È durata poco l'euforia: giusto il tempo di celebrare i primi quarantacinque minuti del campionato - quelli di Udine - e Magnanelli, e Chiesa, e lo spirito offensivo, che poi, in un attimo, tutto su è volatilizzato.
Ci ha pensato il campo, con una partita - quella col Bologna - che è sembrata appartenere in tutto e per tutto alla scorsa stagione. E ci ha pensato il mercato: anzi, l'ennesimo non-mercato della Juve.
Del campo si è detto: agli avversari basta un po' di concentrazione e un po' di pazienza - aspettare i bianconeri un po' più bassi - per vedere la Juventus accartocciarsi su sé stessa. Nessuna idea, nessun palleggio, pochissima qualità, nessuno a verticalizzare, nessuno tra le linee avversarie a creare scompiglio.
Rassegniamoci. La Juventus di Allegri sarà, di nuovo, questa: una squadra che non rischia e che vuole solo portare a casa qualche punticino per piazzarsi in classifica e amen.
Se le dinamiche di campo erano assolutamente prevedibili - Allegri sulla panchina - è dal mercato che i tifosi si aspettavano di più; non già in termini di investimenti - si sapeva non ce ne fossero - ma con l'arrivo di Giuntoli ci si aspettava idee (tante) e capacità manageriali salvifiche. E invece.
Invece anche quest'anno la Juve si presenta ai blocchi di partenza con una rosa disfunzionale e mal costruita. Nessun ritocco in difesa nonostante fosse chiaro a tutti quanti, da due anni, ci fosse enorme bisogno di forze fresche, soprattutto mancine. Così nelle prime due il titolare è....Alex Sandro. Centrocampo anch'esso immutato e questo fa già riflettere così. A parte la speranza di un rientro in grande stile di Pogba, solo dirigenza e allenatore non si sono accorti che manca qualità, palleggio, idee, movimenti, verticalità?
Sulle fasce si era iniziato bene con Weah e il ritorno di Cambiato. Poi il vuoto; perché? Ora la Juve si ritrova con tre esterni (quinti) a sinistra (?) mentre adatta Mckenny a destra. Inspiegabile.
Ed infine l'attacco. Un attacco in cui nessuno sa rifinire, quasi nessuno sa giocare di sponda e spalle alla porta, nessuno (un poco solo Milik) sa legare il gioco e muovere le difese avversarie.
Mi si dirà che il problema sono state le mancate uscite. Probabilmente vero. Ma non stava a Giuntoli l'ingrato compito di liberarsi di giocatori non all'altezza (Sandro, McKenny, Kean) o non più funzionali (Kostic)?
I tifosi si aspettavano scommesse, calciatori nuovi da scoprire anche al costo di sbagliare.
Ecco, dopo la conferma di Allegri, le conferme di troppi giocatori senza alternative e novità non è altro che il più potente ed efficace metodo per spegnere ogni entusiasmo nell'ambiente e nella tifoseria.
Insomma: Giuntoli e Manna hanno scelto il profilo vigili del fuoco.
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