Porto - Roma 3 -1

Ci si chiedeva tutti, alla vigilia di questa delicata partita, come sarebbe finito quest'ottavo di finale.
Ci si domandava tutti se la Roma avesse avuto la forza agonistica giusta per reagire dopo la batosta subita nel derby romano.
Effettivamente tutto l'ambiente giallorosso attendeva questo incontro per dimostrare che gli schemi di Di Francesco, preparati nei giorni precedenti, erano concepiti in modo efficace per superare la non esaltante compagine portoghese. Già nella partita dell'Olimpico all'andata, i giallorossi ben messi in campo e sostenuti con passione dai propri sostenitori avevano dato prova di quanto di buono avevano fatto e quindi far bene sperare per il ritorno a Oporto.

Ma quella Roma della partita di andata ci era piaciuta a metà. Bene il gioco corale, bene i singoli, benissimo l'impatto iniziale e successivo, ma male lo sciupio dei goal e delle azioni che avrebbero potuto garantire in anticipo la qualificazione al turno successivo. Peccato!
Se ricordiamo bene infatti a Roma, si era visto un Porto non certo tanto autoritario da sembrare imbattibile nella partita di ritorno e proprio per questo motivo, i giallorossi all'Olimpico avevano sciupato occasioni troppo ghiotte per non destare disappunto e perplessità...

La Roma d'altronde ormai, ci ha abituato in tutte le sue partite di campionato a subire strane e incomprensibili rimonte con improvvisi vuoti di rendimento. E in quell'ottavo di andata contro il Porto giocato davanti al loro pubblico, i giallorossi avevano esibito una buona prestazione, peccato che avrebbe potuto e dovuto produrre un risultato più cospicuo. Ma purtroppo sprecando almeno quattro clamorose azioni da goal metteva in discussione la partita di ritorno e il Porto in quel frangente ne approfittava, mettendo a segno quel goal utile in trasferta che avrebbe garantito di disputare una partita più agevole in Portogallo. E così da un possibile 3/4 a zero la partita di andata si concludeva con uno striminzito 2 -1 che metteva in bilico l'esito della qualificazione ai quarti in quel di Oporto. Peccato!

Ieri nella gara di ritorno infatti, è pesata molto la concreta possibilità di affermazione per la mancanza di una differenza goal più cospicua. Ciò avrebbe potuto e dovuto rappresentare un impatto psicologico di maggior sicurezza ai giallorossi, conoscendo il clima particolare che li attendeva allo stadio do dragao di Oporto.

Di Francesco ha schierato una formazione dallo schema inconsueto con un 3-4-3 che prevedeva il trio centrale difensivo con Manolas, Juan Jesus e Marcano e la linea di centro campo con Karsdorp, Nzonzi, De Rossi e Kolarov. Il reparto d'attacco con Zaniolo, Dzeko e Perotti. Si è visto una Roma troppo contratta per sperare di superare il turno, reso ancora più difficile dal terreno intriso da una pioggia incessante, prima e durante la gara.

Già dalle schermaglie iniziali si è capito che il Porto si presentava con la determinazione necessaria per superare l'ostacolo. Sergio Conceicao, peraltro, ha disposto la squadra con un centrocampo ben organizzato e diretto magistralmente nel terreno di gioco da Hector Herrera nella parte più bassa dello schieramento e da Corona che rifiniva invece nella zona più alta tra la linea più arretrata del reparto d'attacco, creando le maggiori preoccupazioni alla formazione di Di Francesco.
La Roma ha saputo contenere gli impetuosi tentativi portoghesi, fino a quando è rimasto in campo De Rossi, il quale ha contrastato sul nascere i maggiori pericoli creati dai biancoazzurri portoghesi.
Il capitano, forte della sua esperienza internazionale, ha saputo infondere calma e coraggio ai suoi uomini non potendo però evitare il primo goal portoghese, nato da un'incursione sulla sinistra dello schieramento del Porto, dove il rientrante Manolas si faceva rubare il pallone da Corona, il quale appoggiava su Marega. Il corpulento giocatore di colore si involava sulla sinistra e crossava in velocità verso il centro dell'area romanista, dove irrompeva Tiquinho Soares, pronto a deviare in rete a colpo sicuro.
Era il primo goal del Porto al 27° minuto, ma la Roma trovava però la forza di reagire, spingendosi in avanti alla ricerca del pareggio e dopo dieci minuti metteva in condizioni Perotti di giostrare sulla sinistra dello schieramento giallorosso, entrando in area e cercando la conclusione, ma veniva sgambettato dal difensore avversario, causando il rigore ineccepibile. Si incaricava di batterlo il capitano De Rossi, il quale con freddezza operava una finta, spiazzando il portiere Casillas. Era il goal del momentaneo pareggio! Nei restanti minuti del primo tempo i giallorossi resistevano per andare al riposo col risultato di parità.

Alla Roma purtroppo però, veniva a mancare l'apporto del suo capitano De Rossi per il riacutizzarsi di uno stiramento al polpaccio. Lo sostituiva Pellegrini che doveva adattarsi a giocare da mediano, con poca esperienza in quel ruolo. Infatti Di Francesco arretrava Nzonzi e la squadra ripiegava troppo in difesa, cedendo agli avversari l'iniziativa. Le azioni del Porto si facevano tambureggianti sin dall'inizio del secondo tempo e in più di una occasione il Porto si affacciava pericolosamente nei pressi della porta difesa da Olsen, sfiorando il goal. D'altronde la Roma cercava di realizzare il goal del vantaggio che le avrebbe consentito di ipotecare la partita e di conseguenza poter superare il turno.
I tentativi dei Capitolini però erano timidi e sporadici, le azioni imprecise e gli errori di misura specie nei passaggi sul lungo ne impedivano le conclusioni.
Si giungeva così al 54° minuto quando il Porto passava in vantaggio con un goal che dimostrava quanto fosse stata importante la presenza di De Rossi, infatti tutto il reparto difensivo accusava smarrimento e distrazione, capitolando inevitabilmente per la seconda volta. L'azione nasceva sempre dall'ennesima incursione sulla sinistra dello schieramento portoghese, dove il solito Corona, ancora continuava a fornire palloni preziosi al centro dell'area avversaria, trovando il maliano Marega lasciato solo da Marcano colpevolmente. Era la rete del 2-1, che poneva la squadra di Conseicao in situazione agevole e in vantaggio psicologico. Tutto il secondo tempo era caratterizzato da capovolgimenti di fronte fino ad arrivare a conclusioni che non impensierivano i rispettivi portieri.

Si giungeva così stancamente al 90° e si decretavano i tempi supplementari, con ambedue le squadre in condizioni atletiche di evidente affanno. La Roma spinta dalla forza della disperazione cercava di segnare il goal necessario per essere promossa al turno successivo, ma un po' per la difesa attenta e un po' per gli incredibili errori sotto porta, specie con Dzeko che si divorava letteralmente due ghiottissime occasioni, era costretta ad arrendersi a tre minuti dal termine del secondo tempo supplementare. Infatti l'arbitro turco Cakir, con la collaborazione del VAR decretava un evidente calcio di rigore a favore del Porto per una trattenuta di Florenzi ai danni di Fernando. Batteva Alex Telles (vecchia conoscenza dell'Inter) che non sbagliava, esultando assieme a tutti gli spettatori lusitani assiepati tra le gradinate del do Dragao. Porto – Roma 3-1

Era ormai la fine per i giallorossi che a loro volta al 122° reclamavano un rigore ai danni di Schick, ostacolato e atterrato in area avversaria. L'arbitro confermava il parere negativo emesso dagli addetti al Var e sanciva l'impietosa eliminazione della Roma. Peccato!

Sicuramente la Roma dovrà rimpiangere gli errori compiuti da parecchi giocatori giallorossi in una serata infausta in cui Dzeko ha la responsabilità di aver sciupato due clamorose occasioni per segnare. Ma sicuramente dovrà rammaricarsi per le occasioni sprecate nella partita di andata all'Olimpico dove avrebbe potuto dare un indirizzo diverso all'epilogo di questa partita. Peccato!

Ora la brigata italiana in Champions è rimasta con una sola squadra, la Juventus, chiamata a difendere il nostro prestigio in champions nella partita di ritorno a Torino contro l'Atletico Madrid. L'impresa è difficile, ma se la Juventus giocherà da Juventus, sicuramente potrà portare a casa la qualificazione ai quarti liberandosi di uno spauracchio non indifferente. Ci auguriamo tutti di poter continuare il cammino in Champions con la speranza di andare avanti senza paure recondite...

Real Madrid e Paris St. Germain sono uscite sorprendentemente da questa competizione, ma crediamo che le sorprese non siano ancora finite...

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