Siamo fuori, ce ne faremo una ragione. Arriverà giugno 2018, inizieranno i mondiali, ricomincerà a rodere di brutto, ce ne faremo una ragione di nuovo. Ma nel frattempo?
Nel lontano 2006 una meravigliosa Italia batte la Germania in semifinale e vola a Berlino a prendersi la Coppa. La Germania non riparte, programma, perchè vuole tornare grande. In effetti aveva iniziato a programmare prima dei mondiali, costruendo stadi all'avanguardia, lavorando sui settori giovanili, avendo come obiettivo il rilancio del movimento. Obiettivo finale: tornare al top. Mission Accomplished!
In queste poche righe c'è il senso del mio articolo.
Quando l'Italia vinse il mondiale nessuno, me compreso ovviamente, capì che, purtroppo, si trattava di una vittoria estemporanea, figlia di un grande gruppo, di motivazioni particolari, di voglia e grinta. Il tutto condito con qualche fuoriclasse in rosa, che non fa mai male. Il giorno dopo la vittoria del mondiale la Federazione si sedette ad un tavolo, con porte, finestre, occhi e orecchie chiusi, concedendosi solo una sbirciatina ogni tanto alla coppa lucidata e messa in bacheca. Intanto, fuori da quella stanza c'èra la bufera. Lo tsunami Calciopoli, l'arrivo degli sceicchi, gli stadi vecchi e vuoti. Oggi non ci qualifichiamo per i mondiali, oggi la Germania è la più solida realtà calcistica del mondo. Al top da un decennio con ottime prospettive per il futuro, la Confederation Cup vinta praticamente con l'Under 21 in campo e l'Europeo Under21 vinto con l'Under 18 in campo ne sono un inattaccabile prova.
La Germania non è ripartita dalla delusione del mondiale 2006, la Germania ha costruito il suo futuro.
L'Italia oggi deve fare lo stesso. Niente mondiali, Buffon, Chiellini, Barzagli e De Rossi in pensione. La federazione deve essere capace di trasformare il flop in energia per il futuro, col supporto attivo della politica.
Mentre scrivo, sono sincero, guardo avanti, e tra 10 anni non mi vedo a scrivere un articolo nel quale mi complimento sul lavoro svolto dagli organi competenti per trasformare l'italietta di questi giorni in una grande Italia. Ma sperare è l'unica cosa che posso fare, da tifoso e da italiano amante del calcio.
A mio modestissimo e, probabilmente, inconpetentissimo parere, le basi tecniche, intese come giocatori, ci sono. Bisogna ricreare il movimento. Facile? Direi proprio di no!
Intanto siamo fuori, ce ne faremo una ragione. Arriverà giugno 2018, inizieranno i mondiali, ricomincerà a rodere di brutto, ce ne faremo una ragione di nuovo, magari sperando che non vinca la Francia!
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