Negli anni '90, dopo un difficile adattamento al calcio italiano in un Milan pieno di stelle, Dejan Savicevic fu adattato da Capello largo sulla destra, perché rientrasse e battesse a rete di sinistro. La posizione del montenegrino ricordava quella in cui oggi gioca Suso, ma era più avanzata, da vera seconda punta. In tal senso, Capello dichiarò che nel calcio italiano Savicevic poteva giocare solo in tale posizione. Secondo me esagerò per non sentirsi fare sempre domande sul ruolo di quel giocatore, ma... sì, arriviamo ai nostri giorni. Paquetà in un certo senso, ricorda molto Savicevic, non solo per essere mancino, ma anche per lo sviluppo dell'emisfero cerebrale in cui ha sede l'intuizione. Però non è Savicevic, rispetto al quale presenta alcune significative differenze.
La prima è che Paquetà è meno esplosivo nel puntare a rete, ma è molto più duttile della "Carezza del Montenegro", quando giostra in più zone del campo. In particolare, si presta bene a giocare alla Falcao come lo schiera Gattuso, cioè in posizione mediana se la squadra difende e come mezzala quando attacca. Sa inoltre allargarsi sul fondo da esterno sinistro, ruolo che ricopriva in Brasile, e non si vede perché non possa giocare esterno destro per rientrare e tirare, anche se finora non è stato impiegato in quel ruolo.
La seconda differenza con Savicevic è che Paquetà sembra molto meno svagato del montenegrino, che spesso perdeva la concentrazione e si smarriva nelle giocate facili. E anche se è vero che il brasiliano spesso tenta giocate funamboliche, lo fa mantenendo alta la soglia dell'attenzione, sbagliando più che altro per incoscienza.
Qui, sulle giocate funamboliche, va chiarito che, per quanto affascinino i tifosi, sono difficilmente indicative della classe e del talento di un giocatore. Giovanni Roccotelli da Bari, diventato famoso per una rabona negli anni '70 nell'Ascoli in B, non ha mai sfondato nel calcio che conta, ma chi scrive gli ha visto fare dal vivo numeri incredibili, quando giocava nel Barletta in C.
Il fatto è che Paquetà ha tutto per essere una vera seconda punta, non alla Savicevic, confinato a destra, ma libero di giostrare qualche metro dietro Fantomas l'Inafferrabile, ovvero Piatek, perché come ha dimostrato con il Cagliari, ha una spaventosa capacità di intuire prima degli altri i movimenti dei compagni e di assecondarli tempestivamente. Potrete vederlo andare sulla fascia e crossare, come a Roma. Lo vedrete proporsi per il gol come col Cagliari. Capiterà che tiri dalla lunetta, sfruttando lo spiraglio aperto dal movimento di Piatek. Capiteranno tante cose. Dato però che, se anche giocherà in altri ruoli, lo farà bene, in un Milan che funziona, si può applicare la regola del taglio di Guglielmo di Ockham: se una soluzione funziona, non cercatene una migliore per non rovinare tutto.
Certo per il campionato prossimo, ci si potrebbe fare un pensierino. La perfezione non è di questo mondo, ma la perfettibilità sì.
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