Un giorno, il Dio del calcio stanco dell’Olimpo, scese sulla terra e travestito da osservatore iniziò a girare il mondo in cerca di giovani a cui regalare un pizzico del suo talento. Durante i suoi viaggi ne conobbe molti, ad alcuni decise di donare solo un pizzico della sua magia ad altri decise di donarne molto di più.
Amava molto il sud-America per questo donò molto talento da quelle parti.
Doveva avere un cuore tenero perché ai ragazzi più poveri dava la possibilità di diventare delle stelle indiscusse del calcio mondiale.
Passò prima dal Brasile dove incontrò in una favelas un bimbo di umili origini, si chiamava Edson Arantes do Nascimento. Il dio si accorse subito di quanto amore avesse per quel gioco e allora decise di fargli un regalo, gli donò gran parte della sua magia: da quel momento i dribbling gli scatti e i tiri e i goal di quel ragazzo avrebbero fatto esaltare per anni tutti i tifosi brasiliani, quel ragazzo da grande sarebbe stato chiamato Pelè.
Proseguendo il cammino il dio del calcio arrivò in Argentina, dove in un altro quartiere disagiato vide giocare in mezzo alle auto un bimbo che si chiamava Diego, rimase così impressionato dal suo modo di toccare il pallone che decise di donare anche a lui molto talento; sapeva che quel ragazzo sarebbe diventato uno dei giocatori più forti del mondo…
In quel breve periodo passato in Argentina il dio conobbe la cultura Italiana e decise di partire alla volta della penisola. Quando arrivò in quella terra, si innamorò della sua cultura e decise di trasferirsi lì in pianta stabile continuando le sue ricerche di giovani talenti a cui donare un po’ di sé. Stava proprio bene in Italia, decise allora che proprio lì, in Italia, ci sarebbe stato il campionato più bello del mondo e che molti dei campioni a cui aveva concesso parte del suo talento dovessero giocare lì.
Notò inoltre che in Italia il gioco del calcio era molto amato anche da persone che non erano capaci di giocare perciò decise di fare un dono ulteriore, prese parte del suo talento e lo tramutò in polvere, chiamò il suo amico Eolo e gli disse di soffiare su tutta la penisola i suoi venti così da disperdere quella polvere su tutto il territorio, in modo che molti ragazzi respirandola potessero diventare dei talenti, non certo ai livelli di Pelè e Diego, ai quali aveva donato molto di più.
Parte di quel talento fu raccolto da un ragazzo che si chiamava Paolo, che all’inizio degli anni '80 fece una bella tripletta in semifinale contro il Brasile portando la sua nazionale prima in finale e poi alla vittoria della Coppa del mondo, il trofeo più importante che il dio del calcio aveva creato.
Quello che il dio non aveva pensato era che gli umani purtroppo non vivono in eterno come gli dei.
A un certo punto, forse per uno strano scherzo del destino, Diego e Paolo morirono, il dio del calcio allora straziato dalla perdita di questi due immensi campioni decise di portarli con sé sull’Olimpo del calcio e creò un campo apposta per loro, dove oggi giocano insieme...
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