Si può perdere. Si può vincere. Si può conseguire un pareggio che nella combinazione delle ipotesi può essere utile o inutile. Dipende. Come sempre è una questione di prospettiva, ma una prospettiva che deve trovare la giusta collocazione e contestualizzazione.
Nel calcio di oggi, miliardario, con società quotate in borsa, dove tutto è mercato, business, economia, è evidente che il risultato è fondamentale. Anche al prezzo di giocare male.
Alla borsa non interessa niente di come giochi. Al danaro non interessa se giochi bene o male. E neanche alla maggior parte dei tifosi. Quello che conta è se vinci. Il calcio di oggi non è fatto per lo spirito di partecipazione, salvo ovviamente per qualche società che ha il ruolo di comparsa.
La sconfitta rischia di essere disastrosa per i conti della società, oltre che per il morale dei giocatori e dei tifosi.
Certo, si dirà, dipende anche dal come si perde. Prendiamo il caso del derby di Milano. Primo tempo Inter, secondo tempo Milan. Ma vince l'Inter in modo immeritato probabilmente (sarebbe stato più giusto un pareggio) per un calcio di rigore.
Se si analizza la partita come risultato, quello che conta è la vittoria. Se la si analizza per decidere il futuro di una panchina, quello che conta è la valutazione del comportamento assunto dalla squadra. Si può anche perdere, esiste un numero di sconfitte che può essere accettato, ma è ben limitato, oltre quel numero non si può andare e probabilmente nel caso di Montella il limite è stato raggiunto. Salvato, per ora, solo dal secondo tempo del Milan. La sconfitta non ha alcun valore, imparare a perdere è un non valore, perchè nel calcio di oggi alcune società, quelle che puntano ai livelli più alti, non si possono permettere di perdere. E gli effetti di tale situazione poi li si vedono in campo. Giocatori contratti, stressati, sotto pressione.
Quindi, la conclusione è che no, la sconfitta non è un valore e non ci può essere nel calcio di oggi. Così come esiste un limite accettabile di sconfitte, calcolato, ma questo limite è sempre più risicato, man mano che aumenta il livello delle squadre concorrenti.
Si possono accettare non più di due tre sconfitte complessivamente in tutta la stagione, anche se a dirla tutta questo numero rischia di essere effettivamente alto come limite.
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