Chi è tifoso l'ha sicuramente provata.
In un periodo di crisi, quando tutto va male, quando le partite si perdono a grappoli e la tua squadra non dimostra la benchè minima reazione, quando vedi che l'allenatore sbaglia la formazione, lo schema, i cambi e persino le interviste, quando si tocca con mano la impotenza a trovare una soluzione per uscire dal cul de sac ove si è cacciata la squadra, il tifoso sente addosso il bisogno di fare qualcosa.
Oppure spera che si faccia qualcosa, qualunque cosa. Ma che si intervenga.
In questi casi, lo sanno tutti, si mette in discussione la conferma dell'allenatore; soprattutto quando si denota un forte scollamento tra la Guida Tecnica e i calciatori, quando diventa palese che il Mister è in confusione e non ha più il controllo della squadra, quando ciò addirittura viene ammesso nelle interviste di fine partita dallo stesso interessato, allora non c'è alternativa: l'allenatore va esonerato.
A questo punto diventa decisivo il fattore tempo; il tifoso si affida ciecamente alla necessità del provvedimento, CHE CONFIDA POSSA ANCORA IN TEMPO A NON PREGIUDICARE L'OBIETTIVO DI STAGIONE, altrimenti già buttata via dopo solo un mese.
E' a questo punto che, come in una folle volontà autolesionistica, si materializza il dirigente di turno, che incredibilmente temporeggia, prende tempo, conferma l'allenatore per una partita, poi se va male, ancora un'altra.
Intanto il fattore tempo diminuisce, il nuovo allenatore avrà maggiori difficoltà, la crisi rischia di cronicizzarsi in un meccanismo perverso che ti fa perdere le partite sia quando lo meriti, sia quando magari non lo meriteresti del tutto; magari alla squadra riesce un primo tempo convincente, ma poi crolla; magari potrebbe salvarsi dalla sconfitta se l'arbitro le desse un rigore sacrosanto; magari potrebbe segnare di più, se il portiere avversario non facesse il fenomeno.
Si arriva cosi a ritrovarsi al quartultimo posto della classifica, senza aver ancora, non diciamo risolto, ma almeno affrontato il problema.
Ancora una volta, dopo la terza sconfitta consecutiva, i dirigenti rimandano una decisione che TUTTI sanno essere assolutamente inevitabile. Il tifoso, già costretto contronatura ad abbandonare gli spalti per dare una "scossa" alla sua squadra, si trova pradossalmente a sperare che essa perda male anche la successiva partita.
Avete ben letto: io che vivo di Milan, devo sperare che la mia squadra perda male a Genova, così finalmente succederà qualcosa che dia la svolta alla stagione della squadra: il cambio dell'allenatore.
Mi vergogno per questo, ma - convinto come sono che Giampaolo sia da sostituire - non vorrei certo rischiare che sfangato in qualche modo l'ostacolo Genoa, si rimandasse ulteriormente l'addio a Mister Giampaolo.
Sarebbe un errore irrimediabile.
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