomini in aerea loro, quando la palla è loro, vedrai che prima o poi sbagliano. In effetti prima: rigore, 2 a 1.
E adesso ci divertiamo, perché la Juve si diverte a giocare a calcio, punta, tacco, sombrero, dribbling, scavetto, di prima, al volo, tackle, spallata, posizione. GOL! GOL!

Queste magliette rosse ci stanno davvero bene addosso, vistose, eleganti, vincenti. E finalmente il nostro prode condottiero sorride, non urla come fa quell’altro che sembra un ossesso indemoniato che parla una lingua diversa da tutte le altre lingue del calcio, una lingua che nessuno capisce, che nemmeno lui capisce più. Sempre che ci sia qualcosa da capire, perché noi, la Juve, ci capiamo in un attimo, e se siamo in difficoltà ci basta una mezza parola del nostro Mister per spiegarci cosa fare, quando, dove, anche perché.
Sì, mi piacciono proprio queste nuove magliette rosse, appena finita la partita vado su Amazon e ne compro una manciata, non si sa mai che poi finiscano, magliette magiche, che sanno di nuovo, di definitivamente nuovo. Certo quelle storiche sono più belle, ma anche questa, dai, guardate come stanno giocando i nostri con queste belle camicie rosse, che per quanto siamo coraggiosi, spavaldi, arroganti e vincenti, sembriamo garibaldini alla riscossa!

Come? Ma dai… Non ho capito… Ripeti… No, impossibile! Ma sei sicuro? Ah, sei sicuro.
Quindi noi saremmo… Ho capito, noi siamo quelli vestiti di nero? Quelli che non ne prendono una? Quelli che se la prendono non sanno cosa farci con la palla? Quelli che nessuno deve avergli spiegato che il pressing non si fa uno contro sei? Quelli che ogni corner contro è quasi una sentenza? Quelli che se ci rivolgiamo al nostro prode condottiero, quando non si confessa col suo vice, lo vediamo solo smadonnare in faccia a tutti quelli che gli capitano a tiro? Quello con lo sguardo vacuo, le spalle sottomesse, l’espressione da non so cosa fare, insomma, l’atteggiamento da perdente? Ma veramente?
Ancora TRISTEGRI
? Ancora quello delle scuse? Dell’abbiamo preso 3 gol da polli?
Ma perdonate, mi sfugge qualcosa o è l’allenatore che gestisce, ordina, richiama, studia, dispone, prepara, sceglie, corregge, insomma, allena?

Quindi mi stai dicendo che andiamo avanti con TRISTEGRI, che sul 4 a 1 – per loro a questo punto – ha messo dentro 2 ragazzini che se non avessimo già straperso non sarebbero mai entrati in campo, che per 70 minuti non ha aperto bocca se non per prendersela con la Maremma tutta, maiala e non, che non è riuscito a capirci assolutamente nulla di chi fossero i buoni e chi i cattivi, che l’unica indicazione chiara che da è: quelli ricci a destra, quelli che finiscono in “ic” a sinistra, tutti gli altri in mezzo e fate come cazzo vi pare, che per portare la palla dalla difesa all’attacco, quelle 2 o 3 volte a partita che ci riusciamo, dovete passarvela almeno 456 volte, e almeno due terzi indietro e 55 verso il portiere, che all’88° se la prende con un ragazzino reo di voler battere velocemente un corner, che siamo stati leggeri, abbiamo sbagliato l’approccio, abbiamo regalato 70 minuti, la stagione è ancora lunga…, fuori dalla Champions e a 10 punti in campionato…
Ma sul serio dobbiamo ancora sentire TRISTEGRI che infierisce sulle nostre povere intelligenze?
Ma la dignità, dico io, la dignità…

E pure le nostre magliette a righe bianche e nere, dove sono finite? Sì, anche come metafora sportiva, ma insomma, saranno pure un po’ sbiadite, ma sempre meglio di quelle nere tipo funerale, che fanno rima con la faccia di TRISTEGRI, bello stretto nel suo completo da becchino, al funerale di una delle squadre più amate, invidiate e iconiche del mondo.
Ma veramente andremo avanti così? A lottare fieramente per un quarto posto con il monte ingaggi più alto della Serie A? Mezza squadra in infermeria per i soliti infortuni muscolari? Giocatori “impippiti” che valgono la metà di quando sono arrivati? Prospettive di crescita zero? ambizioni da banda di provincia, giustificazioni, alibi e pretesti?

Sono uno sportivo, tifoso, all’occorrenza fazioso, posso far finta di non vedere o di crederci, di pensare positivo confidando nella dea bianconera e nel passato che sta lì, a ricordarmi che si può, ma per il futuro ho bisogno di riconoscermi in un esempio in cui ho sempre creduto, ho bisogno di sentirmi complice di un’idea, di credere in chi guida la truppa, e non per quello che è stato, ma per quello che è e potrà essere, un capitano che non sbraiti perché è l’unica cosa che gli rimane, un capitano che non si assenta per 70 minuti perché non sa cosa dire, fare, baciare, lettera e testamento.
E’ vero che un capitano non dovrebbe abbandonare la propria nave in mezzo alla sciagura - ulteriore variante delle scuse - se non fosse per il fatto che, TRISTEGRI è la sciagura, o almeno la parte principale di sciagura che si può rimuovere.