Doveva essere una serata di festa. La prima da titolare in una partita ufficiale dopo 13 mesi. E le prime giocate del francese, sommate all’assist per la rete decisiva di Gatti nel match contro il Siviglia, galvanizzano il popolo bianconero: finalmente il Polpo è tornato. Ma l’ottimismo dura poco. Al 22’, dopo un tentativo di cross, Paul si ferma. Si porta le mani prima sul ginocchio sinistro, poi sul volto. L’ennesimo stop.

Il ritorno da titolare. Allegri, che aveva stupito tutti inserendo il francese nell’unidici di partenza contro la Cremonese, aveva scherzato così nel prepartita: “Più felice io o Pogba? Lui, perché pensava di non giocare e invece oggi gli ho fatto una sorpresa, vedremo quanto riesce a stare in campo perché sicuramente non avrà i 90 minuti. Sarei molto felice se riuscisse a fare un tempo".
E invece no. Il 10 bianconero è costretto a lasciare il campo al 24’. Per infortunio. L’ennesimo di una stagione martoriata.
Eppure la serata allo Stadium era iniziata sotto i migliori auspici. Il ritorno in campo da titolare per la prima volta dopo 390 giorni, accolto da uno Stadium che aspettava da tanto di rivedere il proprio beniamino protagonista.
E dopo l’ottima mezz’ora di giovedì scorso contro il Siviglia, coronata dall’assist per il gol di Gatti con cui la Juventus aveva riacciuffato il pareggio, c’era attesa nel rivederlo in campo finalmente dal 1’. E i primi 20 minuti di Paul Pogba confermavano le buone sensazioni della vigilia: sempre nel vivo del gioco, vicino alla zona offensiva, cercato continuamente dai compagni, pronto finalmente a prendersi il centrocampo della sua Juventus. E ogni suo tocco, ogni suo passaggio era sottolineato dal boato del pubblico. Un pubblico che lo ha saputo aspettare. Con qualche smorfia di insofferenza, è vero, dettata da alcuni atteggiamenti del giocatore, ma soprattutto dalla preoccupazione per un interminabile filotto di infortuni. Ma, il più delle volte, da quando il francese ha rimesso piede alla Continassa, con costanti dimostrazioni di amore: cori di incoraggiamento a salutare la sua presenza anche solo in tribuna, boati ad accompagnare ogni suo riscaldamento a bordocampo, la “hola” a scandire ogni suo ingresso in campo, anche se per pochi scampoli di gara.
Fino a questa sera. Dopo una serie di partite in cui aveva aumentato poco per volta il minutaggio, la scelta di Allegri di provarlo dal 1’ minuto. E i suoi tifosi sempre lì ad applaudire ogni suo gesto.

Ancora uno stop. Fino al 22’ quando allo Stadium cala un silenzio assordante: Pogba, dopo aver tentato un cross in area, si accascia per terra, toccandosi il ginocchio sinistro. Le mani sul volto. Le lacrime. L’incubo di un nuovo, ennesimo infortunio. Paul esce dal terreno di gioco coprendosi il volto con la maglia. Viene consolato prima da Allegri, poi accompagnato, quasi sorretto, negli spogliatoi da Di Maria. A quel punto lo Stadium, che fino a quel momento aveva trattenuto il fiato, si desta ed applaude. Lo fa anche qualche tifoso ospite. Perché, al di là della fede, Paul Pogba è patrimonio del calcio e vederlo uscire così, tra le lacrime, dopo una stagione funestata dagli infortuni, fa male. A chiunque ami il calcio.

Il calvario. Già, una stagione stregata quella del ritorno del francese in bianconero. Quest’anno Pogba, arrivato come uno degli uomini chiave del progetto Juve, ha giocato solo nove partite in tutte le competizioni: sei in Serie A, tre in Europa League e una in Coppa Italia. Non giocava titolare dal 19 aprile 2022, Manchester United-Liverpool, quando dovette uscire al 10’ anche in quell'occasione per infortunio. L’ennesimo. Da lì un lunghissimo calvario che sembra non voler finire. Prima il problema al menisco durante la tournée estiva con la Juve, poi l’inziale terapia conservativa e la successiva operazione al ginocchio e infine l’infortunio agli adduttori rimediato lo scorso marzo. Ora un nuovo stop. Ancora una volta muscolare (quadricipite sinistro). E stando alla prima diagnosi, per Paul Pogba la stagione, per certi versi mai iniziata, potrebbe finire qui.

Chiara Saccone